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ucamosciomoscio
Registrato: 13/05/11 14:20 Messaggi: 199
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Inviato: Mar Lug 01, 2014 7:23 am Oggetto: Sempre più in basso, Pianarella via Grimonett |
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Grimonet, anagramma dei nomi dei primi salitori, Alessandro Grillo e Vittorio Simonetti, rappresentò in quel periodo ( 1975) il punto di arrivo di un magico momento di entusiastica ricerca , che pervadeva il movimento arrampicatorio finalese. Certamente non era il primo itinerario tracciato sulla grande parete del Pianarella, ma rappresentò in qualche modo un momento di rottura con il passato, altre vie percorrevano le linee di maggiore debolezza, quali la Vaccari ( 1972) degli omonimi fratelli genovesi e sempre di una cordata di fratelli, la Calcagni ( 1974). Possiamo affermare che Grimonett fu il frutto di un’idea alquanto originale di lanciarsi nel ventre della “Balena”, rappresentato dalle due grandi erosioni di roccia rossa presenti a centro parete, il merito di aver concepito un tale arduo itinerario va sicuramente a Vittorio Simonetti, per anni l’unico arrampicatore originario di Finale, personaggio non particolarmente noto nell’ambiente alpinistico italiano , pur essendosi legato spesso in cordata con i nomi altisonanti del momento , quali Gianni Calcagno e Alessandro Grillo. Rispetto a questi ultimi meno legato all’ambiente alpinistico tradizionale e con un esperienza sicuramente molto più circoscritta, non da meno affrontava i problemi arrampicatori con un approccio disincantato e quasi naif che gli consentiva una visione alquanto originale ( come in questo caso specifico ) avvalendosi poi delle sue grandi conoscenze professionali sulla pietra del finalese ( geologo presso le cave dell’entroterra), queste circostanze riunite si concretizzarono in questo felicissimo progetto. Ricordiamo che questa via è sicuramente una delle più percorse del Pianarella e forse dell’intero finalese ( e si vede ). L’avventura che portò Grillo e Simonetti alla realizzazione del loro progetto fu spalmata nell’arco di tre domeniche e terminata il 1°maggio 1975. La prima uscita permise loro, con un gran lavoro di giardinaggio ( come si può ben immaginare anche attualmente ) di raggiungere la comoda cengia alla base del “cuore” del problema, la grande erosione rossa di destra. La domenica successiva, Vittorio Simonetti riuscì con un lavoro titanico a superare questo tratto reso estremamente precario dalla friabilità della roccia, cosa quasi incredibile ai giorni nostri dopo il passaggio di migliaia di arrampicatori che hanno reso gli appigli marmorei, regalandoci una delle lunghezze da antologia di tutto il finalese. Il povero Vittorio impiegò tutto il pomeriggio per posizionare un chiodo ad espansione che si rivelò poi risolutore. La domenica successiva la cordata chiuse il conto con la partita, risolvendo le bellissime ed aeree lunghezze finali, il tracciato originale differiva nella parte finale da quello attualmente in uso, usciti dal tecnico diedro di 7° i primi salitori traversarono a ds evitando la parte superiore del diedro. La prima libera integrale si deve a Marco Bernardi nel novembre del 1980 che la superò al terzo tentativo, gradandola 6°+, mentre la prima solitaria ( legato ) è da attribuire a Giovanni Costa verso la fine degli anni 70.
Il tracciato della via
Immancabile caffè a Final Borgo
Uscita dalla prima sostenuta lunghezza
Michele punta direttamente ai rossi L 3
La splendida lunghezza dei “ rossi” da sotto
E da sopra
La parte alta di L 5 la chiave della salita
La discesa nel fitto bosco sommitale, oggi non più un problema
Birretta finale a Feglino sotto il bucolico viadotto autostradale, al bar “ La Scaletta “ un posto rimasto fermo a quarant’anni fa ( splendido e commovente).
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fabiomaz
Registrato: 25/10/07 10:15 Messaggi: 3178 Residenza: Bergamo
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Inviato: Mar Lug 01, 2014 8:25 am Oggetto: |
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Citazione: | viadotto autostradale... splendido e commovente |
Ah ah!
