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BISJOCH: non tutte le ciambelle…escono col bus ;-)

 
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Franz
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MessaggioInviato: Gio Giu 26, 2014 10:55 am    Oggetto: BISJOCH: non tutte le ciambelle…escono col bus ;-) Rispondi citando

Ma un fantastico “bus” dove passare una splendida notte l’abbiam comunque trovato… E oggi abbiamo imparato che "non tutti i mali vengono per nuocere"…

Hotel 5 stelle presso il BUS-joch Wink a 3500m

Il progetto del weekend era ambizioso. La parete Nord Est del Weisshorn. Foto fatte dal Dom dieci giorni prima la mostravano in ottime condizioni di innevamento. Solo una nevicata in settimana poneva dei dubbi sulla difficile cresta N scelta per il ritorno (foto recenti della traversata della Lenzspitze la mostravano infatti molto innevata). La meteo invece non dava alcun dubbio: due giorni e mezzo stabili senza nemmeno temporali pomeridiani. Per la logistica essendo una parete lunga (1000m) con una discesa altrettanto impegnativa, era necessario andare a dormire alla sua base, sul ghiacciaio. Dopo alcune defezioni, rimaniamo solo io e Mara. Partiamo dal fondo della Turtmanntal sabato mattina. Superiamo velocemente la diga e il rifugio e proseguiamo sul Brunegggletscher. Questo è lungo e piatto e nonostante la neve sia ottima, ci richiederà molto tempo. La giornata è splendida. Procediamo con calma per conservare le energie. A destra ci avviciniamo alla splendida parete NE del Bishorn, da anni nelle nostre mire e valida alternativa nel caso di condizioni del Weisshorn non più ottimali. Sotto la parete ne studiano le possibili vie di salita e soprattutto di superamento della crepaccia terminale, per nulla banale. Bisogna porre grande attenzione ai seracchi sopra la propria testa…scegliendo la linea più sicura. Il raggiungimento del colle che sembrava banale da lontano si rivela più interessante del previsto. Dopo aver superato la crepaccia terminale, affrontiamo un pendio di neve a 45-50° che poggia su ghiaccio. Serve la progressione in conserva protetta. Giunti al Bisjoch a 3540m, sferzati da un forte (imprevisto) vento, il panorama è spettacolare. Dal Dom al Breithorn ghiacciai inondati dal sole del pomeriggio e davanti a noi maestoso il Corno Bianco. L’occhio va subito a scrutare la cresta N che incredibilmente risulta abbastanza pulita. Quando poi però guardiamo la parete constatiamo che è praticamente tutta in ghiaccio e sarebbe un suicidio affrontarla così (scopriremo solo poi che è proprio vero che “non tutti i mali vengono per nuocere”). È presto deciso: il Bishorn è lì vicino e tanto allettante che non dobbiamo nemmeno porci il problema. La discesa dal colle si rivelerà divertente: una crestina affilata con ghiaccio da un lato e neve marcia dall’altro obbliga ad una progressione accorta. Una doppia da un fungo di ghiaccio e siamo alla base. Da qui, ripensando al crepaccio dove dormimmo alla Blanche, vengo attratto da una “buca” nel ghiacciaio creata dall’azione eolica sulla neve che potrebbe benissimo fare al caso nostro come “riparo” per la notte. Prima però andremo in perlustrazione alla crepaccia terminale per trovare il passaggio possibile. La luce radente del tramonto rende l’atmosfera unica e surreale. Siamo solo noi qui a ore di distanza dalla civiltà: magic. Il nostro “buco” si rivela fantastico. In breve ceniamo e ci sistemiamo per la notte con un cielo blu cobalto e le prime stelle che compaiono. Sentiamo le raffiche di vento, ma qui siamo abbastanza riparati. Mara si sveglia a mezzanotte per bisogni ed il cielo è ancora stellato. Alle 2:15 invece viene svegliata dalla neve che cade sui sacchi. Neve? Ma non davano super bello? Vabbhe, sarà una nuvola passeggera. Mi sveglio anche io e non so cosa credere. Ci prepariamo senza fretta, tanto dall’attacco distiamo solo mezz’oretta. Dopo aver temporeggiato un po’ però ci incamminiamo. Giunti alla base vento forte e nevischio. La parete è avvolta dalle nubi. Decidiamo di aspettare le prime luci per vedere l’evoluzione. Evoluzione che non tarda ad arrivare: si intensificano neve e vento e la parete si copre completamente. Dopo due ore di attesa, nelle quali tiro fuori anche il sacco a pelo per ripararmi, la decisione è presto presa: si scende. Non avrebbe senso attaccarla così, a prescindere dai relativi pericoli oggettivi: abbiamo perso la “poesia”. Giunti nei pressi del rifugio incontriamo i primi escursionisti diretti al Barrhorn. Sono anche loro stupefatti dalla meteo. Due italiani sono partiti dalla macchina sotto la pioggia. Le cime sono ancora avvolte nelle nubi. Qualche occhiata di azzurro e raggio di sole comincia a farsi strada solo sul fondovalle. Scendiamo e ci apprestiamo al lungo viaggio di rientro.

