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   Pizzo Coca, Cresta Est, 09/09/2018
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Onicer  Zeno   
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione (888m)
Quota attacco  2500 m
Quota arrivo  3050 m
Dislivello  550 m
Difficoltà  PD / III ( II obbl. )
Esposizione  Est
Rifugio di appoggio  Rifugio Curò
Attrezzatura consigliata  Normale attrezzatura da arrampicata su roccia
Itinerari collegati  Pizzo Coca (3050m), Cresta Est
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento L’occasione per questa salita me la dà la classe 5^B della scuola primaria di Torre Boldone dove mia mamma è maestra: da tre anni infatti organizza un’escursione in montagna con alunni, fratelli e genitori con finalità didattiche e ricreative. In vista dell’ultimo anno si decide per una gita di due giorni alla scoperta delle sorgenti del Serio. Sabato 8 settembre raggiungiamo il rifugio Barbellino accompagnati dal mitico guardiacaccia Valerio che spiega il suo lavoro e le caratteristiche della fauna che abita l’ufficio di sua competenza. Il giorno successivo partiamo presto dal rifugio raggiungendo le sorgenti del Serio sulle pendici del Monte Torena e quindi il Passo del Grasso di Pila. Dopo un bagno nello splendido Lago del Barbellino naturale ritorniamo al rifugio Curò dove mi congedo dalla numerosa e allegra compagnia complimentandomi con genitori e bambini per l’organizzazione, entusiasmo e spirito di gruppo dimostrato. Loro scendono a valle mentre io mi incammino verso la Valmorta che è uno dei miei angoli orobici preferiti.
Verso le 17 sono al primo lago dove sistemo il mio sacco sotto uno splendido sasso posto a 15 metri dalla sponda occidentale; il luogo è stato già predisposto da qualcuno per dormire con muretti a secco a mo’ di pareti e grandi piode lisce molto comode come fondo. Finiti i preparativi del giaciglio mi incammino verso l’attacco della Cresta Est lungo il sentiero per la Bocchetta del Camoscio. In realtà mi sarebbe piaciuto percorrere integralmente la cresta salendo anche i due torrioni basali che si protendono verso la Valmorta (il primo è quotato 2509 metri - foto 1) ma vista l’ora tarda scalo solo il secondo dal quale con disarampicata delicata (possibile doppia) mi porto nella depressione dove viene attaccata solitamente la cresta. Il resto della salita me lo godo appieno impegnandomi a rimanere sempre sul filo di cresta dove si trovano i passaggi più interessanti. Un’ora e mezza dopo aver lasciato il lago di Valmorta sono sulla vetta del Re delle Orobie in piena solitudine. Visto che qui il telefono prende bene rimango in vetta un’oretta per fare alcune telefonate e godermi lo splendido tramonto con il sole che cala oltre lo Scais ed il Porola. Ormai al buio inizio la discesa dalla Via Normale fino a riguadagnare la Valmorta dove, dopo un bagno nello splendido laghetto, mi infilo nel sacco e mi godo una “notte magica” in attesa di Luca che mi raggiungerà il giorno successivo per un’altra avventura.

Mòla mia, leù!
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