CAPANNA Q.SELLA: un angolo dimenticato del Bianco

[Franz]

Il versante W del Monte Bianco dall'Aiguille de Tre-la-Tete nel 2011. In arancio la salita alla Capanna Sella dal ghiacciaio del Monte Bianco

Da sempre il versante Ovest del Bianco mi aveva affascinato. C’eravam stati per il couloir SW della Baretti con discesa dal Col Emile Rey nel 2009. È un versante meno frequentato e celebre rispetto agli altri. Un versante che tuttavia ha una via storica dell’alpinismo sul Bianco. Lo Sperone della Tournette ricalca la prima via “normale” italiana di salita alla vetta, risalente al 1872, in seguito sostituita dalla Via del Papa (o des Aiguilles Grises). Punto tappa obbligatorio per questa salita è la Capanna Quintino Sella, anch’essa avvolta da un alone di storia che trasuda anche dalle sue pareti. C’è chi la raggiunge dal Rifugio Gonella per uno dei due rami del cosiddetto “couloir ad Y” , oppure dal ghiacciaio del Miage per il ghiacciaio del Monte Bianco. In entrambi i casi si tratta di due vie impegnative, che fanno gita a sé stante, anche senza proseguire oltre. Ovviamente non era questo il piano iniziale.

Sabato pomeriggio mi trovo a Bergamo con Arse e Gian. La macchina di Gian, che avremmo dovuto utilizzare per il viaggio, segna un guasto. Alla fine ne recuperiamo un’altra. Addirittura a GPL. “È andata bene”…
Giunti in Val Veny ci corichiamo in un bel prato sotto un fantastico cielo stellato. Poche ore di sonno per partire a notte fonda alla volta del ghiacciaio del Miage. Lo raggiungiamo alle prime luci e già il cielo sembra peggiorare. Alle 6 si rannuvola completamente e densi nuvoloni provengono dalla Francia. In men che non si dica comincia a piovere. Troviamo riparo sotto un masso del ghiacciaio per una buona mezz’ora. Giusto il tempo che il vento spazzi il cielo. Siamo pronti a ripartire. L’aria si è ben rinfrescata, il che non è affatto male. In breve siam alla lingua più bassa del ghiacciaio del Monte Bianco. Ne percorriamo il franoso canale tra roccia e ghiaccio nero per un tratto. Dopo un tentativo sulle liscissime placche di sinistra che non ci convince, riprendiamo piede sul ghiaccio, ora con dei tiri con muretti fino a 70°. Bello il ghiaccio che si presenta morbido e non spaccoso. Ad un certo punto Arse, di passaggio in una rigola, viene investito dall’unico sasso che decide di muoversi… Silenzio. Urla. Momento di panico. È stato colpito alla mano destra. La prima diagnosi è della rottura dell’indice. Pensiamo che comunque “è andata bene”… Dobbiam proseguire per non esporci ad eventuali scariche (fin’ora nessuna). Con una serie di muretti, discese, traversi, passaggi divertenti su crepacci guadagniamo il plateau intermedio donde ci spostiamo a sinistra per uscire comodamente dal ghiacciaio. Proprio qui un mio rampone si spezza in due. Ha fatto il suo tempo…ma meno male è successo qua e non prima sul ghiaccio… “è andata bene”… Proseguiamo per un pendio detritico con tracce fino a trovare ometti e segni di passaggio evidenti sulla lunga cresta di blocchi con traversi e passaggi in arrampicata. Arse stringe i denti e giunge in cima dimostrando di essere coriaceo. Il bivacco è una capanna di sassi su un panoramico poggio. All’interno è in legno con tre stanze, gas e pentolame. Troviamo tre alpinisti di Reggio Emilia diretti alla Tournette. Riesco a sistemare il rampone in maniera soddisfacente con del fil di ferro… medichiamo la mano di Arse alla bene e meglio…con dell’ “ottima” grappa come disinfettante Ma domani scenderemo per non dire ancora una volta “è andata bene”…
Dopo un dritto senza cena (la giornata è stata intensa) ci svegliamo la mattina e con una ottima temperatura scendiamo lo sfasciumato ramo destro del couloir ad Y. Giungiamo così alla neve e alle impressionanti, ma facilmente superabili, crepacce terminali. Con un po’ di zig-zag attraversiamo anche il ghiacciaio del Dome e giungiamo al Rifugio Gonella. La giornata è magnifica. Qui il rifugista insiste perché Arse scenda in elicottero. Io e Gian così, scaricati del materiale scendiamo veloci in Val Veny sfruttando le lingue di neve che facilitano la progressione. Recuperato Arse all’ospedale di Aosta scopriremo che ha “solo” lesionato il tendine dell’indice destro. Insomma, “è andata bene”…
Una gita di grande spessore, anche se “solo” per giungere ad un bivacco. Un bel modo (infortunio a parte ovviamente) di scoprire questo versante del Bianco anche per i miei soci. Ma ovvio…si tratta solo di un assaggio. To be continued…