Le prime impressioni nei nostri discorsi in auto sono un po’ di amarezza per come è andato il weekend, anche se la bellezza del posto visitato e la magia di questa insolita notte ci hanno regalato delle belle emozioni anche stavolta. Giunti a casa e constatato che molti altri dal Rosa, al Bianco e ovviamente al Vallese in questa domenica hanno preso delle clamorose cantonate, l’accaduto viene rivalutato. Soprattutto quando vengo anche a sapere di un’amica soccorsa dalla REGA su una via in zona…. Riflettendoci, se la parete del Weisshorn fosse stata in condizione avremmo attaccato alle 00:30, ben prima dell’arrivo del maltempo…e poi? Una volta riusciti a superare la spaventosa terminale e le goulotte che precedono la parete, colti di sorpresa (!) dal maltempo cosa avremmo fatto? Avremmo continuato, perché scendere era molto impegnativo se non impossibile… E poi la cresta nord in discesa con la bufera???
Quindi non dite che il c… franziano stavolta non ha funzionato…anzi…stavolta, dal nostro punto di vista, ha funzionato meglio del solito! Ed entrambe le pareti sono sempre lì per il nostro futuro ritorno!



La mappa della salita dalla Turtmanntall con la Turtmannhutte e il Bisjoch
(da: http://map.wanderland.ch/)

Versione 3d del percorso: sono quasi 10km

Lungo la strada della Turtmanntal

Turtmannhutte e Bishorn. A destra la normale, a sinistra il bello scivolo della parte alta della parete NE

La testata della valle dal lago artificiale

Il Turtmanngletscher e Les Diablons

Ragazzini veloci in salita al rifugio

Un ottimo balcone

Lo stretto passaggio del Gassi

Sul Brunegggletscher
(si vedono i laghi e il rifugio sul poggio erboso)

Il Bisjoch è veramente lontano

Sotto la magica NE

Seracchi spaventosi

Vastità

Cercando la propria linea

Salendo al Bisjoch

Scenario spettacolare

Quasi al colle. Con il nostro "buco" dove passeremo la notte.

Spunta finalmente anche il Weisshorn

Cuore di Nordend, Dufour, Lyskamm, Castore....

Una parete che rimane nel...cuore

Sublime

Il lunghissimo Brunegggletscher (con il nostro "albergo")

L'affilata crestina per il colle

Propizio ungo di ghiaccio

Doppia

In discesa

Verso la parete NE del Bishorn

Crepaccia bella aperta...dove si passa?

Fish crevasse

Magic atmosphere!
(il nostro giro in salita e discesa dal colle)

"Home sweet home"

Preparativi

WOW

Tramonta

Ultime luci

Ciao ciao...

Bonne nuit!

Desistiamo ;-(

Il bello è...lontano

E' solo un arrivederci!

