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leo
Registrato: 25/02/08 21:43 Messaggi: 6823 Residenza: 3gasio
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Inviato: Lun Mar 22, 2010 11:06 pm Oggetto: |
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berz ha scritto: | ...però è curioso che si rivolgano certe considerazioni ad una alpinista in quanto "madre" mentre non è stato fatto altrettanto (o almeno mi par che l'aspetto venga MOLTO meno sottolineato) nel caso di alpinisti in quanto "padri"...
Quanti, infatti, hanno lasciato a casa una famiglia e dei figli per inseguire i loro sogni?
A leggere - nei vari libri - degli ultimi momenti di Hall e Fischer sull'Everest nel '96 (giusto per fare un esempio) non mi pare che si siano fatte le medesime considerazioni sui rispettivi famigliari... |
Vero, però pur aver letto sia Krakauer che Bukreev sul'Everest non ricordo quanti figli avessero i 2. Mentre invece della Hargraves non si menziona mai lei senza ricordare i 2 figli  _________________ “quello che facciamo non viene mai compreso, ma sempre e soltanto apprezzato o disprezzato.” |
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Luca Bono
Registrato: 12/02/07 21:25 Messaggi: 2043 Residenza: TRENTO-LECCO
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Inviato: Mar Mar 23, 2010 11:10 am Oggetto: |
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LorenzOrobico ha scritto: | E` un personaggio che suscita reazioni particolari in quanto donna e madre.
In realta` se si critica lei si sta criticando tutto l'alpinismo in se` soprattutto quello Himalayano, dove per forza di cose una salita importante e` frutto di "scelte consapevolmente pericolose".
Son personaggi da leggere e conoscere, poi ognuno ne trae la sue personali riflessioni e spunti per come condurre la propria esistenza.
E` evidente che se si vuole massimizzare la probabilita` di diventare vecchi, l'Himalaya la lasci stare, anche solo per ragioni statistiche... ma anche l'alpinismo. Per quello scopo molto meglio corsa e tennis. |
Non mi sembra nemmeno lontanamente paragonabile a livello di rischio l'alpinismo europeo a livello "amatoriale" con quello himalayano a livello di pericoli oggettivi
è chiaro che rischi di più su una Biancograt che non su un campo da tennis dove se proprio sei sfigato ti arriva una pallina in un occhio, ma tutti sappiamo che quando un personaggio in ascesa tenta la strada degli 8000 entra in un giro di logiche commerciali che fanno passare in secondo piano le valutazioni personali, almeno all'inizio, quando è necessario fare il cosiddetto "botto", la prestazione che ti consegna le chiavi dell'Olimpo degli alpinisti, e questo concetto è abbastanza ben chiarito nel primo messaggio di questo topic, quando si parla delle difficoltà economiche del vivere di alpinismo
io come dice Leo non critico nessuno, e sono consapevole che di stare 5 giorni alla settimana tra 4 pareti di cemento e 2(se va bene) su pareti più o meno inclinate, quindi in sostanza parlo un po' a vanvera di un mondo di cui gratto solo la superficie, ma un'affermazione come "meglio un gorno da leoni che cento da pecora" a proposito della morte, mi sembra un po' un'offesa alla vita, tutto qua
l'alpinismo come ricerca della gloria in stile eroe omerico non lo condivido, poi ognuno faccia quello che vuole (come sempre)  _________________ "Andare a fare scialpisnismo allo Stelvio è come andare a puttane"
R.Scotti |
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guidoval
Registrato: 27/05/07 22:14 Messaggi: 3563
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Inviato: Mar Mar 23, 2010 11:03 pm Oggetto: |
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se è per questo, allora, meglio ancora 100 da leone che 1 da pecora.
be' si', non è una scelta letteraria delle più felici ma è un modo che si usa spesso anche quando è parzialmente fuori luogo. Tra l'altro, alla lettera, sta tra il superomistico e le scritte sui muri delle case nel ventennio.
Ma in genere non pretendo la padronanza perfetta dell' italiano da parte dell' alpinista-scrittore MEDIO. Se no mi rovino il gusto della lettura, e soprattutto quello della ricerca di concetti per me nuovi / diversi dai soliti che sento da 50 anni. Cerco di capire cosa vuole dire in realtà. La sbavatura letteraria si riconosce, se sei molto concentrato sul contesto; se ne vale la pena me ne sbatto e continuo. Anche Erri De Luca che è uno scrittore professionista molto più che un alpinista, se letto troppo analiticamente sconcerta (e se letto da uno che VIVE in montagna fa anche la figura del cicianébia).
(ma perchè poi? il leone muore per forza dopo quel giorno lì???)
A questo punto potremmo inoltrarci anche noi nei meandri filosofici che sorreggono - oppure minano - le teorie sull'alpinismo. Me so' mia bù. Mi limito a considerare che in generale non scalano per morire neanche quelli che fanno il free solo, anzi e non è paradossale se ci pensi, secondo me è la tecnica di salita che richiede il maggior attaccamento possibile alla vita (tupidini vista fighette a parte ma quelli sono ampiamente giustificati di default!!! se poi trombano: han fatto benissimo!).
