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   Pizzo Redorta, Cresta Alta (via dei Gendarmi)
Zona  Lombardia - Orobie
Partenza  Valbondione
Quota partenza  888 m
Quota arrivo  3038 m
Dislivello  2316 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  nessuno
Attrezzatura consigliata  da escursioni e caschetto, eventualmente un cordino
Orario indicativo ore 4 all'attacco. ore 2.15 dall'attacco alla cima.
Periodo consigliato estivo
Descrizione Dalla rimessa dei pullman all'ingresso di Valbondione seguire il sentiero (segnalato per la bella azienda agrituristica Salvasecca) che entra nel bosco e dopo un buon tratto ne esce, incrociando una carrareccia sassosa. Seguirla per un bel po' (scorciatoie del vecchio sentierino qua e la) fino a che, poco prima di un guado un sentierino diparte sulla destra inerpicandosi nel bosco (cartello segnalatore per Baita Rigù). Tale percorso conduce abbastanza ripidamente alla fine della boscaglia, presso il bellissimo poggio ove sorge l'altrettanto bella Baita Rigù (splendido luogo). Si prosegue per il sentiero sopra la baitella che con ampi zig-zag prende quota lungo i pratoni e si avvicina alla presa Enel di Avert, caratteristica dalla forma di una torretta medioevale. Raggiunto il raccordo con il sentiero Basso Brunone-Coca lo si segue per un breve tratto verso sinistra, per poi lasciarlo in favore dei segnavia che salgono a monte (indicazione su sasso un po' sbiadita e cartello CAI non sempre visibile) per il lago di Avert. Con ampi tornanti il sentierino s'innalza sugli alti pascoli di Foga fino al limite dei ghiaioni, per poi portarsi tutto a sinistra con un ampia diagonale; un'ultima serie di serpentine porta infine al poggio ove occhieggia lo stupendo lago di Avert.
Proseguire leggermente in falsopiano verso NW per un buon tratto, poi piegare a destra e innalzarsi lungo una larga cengia erbosa (occhio ai segnavia, un po' nascosti e a tratti sbiaditi-qualche omino segnalatore presente) che porta alla balconata soprastante il laghetto; poi ancora su, per pendii più rocciosi moderatamente inclinati e bancate di sassi chiari (molti segnavia, prestare attenzione in caso di nebbia), fino a raggiungere le pietraie della conca sotto il passo del Simal. Ad un trivio (segnalazioni su un masso) prendere a sinistra (indic. per il Rif. Brunone) e tramite il sentiero delle Orobie si raggiunge l'ampia depressione detta Sella dei Secreti (2660 m). Dalla forcella dei Secreti seguire il sentiero delle Orobie verso il rif. Baroni, che conduce nella fredda conca ghiaiosa che un tempo ospitava la Vedretta dei Secreti, della quale non rimangono che poche vestigia. Passata tale conca quasi in piano il sentiero rimonta la sponda opposta fino a portarsi su di un balcone panoramico sulle cime della val di Fiumenero; tenere il tracciato delle Orobie, che ora procede in discesa decisa su macereti, ancora per un tratto per poi lasciarlo e tenere a destra per andare a cavallo del crinale detritico che separa la vallata dei Secreti da quella dell’alta val di Aser (rif. Brunone). Raggiuntolo lo si segue verso l’alto (destra), risalendo a fatica gli sfasciumi e puntando alla base evidente della cresta rocciosa; qua si è all’attacco della salita vera e propria. Ci si arrampica lungo lo zoccolo basale, ripido ma semplice e ben ammanigliato (I gr), che conduce ad un tratto superiore caratteristico, lungo e pianeggiante, da cui i neri Gendarmi del Redorta appaiono imponenti e severi – che seguito interamente porta alla base della prima grande torre, per raggiungere la quale occorre prima abbassarsi ad uno stretto intaglio per scavalcare un aereo spuntone (II gr). Tagliare a destra (vers. Secreti) sfruttando in arrampicata una cengia ascendente che permette di girare agevolmente la torre di cui sopra, poi su terreno più detritico ma sempre assai ripido fino a che sulla sinistra ci si apre uno stretto budello roccioso che sale alla cresta. Prenderlo e con arrampicata facile ma continua (I-II gr) lo si segue, tenendo verso l’uscita la sinistra, fino al crinale, assai aereo. Per il filo di cresta si va ad un elevazione e si supera uno spuntone in leggera discesa, con un passaggio non difficile ma che richiede attenzione (II gr), per poi salire alla cima di un tozzo torrione. Si scende al seguente intaglio (presso cui giunge un altro canale da destra, variante più semplice che è possibile scegliere), poi si procede verso il successivo affilato tratto, tenendosi però poco dopo a sinistra (vers Brunone) e percorrendo un evidente cengia orizzontale che porta ad un’ altra forcola, cui segue un ultimo tratto di bella arrampicata fino alla cima del primo Gendarme (2960 m), caratterizzata da un vecchio chiodo infisso nella roccia. Scendere con passaggio particolare alla successiva breccia, da cui si ripassa sul versante Secreti per aggirare una prominenza della cresta marcia e verticale, per poi rientrare verso sinistra lungo un pendio di sfasciumi che riporta sul filo del crinale, da seguire fedelmente per facili roccioni sino a toccare la sommità del secondo Gendarme, il più imponente, ove ci attende una vecchia crocetta bianca (2985 m); da qua è visibile il tratto di via mancante e la cima del Redorta. Proseguendo sul filo di cresta si superano altri tratti esposti (I gr) fino a giungere in cima allo Sperone Alto (3000 m), dove ci si riunisce alla cresta Bassa proveniente dal Simal e da Sella Secreti. Per scendere al colle del canalone W è possibile sia tenersi sul versante E (facile per cenge) sia su quello W (per un canaletto e una cengia); raggiunta la sella si va alla cima per la nota cresta sommitale (3038).
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento  Salita avventurosa e molto divertente, di soddisfazione e che consente di rimanere su difficoltà di bassa categoria (max II gr). è possibile per chi si sente poco allenato salire da Fiumenero e pernottare al Brunone, per poi raggiungere l'attacco seguendo il sentiero delle Orobie per il Simal, da abbandonare subito dopo l'uscita dal noto ripido ghiaione iniziale. La prima salita fu compiuta da Giovanni Caccia e Gerolamo Pagella nel 1925.
Itinerario visto  4757 volte
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