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misteradamello



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MessaggioInviato: Gio Giu 26, 2014 8:03 pm    Oggetto: Rispondi citando

Hai ragione,in un modo o nell'altro hai sempre ragione.Sempre di full si tratta..
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misteradamello



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MessaggioInviato: Gio Giu 26, 2014 8:39 pm    Oggetto: Rispondi citando

Hai ragione,in un modo o nell'altro hai sempre ragione.Sempre di full si tratta..
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Poseidon



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MessaggioInviato: Ven Giu 27, 2014 8:20 am    Oggetto: Rispondi citando

La montagna ci impara sempre... come direbbe il cornuto.
Very Happy

Comunque anche stavolta le foto sono uscite bene.
Wink
La mia preferita è quella di quando spunta finalmente il Weisshorn.
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"la mente � come il paracadute, funziona solo quando � totalmente aperta"
Louis Pauwels

http://www.flickr.com/photos/7191743@N07/
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Albe



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MessaggioInviato: Ven Giu 27, 2014 11:18 am    Oggetto: Rispondi citando

Siccome, dopo una lunga battaglia coi pensieri, non c’ero, condivido qui una foto diversa dal solito, che ha molto a che fare con questa ennesima grandiosa esplorazione.
Non è facile comprendere veramente cosa comporti a volte partire per la propria meta.
Superati eventuali ostacoli logistici, economici, organizzativi, informativi, a volte resta la nota vocina.
A volte debole e remissiva, a volte insubordinata e invadente. A volte va e viene come onde in spiaggia, a volte persiste come vento in poppa.
Campanello di allerta, tentazione alla vita facile, stimolo che libera energie, fastidio che logora di stress, ritorno di consapevolezza o fuga dall'ignoto, invito alla resa o richiamo all'equilibrio, infallibile o ingannevole...
Senza dubbio generata da una sorta di paura. Non ascoltare è impossibile. Il problema sta nel capire il messaggio, e da dove può arrivare.
Coraggio non traduce semplicemente il metterla a tacere, ma gestirne al meglio il significato e la natura.
Per gli animali è un’autorità indiscutibile; abbiamo senza dubbio perso quella capacità di ascolto, e quella frequenza ci suona spesso indecifrabile. Ma le necessità dell’uomo sono anche andate oltre quelle del naturale ordine delle cose, e abbiamo sviluppato desideri, pulsioni, ambizioni che ci hanno spinto ad esplorare ed espandere progressivamente i limiti delle nostre origini, sfondando i confini del nostro regno, da Ulysse a Ueli Stek. Ma certo anche in altri campi e orizzonti, forse pure più carichi di Dignità. Negoziando ogni volta con LaVoce.
Difficile anche dire ad ogni confronto chi vinca o chi desista, perché del senno di poi non ne vogliamo sapere. E forse neanche di vincitori né di vinti, perché la vera conquista può essere come sempre solo in noi stessi. Una volta convinti di questo, quanto facile è svincolarsi dal risultato e senza rimorsi tornare al sicuro, comunque con il proprio pieno di vita.
Non so, se a questo punto qualcuno se la sente di definire questo modo di andar per monti uno ‘sport’…
Buone avventure a tutti
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gustav1971



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MessaggioInviato: Dom Giu 29, 2014 7:24 pm    Oggetto: Rispondi citando

Non c'è niente da fare, dal ghiaccio tiri fuori sempre fotograficamente (e non solo) il meglio!

Il meteo nel Vallese non lo guardai, ma in VdA è stato nettamente peggio del previsto, sebbene diversi modelli lasciassero intendere un minimo di incertezza. "Il bello è lontano" è lo stesso paesaggio che vedemmo salendo al Granpa.

Vi è andata bene veramente. Sad Glom.

Forse, sarà anche rarissimo, è il caso di ricordarci sempre che il meteo potrebbe sbagliare anche quando pare certo.
Per quello che può servire... Confused
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Marco
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Franz
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MessaggioInviato: Lun Giu 30, 2014 11:20 am    Oggetto: Rispondi citando

