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   Punta Sertori, Dallo spigolo Marimonti
Zona  Lombardia - Masino Disgrazia
Partenza  Rifugio Giannetti (2530m)
Quota attacco  2850 m
Quota arrivo  3195 m
Dislivello  350 m
Difficoltà  AD+ / IV+ ( IV+ obbl. )
Esposizione  Sud
Rifugio di appoggio  Rif. Giannetti
Attrezzatura consigliata  2 mezze corde da 60m, 6 rinvii, cordini, serie di friend
Orario indicativo 3h e 20' al rif.; 1h avvicinam.; 4-6h la via
Periodo consigliato Luglio-settembre
Descrizione 1° g.: Lasciata l’auto ai Bagni di Masino, proseguire fino a incontrare le indicazioni per il rif. Giannetti. Il sentiero sale nel bosco fino a uscire a Corte Vecchia (1405 m). Proseguire la salita fino all’ampia Piana del Porcellizzo, da dove già si vedono i giganti di granito, Badile e Cengalo. Superata la piana, il sentiero torna a salire deciso fino al rif. Giannetti (3h e 20’).
2° g: Dal rifugio seguire per un breve tratto il Sentiero Roma (indicaz. per Rifugio Allievi); abbandonarlo dopo pochi minuti per seguire una traccia di salita appena evidente (ometti), che prosegue sempre salendo progressivamente a dx. Lasciando sulla dx la Punta Enrichetta, si perviene poco sopra un pianoro. Salire tra pietre fino all’attacco dello spigolo, situato alla base di quello centrale di tre camini, a sx di grosse placconate.
L1: Salire nel camino inizialmente facile, poi in bella opposizione. Verso il termine del primo trato del camino, questo si restringe, ma è meno impegnativo. La sosta si trova seguendo una piccola rampa a sx, chiodo con cordone (I, IV, III, 40 m).
L2: Spostarsi leggermente a dx e rientrare nel camino. Si può scegliere se alzarsi di poco in opposizione e poi tornare a sx (IV/IV+), oppure scendere un metro, superare un masso incastrato (IV) e raggiungere senza più difficoltà una forcelletta dove si sosta su tre chiodi e cordoni (20 m). E’ anche possibile unire i primi due tiri.
L3: Proseguire lungo il camino sopra la sosta. Una volta usciti seguire la cengia erbosa a dx fino ad arrivare a dei ripiani erbosi. La sosta è da attrezzare su spuntone che si trova alla base di una fessura tra due massi (I, 50 m).
L4: Spostarsi a sx e quindi salire dritti su rocce appoggiate. Sempre verso sx su cengette fino a raggiungere delle placchette, pochi metri sopra le quali si sosta su tre chiodi con cordone (II, 60 m).
In L3 e L4 la via è un po’ da cercare e interpretare.
L5: Salire ora a sx puntando a un vago diedro con lame, e poi su placchette fessurate. Superati dei cordoni, raggiungere la cresta, che si segue fino alla sosta su uno spit posto alla base della prima cuspide (III, 60 m).
L6: Dalla sosta salire la fessura inizialmente un po’ impegnativa, poi le difficoltà diminuiscono, fino a raggiungere un chiodo. salire la fessura sopra la sosta (III+), poi più facile e appoggiato (II) fino a un chiodo. Ora salire verticalmente in delicata esposizione a sx, poi di nuovo dritti ma con minori difficoltà. Sosta su spuntone prima di una cengia verso dx (III+, II, IV+, III; 40 m, 2 chiodi).
L7: Attraversare la cengia a dx camminando fino a raggiungere uno spit dove si sosta (20m).
L8: Risalire il camino sopra la sosta (buone fessure per proteggersi) fino alla selletta posta al suo termine, dove si sosta su uno spit (II, III+, 25m).
L9: Il tiro più spettacolare della via: piegando un po’ a dx, risalire lo spigolo seguendo fessure un po’ lichenose (IV) fino a raggiungere la cresta molto sottile ed esposta. La si segue sempre con grande esposizione fino all’apice, a cavallo del filo (spit); scendere brevemente e quindi proseguire lungo l’affilatissima cresta. Sosta comoda su uno spit (IV, III+; IV-, III, 45 m, 1 chiodo e uno spit).
L10: Salire lungo la rampa fessurata a dx della sosta e poi per placchette appoggiate. Sosta su uno spit (II, III, 40 m).