Non so se nel lungo excursus storico c'entro qualcosa, comunque molto gradito.
Poi le fotografie spiegano tutto.
Azz.
 _________________ "TUTTO e' piu' facile delle Orobie" G.Valota |
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matteo81
Registrato: 28/12/10 09:23 Messaggi: 1225 Residenza: Cesano Maderno (MB)
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Inviato: Mar Lug 01, 2014 11:09 am Oggetto: |
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Bello tutto il racconto che restituisce uno spaccato storico della via "Grimonett", più volte osservata da me quando mi son trovato lì in zona.
Anche le foto rendono l'idea dell'arrampicata affrontata.
Tu mi sa che avevi proprio bisogno di far prendere aria ai capelli e spero ti sia servita: ma metterti sulla zucca un cazzo di CASCHETTO !! No eh?!?; bene bravo per la scalata ma ti prego non farmi il bis di arrampicare senza caschetto (e che nessuno vedendo il tuo report ti prenda ad esempio!!). _________________ Parlare, raccontare è sempre difficile ... Life Time Mountain |
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ucamosciomoscio
Registrato: 13/05/11 14:20 Messaggi: 199
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Inviato: Mar Lug 01, 2014 12:17 pm Oggetto: |
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matteo81 ha scritto: | Bello tutto il racconto che restituisce uno spaccato storico della via "Grimonett", più volte osservata da me quando mi son trovato lì in zona.
Anche le foto rendono l'idea dell'arrampicata affrontata.
Tu mi sa che avevi proprio bisogno di far prendere aria ai capelli e spero ti sia servita: ma metterti sulla zucca un cazzo di CASCHETTO !! No eh?!?; bene bravo per la scalata ma ti prego non farmi il bis di arrampicare senza caschetto (e che nessuno vedendo il tuo report ti prenda ad esempio!!). |
Ciao Matteo, pienamente d'accordo sul casco, ma sei un pessimo osservatore perchè Uca il caschetto l'aveva ben calcato in testa, malgrado le corna Vedi tiro dei rossi da sotto
Ciao Uca |
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matteo81
Registrato: 28/12/10 09:23 Messaggi: 1225 Residenza: Cesano Maderno (MB)
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Inviato: Mar Lug 01, 2014 1:11 pm Oggetto: |
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ucamosciomoscio ha scritto: | matteo81 ha scritto: | Bello tutto il racconto che restituisce uno spaccato storico della via "Grimonett", più volte osservata da me quando mi son trovato lì in zona.
Anche le foto rendono l'idea dell'arrampicata affrontata.
Tu mi sa che avevi proprio bisogno di far prendere aria ai capelli e spero ti sia servita: ma metterti sulla zucca un cazzo di CASCHETTO !! No eh?!?; bene bravo per la scalata ma ti prego non farmi il bis di arrampicare senza caschetto (e che nessuno vedendo il tuo report ti prenda ad esempio!!). |
Ciao Matteo, pienamente d'accordo sul casco, ma sei un pessimo osservatore perchè Uca il caschetto l'aveva ben calcato in testa, malgrado le corna Vedi tiro dei rossi da sotto
Ciao Uca |
Uca o chi che sia, non cambia nulla ... troppe foto con una persona senza caschetto! _________________ Parlare, raccontare è sempre difficile ... Life Time Mountain |
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ucamosciomoscio
Registrato: 13/05/11 14:20 Messaggi: 199
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Inviato: Mar Lug 01, 2014 1:56 pm Oggetto: |
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matteo81 ha scritto: | ucamosciomoscio ha scritto: | matteo81 ha scritto: | Bello tutto il racconto che restituisce uno spaccato storico della via "Grimonett", più volte osservata da me quando mi son trovato lì in zona.
Anche le foto rendono l'idea dell'arrampicata affrontata.
