Un lunedì da parrucchiere..

fabiomaz · Registrato: 25/10/07 10:15 Messaggi: 3178 Residenza: Bergamo

..o da Franz. Che però in genere il lunedì è in discesa da qualche tre giorni su un 4000..o 3900.
Ma trovarsi in ferie il lunedì mattina è sempre una grandissima figata.
Se poi la giornata è come quella di oggi..beh..allora è un capolavoro.

Di tutto l'arco orobico c'era solo una zona a me totalmente sconosciuta, mai passato, neanche per caso e di sfuggita, quella dei piani di Artavaggio. Forse la tenevo da parte per un lunedì mattina di una strepitosa giornata di autunno..come oggi.

La giornata si apre con l'orrido della val Taleggio immerso in una scenica nebbiolina che si è come annidata tra le pareti di roccia. Usciti dall'orrido la nebbia sparisce. Giro una curva..e mi trovo davanti un immenso roccione franato nella notte sulla sede stradale. Un omino poco sopra si affretta per disporre cartelli di segnalazione e coni biancoarancioni.

Lascio l'auto a Sottochiesa. Il termometro segna +1° e fa proprio frecc. Comincio a pedalare di buona lena, più che altro per scaldarmi, e quando arrivo al colle di Olda sono in temperatura. Per poco però..perché dopo il colle si comincia a scendere. Il freddo morde, ma per fortuna la discesa è breve. Prendo il bivio per Vedeseta e comincia la salita vera per il Culmine di S.Pietro.
Sì vede che è lunedì. Non passa nessuno!
Salire è un piacere e finalmente comincia a fare davvero caldo. Anzi..troppo caldo. E' ora di alleggerirsi.

Nel frattempo ne approfitto per fotografare il Resegone.

Una breve discesa mi raffredda abbastanza per farmi attaccare con gratitudine le ultime rampe che portano al Culmine di San Pietro. Foto da cicloturista e autocelebrativa.

Dal passo mi abbasso circa un chilometro (di nuovo sbarbellando..) e prendo la strada silvopastorale per i piani di Artavaggio. Qui mi sento meno solo perchè sorpasso diversea gente a piedi. Intanto il Resegone ha lasciato la scena alle Grigne.

Pedala pedala raggiungo l'incrocio con quella che credo che sia la strada che sale direttamente da Pizzino (http://www.on-ice.it/onice/onice_view_report.php?type=2&id=4536). Il colpo d'occhio non è male. Intanto cerco di orientarmi: sono questi i piani?

Pedalo ancora un poco e no..i piani di Artavaggio sono questi. Ecco infatti là in cima, la mia triangolare meta al termine dell'ultima salita. Sembra distante eh? Forse per questo faccio casino con le impostazioni e la foto mi vira tutta al blu.

Come descritta la salita al rifugio Nicola presenta un paio di rampette bastarde su cui "non c'è da vergognarsi a spingere". Io a spingere...non mi vergogno mai, ma voglio farla tutta in bici oggi. In compenso mi faccio una pausa per ammirare il panorama.

L'ultima rampa, proprio nei tre metri finali, mi fa scendere dal sellino..maledetta. Però sono subito su e il rifugio Nicola è alle spalle. Contavo di fermarmi a pranzo ma è prestissimo. Si prosegue.

Obbligatoria anche una sosta al Cazzaniga. Qui un succo ci sta tutto. Il posto è bellissimo. La giornata è fantastica. Ma vista l'ora mi conviene puntare ad arrivare per pranzo al Gherardi.

Ma il panorama è troppo bello. Arrivo alla bocchetta e mi fermo.

Zoomata per il Diavolone

Ora si traversa in costa il versante nord del Sodadura, in direzione della bocchetta omonima. Ci sono residui di neve, anche se poca, e brina. In breve però arrivo alla solatia bocchetta, lascio la mtb e rimonto la spalla verso la vetta. Eccoci in cima al Sodadura. Ma il filo spinato..esattamente..a cosa serve??

C'è pure una madonnina che però ha un copricapo che mi ricorda i monaci buddisti. Non importa! Ci vuole anche un un po' di sincretismo panteista per pregare per quello che sul Grignone ci va più spesso che dal parrucchiere (anche perchè..in effetti..è pelato).

Una veloce occhiata alle condizioni..

E via in direzione della bocchetta di Regadur.

In vetta ho avuto la brutta idea di guardare le mail..e purtroppo se noi siamo chiusi per ferie gli altri no. Tocca accellerare. Pista!

Alla bocchetta si cambia velocemente assetto, si abbassa la sella e..giù. Da adesso in poi poco tempo per le foto che mi resta giusto il tempo per un boccone al Gherardi.

E ovviamente il Gherardi è chiuso. Asino! Lui sulla sinistra in alto intendo..non io al centro.

A forzar l'andatura mi ritrovo con le braccia un po' frolle. Ecco perché l'asfalto li in fondo non mi risulta del tutto antipatico.

Ma poi appena ci metto le ruote su mi pento e rinsavisco. Godiamocela fino in fondo. Al tornante prendo quindi la deviazione per Fraggio. Due rampette piuttosto secche e una breve discesa mi portano all'antica frazione.

Dalla chiesetta parte un bellissimo sentiero che precipita verso Taleggio.
Le foglie croccano sotto le ruote e nascondono i sassi che ogni tanto mi fanno saltellare pericolosamente e soprattutto schizzano via facendomi capire perché tutti usano i parastinchi.
Ma non importa perchè ormai è tardi ed è ora di chiudere..questo lunedì da parrucchiere.
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