Albe ha scritto:
Siccome, dopo una lunga battaglia coi pensieri, non c’ero, condivido qui una foto diversa dal solito, che ha molto a che fare con questa ennesima grandiosa esplorazione.
Non è facile comprendere veramente cosa comporti a volte partire per la propria meta.
Superati eventuali ostacoli logistici, economici, organizzativi, informativi, a volte resta la nota vocina.
A volte debole e remissiva, a volte insubordinata e invadente. A volte va e viene come onde in spiaggia, a volte persiste come vento in poppa.
Campanello di allerta, tentazione alla vita facile, stimolo che libera energie, fastidio che logora di stress, ritorno di consapevolezza o fuga dall'ignoto, invito alla resa o richiamo all'equilibrio, infallibile o ingannevole...
Senza dubbio generata da una sorta di paura. Non ascoltare è impossibile. Il problema sta nel capire il messaggio, e da dove può arrivare.
Coraggio non traduce semplicemente il metterla a tacere, ma gestirne al meglio il significato e la natura.
Per gli animali è un’autorità indiscutibile; abbiamo senza dubbio perso quella capacità di ascolto, e quella frequenza ci suona spesso indecifrabile. Ma le necessità dell’uomo sono anche andate oltre quelle del naturale ordine delle cose, e abbiamo sviluppato desideri, pulsioni, ambizioni che ci hanno spinto ad esplorare ed espandere progressivamente i limiti delle nostre origini, sfondando i confini del nostro regno, da Ulysse a Ueli Stek. Ma certo anche in altri campi e orizzonti, forse pure più carichi di Dignità. Negoziando ogni volta con LaVoce.
Difficile anche dire ad ogni confronto chi vinca o chi desista, perché del senno di poi non ne vogliamo sapere. E forse neanche di vincitori né di vinti, perché la vera conquista può essere come sempre solo in noi stessi. Una volta convinti di questo, quanto facile è svincolarsi dal risultato e senza rimorsi tornare al sicuro, comunque con il proprio pieno di vita.
Non so, se a questo punto qualcuno se la sente di definire questo modo di andar per monti uno ‘sport’…
Buone avventure a tutti

Oh per Bacco. Sì,...devi esser stato alla corte di Bacco per scrivere ciò... Laughing
Beh, a parte gli scherzi, la vocina, che credo sia la stessa di Fabiomaz, c'è sempre...
No, non è uno sport. E' una "fede", un credo,...una droga....
Altrimenti alcune vicende della propria vita ti bloccherebbero (incidenti, figli,...) e invece poi si torna ad andare...a osare...magari con un'altra testa, ma non riescono a legarti ad un divano...
Dai la prossima volta brinderemo col bicchiere in vetta, per Bacco!!!!
gustav1971 ha scritto:
Il meteo nel Vallese non lo guardai, ma in VdA è stato nettamente peggio del previsto, sebbene diversi modelli lasciassero intendere un minimo di incertezza. "Il bello è lontano" è lo stesso paesaggio che vedemmo salendo al Granpa.
Vi è andata bene veramente. Sad Glom.
Forse, sarà anche rarissimo, è il caso di ricordarci sempre che il meteo potrebbe sbagliare anche quando pare certo.
Per quello che può servire... Confused

Ricordo la discussione Meteo nell'apposita stanza.

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Come al solito ecco un piccolo spazio GW.

12 agosto 1910.
(Ed. Spelterini)
(http://www.glaciersarchive.org/svizzera/?wppa-album=9&wppa-occur=1&wppa-photo=2065)
Turtmanngletscher, Brunegggletscher.
Tutta l'area era altamente glacializzata. Si veda la costiera Dom-Tasch dietro!!!


1921 vs 2014
(http://www.e-pics.ethz.ch/index/ethbib.bildarchiv/images/ETHBIB.Bildarchiv_Dia_247-03242_32428.jpg)
Raffronto con indicate le strutture principali. Dal Brunegggletscher allora scendeva una lingua che lambiva il Turtmanngletscher, che era molto più possente e riempiva (non nella massima espansione) le morene laterali della PEG.

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calimero



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MessaggioInviato: Lun Giu 30, 2014 2:24 pm    Oggetto: Rispondi citando

a parte i punti non ice ma punti-culo che hai consumato stavolta, a parte i costi , a parte tutto, non è che ti sei proprio gustato una vista ed un ambiente da buttar via...rammarico a parte, ci sono alcune immagini che da sole valgono la trasferta..

quanto alla discussione nella stanza meteo...con le previsioni che hai postato in passato si è partiti,oggi si parte e si partirà anche in futuro....
Erano palesemente non interpretabili. Bello, e punto.
però una toppata così evidente, concorde e univoca, penso capiti una volta ogni era geologica...
_________________
calimero
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simo il 4



Registrato: 12/02/07 22:19
Messaggi: 586
Residenza: lassù tra i monti

MessaggioInviato: Mer Lug 02, 2014 3:37 pm    Oggetto: Rispondi citando

concordo con quello che ha detto calimero, che ambientone e che belle foto!!!

w il culo franziano!

OFS Very Happy
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salire e perdersi nell'immenso
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