L11: Proseguire salendo a dx della sosta e seguire la rampetta senza particolari difficoltà, fino ad arrivare in prossimità di un chiodo con un passaggio più impegnativo. (II, III-, IV-, 50m, 2 chiodi).
L12: Spostarsi a dx di un paio di metri e poi salire in verticale su placchette ben fessurate con passaggi sempre sul III/IV sostenuto. Raggiunta la base della parete verticale, uscire a sx sbucando sulla cresta, dove è presenta la sosta su uno spit (III, IV, 50m, 2 chiodi).
L13: Risalire la fessura posta a sx della sosta (passo delicato ed esposto, spit e chiodo ravvicinati). Continuare poi a salire verticalmente su placche fessurate (IV), fino a raggiungere una nicchia (chiodo). Proseguire sulle placche, belle e ben appigliate con difficoltà di IV-/IV sostenuto, superare uno spit e quindi raggiungere la vetta, dove è presente la sosta su due spit e cordini. (IV+, IV, IV-, 45m, 1 chiodo, 1 spit, 1 sosta intermedia).
DISCESA: La discesa è abbastanza delicata e con diverse doppie alcune delle quali da cercare. Dalla vetta calarsi con 2 doppie da circa 30m fino ad un terrazzo. Qui deviare verso E (verso il Badle) per individuare un ometto (visibile anche dalla cima guardando bene). Qui si trova l’ancoraggio per le successive calate. Con circa 6 calate da 25-30m si raggiunge un pianoro sfasciumoso. Cercare a dx (faccia a valle) l’ancoraggio per le successive calate, un po’ nascosta dietro un grosso masso. Arrivati ad un altro terrazzo ghiaioso, si procede camminando slegati verso sx per qualche minuto, poi piegare a dx su sfascuimi (non puntare alle placche lisce che invece si incontrerebbero proseguendo dritti, dove scorre acqua) e raggiungere un dosso tra erba e sassi, appena oltre il quale, sulla dx, si scorge l’ultima sosta per calata, che permettere di raggiungere la base della parete. Da qui si cammina su rocce levigate (attenzione, scivolose), fino ad incrociare il percorso compiuto in salita per l’avvicinamento, e quindi il rif. Giannetti. (2h e 30’ dalla vetta).
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento  Primi salitori: D. Contini e P. Marimonti il 12 agosto 1923.
La cresta Marimonti è una bellissima scalata lungo uno spigolo di ottimo granito, che raggiunge la Punta Sertori (3195 m), una slanciata cuspide rocciosa tra il Pizzo Badile e il Cengalo. Le difficoltà sono abbastanza contenute (mediamente sul III/IV, con due passi di IV+), ma sono presenti diversi tratti esposti, con soprattutto il 9° tiro aereo e spettacolare. Inoltre, la prima parte della via è da leggere e cercare, almeno finché si raggiunge lo spigolo vero e proprio. Il primo tiro nel camino risulta piuttosto impegnativo soprattutto perché a freddo e con diversi tratti da fare in opposizione. L’arrampicata è molto divertente e varia, con placche, fessure, tratti di cresta, camini... La chiodatura è essenziale, con chiodi e spit nei passaggi più impegnativi; le soste invece sono attrezzate con due/tre chiodi o uno spit. E’ necessaria quindi una serie completa di friend e diversi cordini. Dalla cima, diverse doppie portano alla base della parete; altrimenti è possibile proseguire per la vetta del Badile lungo la selvaggia cresta Est.
NB: E’ più che consigliabile non fare doppie lunghe più di 30m, per evitare incastri. Sarebbe quindi opportuno utilizzare due mezze corde da 60m in salita, e poi utilizzarne una sola per fare le doppie, che cmq non sono mai più lunghe di 30m.
FOTO 1: Al centro, il camino del primo tiro, con in alto la fessura finale dove si esce (sosta sulla dx). Appena oltre il primo salto roccioso a sx del camino, si trova la sosta intermedia (facoltativa).
FOTO 2: Lungo il primo tratto dello spigolo vero e proprio, dove l’arrampicata diventa decisamente più bella e su roccia fantastica.
FOTO 3: La spettacolare cuspide del 9° tiro. Si sale lungo lo spigolo a dx.
Itinerario visto  45710 volte
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01/08/2020  -  Punta Sertori, Dallo spigolo Marimonti, di Fedora