E anche che dopo il giorno da leone impari ad apprezzare i 100 da pecora. |
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Luca Bono
Registrato: 12/02/07 21:25 Messaggi: 2043 Residenza: TRENTO-LECCO
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Inviato: Gio Mar 25, 2010 2:51 am Oggetto: |
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il parallelismo eroe omerico-superomismo nietschziano-poi riadattato nazi-fascista in chiave propagandistica è affascinante
ma in generale non ci vuole troppo impegno in termini di seghe mentali per leggere senza beata ingenuità certi scrittori di montagna
comunque rimango sulle mie posizioni, se poi apriamo il capitolo dei free solo...mmm in troppi casi mi è sembrato esibizionismo o peggio per tornare al discorso precedente bisogno di mettersi sotto la luce dei riflettori
attenzione un conto il free solo inteso come "faccio la via x senza corda dopo averla provata e studiata a memoria 10 volte con la corda"-NON MI PIACE E NON MI DICE NIENTE, un conto sono le solitarie dove si è richiamati dal bisogno interiore di vivere un'esperienza di un certo tipo, e la corda non la usi in alcuni tratti facili per guadagnare in velocità e quindi esporsi meno ai rischi oggettivi-BELLISSIMO, UN MONDO A PARTE.
Questo delirio è il risultato quando ti svegli sul divano con la tv accesa alle 2:40 del mattino e scopri con disappunto (se fossi femmina DISGUSTO) che i piatti son lì ancora da lavare  _________________ "Andare a fare scialpisnismo allo Stelvio è come andare a puttane"
R.Scotti |
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guidoval
Registrato: 27/05/07 22:14 Messaggi: 3563
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Inviato: Gio Mar 25, 2010 10:33 am Oggetto: |
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in effetti sto pensando di passare a piatti e bicchieri di carta |
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LorenzOrobico
Registrato: 08/02/07 23:23 Messaggi: 9209 Residenza: Trescùr (BG)
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Inviato: Gio Mar 25, 2010 2:39 pm Oggetto: |
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Luca Bono ha scritto: |
Non mi sembra nemmeno lontanamente paragonabile a livello di rischio l'alpinismo europeo a livello "amatoriale" con quello himalayano a livello di pericoli oggettivi
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Il tema non e` l'alpinismo "amatoriale".
Alison si e` presa i suoi rischi per cercare di scrivere delle pagine della Storia dell'Alpinismo. Se si critica questo tipo di scelta di vita (il che e` del tutto legittimo), credo che per coerenza si debbano criticare tutti i grandi alpinisti del passato e del presente. Bonatti, Messner, Buhl, Diemberger, etc. etc.
Questo era il senso del mio intervento. _________________ Ascolta e dimentica, vedi e ricorda, fai e capisci.
Visita il mio blog |
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Arterio Lupin
Registrato: 26/02/08 19:40 Messaggi: 624
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Inviato: Gio Mar 25, 2010 3:09 pm Oggetto: |
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Io parlo per me e solo per me...
Non giudico e non penso di giudicare nessuno...
Esprimo solo pensieri e dubbi ch emi vengono leggendo pagine di "grande alpinismo" o di "grande letteratura" o ancora "grand egiornalismo" legati al mondo della montagna.
Ciò che viene messo su carta consente di falro proprio e, contestualmente, di ragionarci sopra.
Non ho letto giudizi recisi, ma dell'insorgere di dubbi... E trovo lecito che chi è "dilettante" si ponga delle domande, a livello colloquiale...
Trovo, inoltre, assolutamente normale (ammesso che esista la normalità ) esprimere dei dubbi che, in fondo in fondo, sono comunque permeati da una grande ammirazione, se non , a volte, affirttura da una punta di invidia per chi riesce a vivere appieno, fino al limite ed a volte anche oltre, le proprie passioni e farne motivo di vita.
Tutto qua (per quanto riguarda il senso delle mie poche e confuse righe). |
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Luca Bono
Registrato: 12/02/07 21:25 Messaggi: 2043 Residenza: TRENTO-LECCO
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Inviato: Gio Mar 25, 2010 10:07 pm Oggetto: |
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LorenzOrobico ha scritto: | Luca Bono ha scritto: |
Non mi sembra nemmeno lontanamente paragonabile a livello di rischio l'alpinismo europeo a livello "amatoriale" con quello himalayano a livello di pericoli oggettivi
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Il tema non e` l'alpinismo "amatoriale".
Alison si e` presa i suoi rischi per cercare di scrivere delle pagine della Storia dell'Alpinismo. Se si critica questo tipo di scelta di vita (il che e` del tutto legittimo), credo che per coerenza si debbano criticare tutti i grandi alpinisti del passato e del presente. Bonatti, Messner, Buhl, Diemberger, etc. etc.
Questo era il senso del mio intervento. |
appunto per questo ho criticato Bonatti quando afferma di non essersi prese rischi, e ho apprezzato l'onestà di Messner in merito
io non condivido ma non critico nessuno, ognuno è padrone delle sue scelte _________________ "Andare a fare scialpisnismo allo Stelvio è come andare a puttane"
R.Scotti |
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admarc2
Registrato: 17/02/07 16:32 Messaggi: 1166 Residenza: Franciacorta
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Inviato: Ven Mar 26, 2010 6:09 am Oggetto: |
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Luca Bono ha scritto: |
appunto per questo ho criticato Bonatti quando afferma di non essersi preso rischi, e ho apprezzato l'onestà di Messner in merito |
Io mi sono rivisto il filmato....beh, non mi pare che dica proprio di non essersi preso dei rischi. Ha detto che quella è stata una situazione particolare, perchè non aveva altra scelta: indietro non poteva più tornare, avanti non riusciva, allora ha provato con lanci di corda e pendoli.. era per sopravvivere. Ovvio che in quelle situazioni ci si è cacciato da solo, però mi pare che il discorso faccia un effetto diverso.
E alla fine ad ottant'anni c'è pure arrivato.  _________________ ciao.
Marcello.
--
WHAT YOU THINK TO BE THE PEAK IS NOTHING BUT A STEP
_______________________________________________
L.A. Seneca |
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