Tu mi sa che avevi proprio bisogno di far prendere aria ai capelli e spero ti sia servita: ma metterti sulla zucca un cazzo di CASCHETTO !! No eh?!?; bene bravo per la scalata ma ti prego non farmi il bis di arrampicare senza caschetto (e che nessuno vedendo il tuo report ti prenda ad esempio!!). |
Ciao Matteo, pienamente d'accordo sul casco, ma sei un pessimo osservatore perchè Uca il caschetto l'aveva ben calcato in testa, malgrado le corna Vedi tiro dei rossi da sotto
Ciao Uca |
Uca o chi che sia, non cambia nulla ... troppe foto con una persona senza caschetto! |
Sai che hai proprio ragione, non ci avevo pensato, forse perché sono abituato a ragionare con la mia testa senza seguire modelli di sorta. Comunque mi scuso e rimedio subito.
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Franz Event manager
Registrato: 13/02/07 00:33 Messaggi: 9722 Residenza: Berg...scia...Verona
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Inviato: Mer Lug 02, 2014 11:52 am Oggetto: |
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Beh, mi sembra una arrampicata top questa.
Direi però che è ora di tornare agli altri attrezzi
matteo81 ha scritto: | (e che nessuno vedendo il tuo report ti prenda ad esempio!!). |
Spero che un report non sia di esempio per "cambiare" il proprio stile nell'andare in montagna.
Io ad esempio il casco lo metto spesso anche in falesia (Casazza) o similia (Angelone, Ballabio)...e per i fatti successi (soprattutto in Angelone!!!)...non mi sono mai pentito...anche se affianco tutti arrampicavano senza. La testa è la tua.
Ognuno è libero di andare in giro come crede.
Glielo si può dire, ovvio. Ma non è un istruttore di una scuola di alpinismo che deve insegnare la sicurezza.
E' vero che mettendo un report si ha una certa "responsabilità"...sì, ma nel dare nuovi spunti, nuove idee di gite...poi ognuno dovrebbe prenderle con le pinze e fasarle alla propria capacità.
Alla stessa stregua allora Stambek non dovrebbe postare foto con una vite ogni 20 metri, la Fedora o Arno o LucaD di discese ripidissime, i bikers di discese per sentieri a rotta di collo ...metti che a qualcuno venga in mente di emularli!!!!  _________________ -Per me i fotoreports di Franz sono come i giornalini pornografici: non leggo il testo, guardo solo le foto. Quindi Franz, continua a postare i tuoi reports che altrimenti mi tocca riabbonarmi a "Le Ore" (un forumista di OTT) |
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matteo81
Registrato: 28/12/10 09:23 Messaggi: 1225 Residenza: Cesano Maderno (MB)
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Inviato: Mer Lug 02, 2014 1:21 pm Oggetto: |
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Franz ha scritto: | Beh, mi sembra una arrampicata top questa.
Direi però che è ora di tornare agli altri attrezzi
matteo81 ha scritto: | (e che nessuno vedendo il tuo report ti prenda ad esempio!!). |
Spero che un report non sia di esempio per "cambiare" il proprio stile nell'andare in montagna.
Io ad esempio il casco lo metto spesso anche in falesia (Casazza) o similia (Angelone, Ballabio)...e per i fatti successi (soprattutto in Angelone!!!)...non mi sono mai pentito...anche se affianco tutti arrampicavano senza. La testa è la tua.
Ognuno è libero di andare in giro come crede.
Glielo si può dire, ovvio. Ma non è un istruttore di una scuola di alpinismo che deve insegnare la sicurezza.
E' vero che mettendo un report si ha una certa "responsabilità"...sì, ma nel dare nuovi spunti, nuove idee di gite...poi ognuno dovrebbe prenderle con le pinze e fasarle alla propria capacità.
Alla stessa stregua allora Stambek non dovrebbe postare foto con una vite ogni 20 metri, la Fedora o Arno o LucaD di discese ripidissime, i bikers di discese per sentieri a rotta di collo ...metti che a qualcuno venga in mente di emularli!!!!  |
Ti do ragione al 50%; giusto, si ragiona e si agisce con la propria testa ed esperienza, ma almeno mettiamo il caschetto in testa (buono come fai tu anche in falesia!) e soprattutto nelle vie di roccia.
