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   Pizzo Redorta, 29/04/2018
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Onicer  Zeno      
Gita  Pizzo Redorta
Regione  Lombardia
Partenza  Agneda  (1228 m)
Quota arrivo  3038 m
Dislivello  1810 m
Difficoltà  OSA
Esposizione in salita  Nord
Esposizione in discesa  Nord
Itinerari collegati  Pizzo Redorta (3038m), per la vedretta di Scais
Neve prevalente  Trasformata
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Vogliamo sfruttare il fine settimana allungato dal ponte del 1 maggio per una bella scialpinistica in compagnia. Tino (qui “luca.trovesi”) propone di sfruttare come punto d’appoggio la Capanna Mambretti nel vallone di Scais. L’idea piace a tutti e così nella mattinata di sabato 28 aprile Asso, Maria ed io ci avviamo in auto con meta Agneda. Poche centinaia di metri dopo l’ameno abitato un’enorme valanga sbarra la strada (conviene dunque parcheggiare ad Agneda senza acquistare il ticket). Spallati gli sci ci incamminiamo lungo la strada che porta alla Diga di Scais dove ritiriamo le chiavi della Capanna presso i simpatici guardiani della diga. Gli sci si calzano circa a 1700 m alla fine della piana della Baita di Caronno. Tempo di fare qualche inversione vediamo Bruno e Tino che risalgono il vallone; ci lasciamo raggiungere ed insieme arriviamo alla Capanna. Dopo una deliziosa cenetta preparata sulla stufa economica ci corichiamo. Il giorno successivo partiamo alla volta del Pizzo Redorta; mentre risaliamo nella valle a destra della maestosa Cresta Corti le nuvole si abbassano rendendo quasi nulla la visibilità. Arrivati nei pressi del culmine della vedretta di Scais lasciamo gli sci, calziamo i ramponi ed impugniamo la piccozza. Con buon intuito di Asso e Tino imbrocchiamo il canalino giusto e dopo poco ci ritroviamo sulla vetta del “secondo gigante orobico”. Ci dobbiamo accontentare del ricordo della bella vista che si gode da qui dato che la visibilità rimane fortemente limitata.
Tornati agli sci ci fermiamo ad aspettare il momento in cui le nuvole si diradano un poco per riuscire a goderci la sciata. La neve è molla ma discretamente portante e ci regala una discesa assolutamente divertente. Dopo poco che siamo rientrati alla Mambretti ci raggiungono Ludovica (sorella di Carlotta, Bruno e Guido) e loro papà Eugenio che sono partiti la mattina da Bergamo per fare un giro a piedi e venirci a trovare. Mangiamo tutti insieme un’altra ottima pasta preparata sempre sulla stufa economica.
Eugenio e Ludovica si preparano a rientrare ed io mi accodo a loro perché ho un impegno il giorno successivo. Mentre scendiamo incontriamo Guido, Michelle e “Parsa” che stanno salendo per unirsi gli altri al rifugio e raggiungere l’indomani il Pizzo Porola.
Sicuramente queste gite richiedono un po’ di sacrificio in più rispetto ad altre località più blasonate dove si parte ancora con gli sci ai piedi dall’auto ma l’asprezza e l’isolamento di questa valle contrapposta all’accoglienza e intimità che si gode all’interno della Capanna Mambretti ripaga tutto!

Mòla mia, leù!
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