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   Piz Ciavazes, Via della Rampa (o del Torso), 11/10/2015
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Onicer  Fedora   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Strada per Passo Sella, q. 2110 m (2110m)
Quota attacco  2150 m
Quota arrivo  2380 m
Dislivello  230 m
Difficoltà  AD+ / IV+ ( IV+ obbl. )
Esposizione  Sud-Ovest
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  7-8 rinvii, corda intera da 50m o mezze corde da 60m (nel caso di eventuali doppie), cordini e qualche friend
Itinerari collegati  Piz Ciavazes (2380m), Via della Rampa (o del Torso)
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Approfittiamo della mini-vacanza con le nostre famiglie per fare una bella via dolomitica. Alla partenza le premesse non sono gran che: cielo coperto, di notte ha piovuto e sopra i 2500m addirittura ha nevicato. Ma verso le 9,30 comincia a rassenerare e partiamo. In 15’ siamo all’attacco, non facile da individuare. La relazione però parlava di una lapide appena a dx (croce) e grazie a questa lo troviamo. La roccia è bella asciutta e il meteo sembra reggere. Non ho molta esperienza in vie dolomitiche e quindi non mi viene molto facile individuare sempre la via. Inoltre i chiodi presenti ad ogni tiro sono al max 1 o 2... Però, tranne al 3° tiro dove stiamo leggermente troppo a dx (arrivando però cmq alla sosta), per il resto raggiungiamo sempre le soste attrezzate con anellone. E questo ci incoraggia molto, ogni chiodo trovato lungo la via ci rincuora! Purtroppo alla V° sosta un piccolo incidente stava per compromettere tutto: per non “scomodare” Lidia in sosta e passare di lì, decido di risalire un masso. Ma scivolo da un metro e mezzo di altezza, e pur essendo una cosa banale, appoggio male il piede e sento un dolore atroce al ginocchio. Dopo qualche minuto sembra attenuarsi. Potremmo scendere in doppia, ma decido di provare a salire. Il bello è che arriva proprio il tiro più impegnativo della via, lungo uno stretto camino verticale, lavorando molto di opposizione, nemmeno tanto corto (ca. 25m). Stringo i denti e lo supero. Fortunatamente i prossimi tre tiri sono più facili (III, II, II) ma il ginocchio fa più male. Dopo 3h e 15’ siamo sulla Cengia dei Camosci, al termine della via, felicissime... non fosse per il pensiero della discesa. Ma pian piano arriviamo alla doppia di 25m, dopo aver incrociato i sentieri normali delle Torri del Sella, e da qui in circa 20’ scendiamo alla macchina (tot 1h e 30’ di discesa). Roccia quasi sempre ottima (tranne sul 7° tiro dove in un punto è un po’ marcia); avevamo molto materiale, ma sinceramente ho avuto poche opportunità per mettere protezioni (friends, cordini su spuntoni o clessidre...). Il IV+ può sembrare relativamente “semplice”, ma in questi ambienti, completamente sole, e con così pochi chiodi lungo la via... secondo me vale molto di più (anche se ovviamente non ho molta esperienza in merito...). Partecipanti: Fedora e Lidia.
FOTO 1: L’attacco della via. La lapide (croce) si trova appena alla sua dx.
FOTO 2: Dopo l’“incidente” arriva il tiro più difficile: lo strettissimo camino di IV+. La foto inganna... ma è piuttosto verticale.
FOTO 3: Lidia all’uscita del precedente tiro.
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