Il mio discorso non voleva estendersi nel modo che hai proposto tu, ma mettere l'accento lo considero giusto, tutto qua. _________________ Parlare, raccontare è sempre difficile ... Life Time Mountain |
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claus_
Registrato: 12/02/07 21:39 Messaggi: 2200 Residenza: Kajaani
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Inviato: Mar Lug 08, 2014 10:25 am Oggetto: |
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sempre bella parete!! bravi.
nonostante vada spesso nel finalese, su quella parete ci ho scalato una volta sola.
gran ricordo, da allievo della scuola dei Ragni, avevo ripetuto la Catarinfrangente, con uno di quei fortissimi che 30 anni fa liberavano il primo 8a sul muro allucinante dell'antimedale. Del tiro di 6c mi ricordo delle gran mazzate sui denti, mi piacerebbe tornarci a rifarlo. Poi mi trascinò a forza alla temibile Superpanza per un'altra dose di mazzate su muri eterni.
si, quest'autunno ci tornerò! |
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airborne
Registrato: 07/08/08 19:43 Messaggi: 1370 Residenza: Bergamo- Trento
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Inviato: Mar Lug 08, 2014 11:49 am Oggetto: Re: Sempre più in basso, Pianarella via Grimonett |
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ucamosciomoscio ha scritto: | Grimonet, anagramma dei nomi dei primi salitori, Alessandro Grillo e Vittorio Simonetti, rappresentò in quel periodo ( 1975) il punto di arrivo di un magico momento di entusiastica ricerca , che pervadeva il movimento arrampicatorio finalese. Certamente non era il primo itinerario tracciato sulla grande parete del Pianarella, ma rappresentò in qualche modo un momento di rottura con il passato, altre vie percorrevano le linee di maggiore debolezza, quali la Vaccari ( 1972) degli omonimi fratelli genovesi e sempre di una cordata di fratelli, la Calcagni ( 1974). Possiamo affermare che Grimonett fu il frutto di un’idea alquanto originale di lanciarsi nel ventre della “Balena”, rappresentato dalle due grandi erosioni di roccia rossa presenti a centro parete, il merito di aver concepito un tale arduo itinerario va sicuramente a Vittorio Simonetti, per anni l’unico arrampicatore originario di Finale, personaggio non particolarmente noto nell’ambiente alpinistico italiano , pur essendosi legato spesso in cordata con i nomi altisonanti del momento , quali Gianni Calcagno e Alessandro Grillo. Rispetto a questi ultimi meno legato all’ambiente alpinistico tradizionale e con un esperienza sicuramente molto più circoscritta, non da meno affrontava i problemi arrampicatori con un approccio disincantato e quasi naif che gli consentiva una visione alquanto originale ( come in questo caso specifico ) avvalendosi poi delle sue grandi conoscenze professionali sulla pietra del finalese ( geologo presso le cave dell’entroterra), queste circostanze riunite si concretizzarono in questo felicissimo progetto. Ricordiamo che questa via è sicuramente una delle più percorse del Pianarella e forse dell’intero finalese ( e si vede ). L’avventura che portò Grillo e Simonetti alla realizzazione del loro progetto fu spalmata nell’arco di tre domeniche e terminata il 1°maggio 1975. La prima uscita permise loro, con un gran lavoro di giardinaggio ( come si può ben immaginare anche attualmente ) di raggiungere la comoda cengia alla base del “cuore” del problema, la grande erosione rossa di destra. La domenica successiva, Vittorio Simonetti riuscì con un lavoro titanico a superare questo tratto reso estremamente precario dalla friabilità della roccia, cosa quasi incredibile ai giorni nostri dopo il passaggio di migliaia di arrampicatori che hanno reso gli appigli marmorei, regalandoci una delle lunghezze da antologia di tutto il finalese. Il povero Vittorio impiegò tutto il pomeriggio per posizionare un chiodo ad espansione che si rivelò poi risolutore. La domenica successiva la cordata chiuse il conto con la partita, risolvendo le bellissime ed aeree lunghezze finali, il tracciato originale differiva nella parte finale da quello attualmente in uso, usciti dal tecnico diedro di 7° i primi salitori traversarono a ds evitando la parte superiore del diedro. La prima libera integrale si deve a Marco Bernardi nel novembre del 1980 che la superò al terzo tentativo, gradandola 6°+, mentre la prima solitaria ( legato ) è da attribuire a Giovanni Costa verso la fine degli anni 70.
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è anche uno dei "cento nuovi mattini"  _________________ Audaces fortuna iuvat
Kiss! (Keep It Simple, Stupid!) |
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ucamosciomoscio
Registrato: 13/05/11 14:20 Messaggi: 199
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Inviato: Mar Lug 08, 2014 12:06 pm Oggetto: Re: Sempre più in basso, Pianarella via Grimonett |
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airborne ha scritto: | ucamosciomoscio ha scritto: | Grimonet, anagramma dei nomi dei primi salitori, Alessandro Grillo e Vittorio Simonetti, rappresentò in quel periodo ( 1975) il punto di arrivo di un magico momento di entusiastica ricerca , che pervadeva il movimento arrampicatorio finalese. Certamente non era il primo itinerario tracciato sulla grande parete del Pianarella, ma rappresentò in qualche modo un momento di rottura con il passato, altre vie percorrevano le linee di maggiore debolezza, quali la Vaccari ( 1972) degli omonimi fratelli genovesi e sempre di una cordata di fratelli, la Calcagni ( 1974). Possiamo affermare che Grimonett fu il frutto di un’idea alquanto originale di lanciarsi nel ventre della “Balena”, rappresentato dalle due grandi erosioni di roccia rossa presenti a centro parete, il merito di aver concepito un tale arduo itinerario va sicuramente a Vittorio Simonetti, per anni l’unico arrampicatore originario di Finale, personaggio non particolarmente noto nell’ambiente alpinistico italiano , pur essendosi legato spesso in cordata con i nomi altisonanti del momento , quali Gianni Calcagno e Alessandro Grillo. Rispetto a questi ultimi meno legato all’ambiente alpinistico tradizionale e con un esperienza sicuramente molto più circoscritta, non da meno affrontava i problemi arrampicatori con un approccio disincantato e quasi naif che gli consentiva una visione alquanto originale ( come in questo caso specifico ) avvalendosi poi delle sue grandi conoscenze professionali sulla pietra del finalese ( geologo presso le cave dell’entroterra), queste circostanze riunite si concretizzarono in questo felicissimo progetto. Ricordiamo che questa via è sicuramente una delle più percorse del Pianarella e forse dell’intero finalese ( e si vede ). L’avventura che portò Grillo e Simonetti alla realizzazione del loro progetto fu spalmata nell’arco di tre domeniche e terminata il 1°maggio 1975. La prima uscita permise loro, con un gran lavoro di giardinaggio ( come si può ben immaginare anche attualmente ) di raggiungere la comoda cengia alla base del “cuore” del problema, la grande erosione rossa di destra. La domenica successiva, Vittorio Simonetti riuscì con un lavoro titanico a superare questo tratto reso estremamente precario dalla friabilità della roccia, cosa quasi incredibile ai giorni nostri dopo il passaggio di migliaia di arrampicatori che hanno reso gli appigli marmorei, regalandoci una delle lunghezze da antologia di tutto il finalese. Il povero Vittorio impiegò tutto il pomeriggio per posizionare un chiodo ad espansione che si rivelò poi risolutore. La domenica successiva la cordata chiuse il conto con la partita, risolvendo le bellissime ed aeree lunghezze finali, il tracciato originale differiva nella parte finale da quello attualmente in uso, usciti dal tecnico diedro di 7° i primi salitori traversarono a ds evitando la parte superiore del diedro. La prima libera integrale si deve a Marco Bernardi nel novembre del 1980 che la superò al terzo tentativo, gradandola 6°+, mentre la prima solitaria ( legato ) è da attribuire a Giovanni Costa verso la fine degli anni 70.
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è anche uno dei "cento nuovi mattini"  |
Certo, con quella bellissima foto in B/N che ritrae Massimo Marchegianni sul tiro dei rossi, purtroppo anche lui senza casco erano altri tempi. Comunque imperdibile anche il numero monografico di Alp sui primi trent'anni del Finalese, uscito nel 1998, quando le riviste di settore facevano ancora il loro mestiere con passione, l'ho riletto non so' quante volte, con un po' di rimpianto ( segno che la vecchiaia bussa alla porta )
Ciao Uca |
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