Il cielo si incupisce (nessun filtro...era proprio così)

Propizio riparo sotto una roccia del Miage

La lingua del ghiacciaio del Monte Bianco

Ghiaccio e detriti

Su ghiaccio

Per essere un accesso ad un bivacco non male...

Primo tirello divertente

Vai Gian

Tre-la-Tete

Picco Luigi Amedeo

Il bel versante della Tre-la-Tete con a sinistra il canalone Bonatti

Crepacci giganti

Sulle rotte rocce dei Rochers del Bianco

Finalmente alla capanna

Dalla Capanna il proseguo per lo sperone della Tournette

Capanna e Tre-la-Tete

Magnifica alba

Couloir a Y

Crepaccia spiovente

Opa-Franza-Style nel crepaccio

Fuori dall’Y

Verso il Gonella

Bianco ed Y

Giochi di ghiaccio

L'attacco del ghiacciaio del Bianco

Salita al Sella (arancio) e discesa dal Gonella (blu)

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-Per me i fotoreports di Franz sono come i giornalini pornografici: non leggo il testo, guardo solo le foto. Quindi Franz, continua a postare i tuoi reports che altrimenti mi tocca riabbonarmi a "Le Ore" (un forumista di OTT)

[misteradamello]

Niente Tournette quindi?
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www.misteradamello.it

[Franz]

[Peggy]

Questa mi piace proprio...è un angolo di Bianco che voglio vedere
Ma quanti "è andata bene" tutti insieme

[misteradamello]

[Franz]

[Franz]

[Franz]

[Livio]

Dai, Franz, come si dice in questi casi: "better luck next time". Alla fine è stato comunque un utile giro esplorativo.
Anche io prima o poi ci proverò, ma, per quanto mi riguarda, per quest'anno temo di aver chiuso le danze: se non in generale, con il Bianco di sicuro. Se ne parla l'anno prossimo.
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"Tutti eravamo felici, ci rendevamo conto che stavamo abbandonando dietro di noi la confusione e le sciocchezze e compiendo la nostra unica e nobile funzione nel tempo, andare"
(J. Kerouac, "On the road")

[Peggy]

[fabiomaz]

Mi spiace per il povero Arse, ch spero si riprenda presto, me la ghigno per il rampone ma, in generale, mi piace molto questa tua avventura, mi piace perchè ogni tanto è bello che i progetti non vadano in porto, tanto lo sai che prima o poi ci torni.
E mi piace che reportizzi anche..i mezzi successi, anche se in altre occasioni ho detto che uno ha tutto il diritto di scegliere di non reportizzare..i mezzi successi.

Ma perchècil rifugista ha insistito per un dito?
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"TUTTO e' piu' facile delle Orobie" G.Valota

[Franz]

[Annette]

Beh per chi non c'é mai stato, per chi ci vuole andare, per chi sceglie di non andarci mi pare comunque utile....

Anche per chi andarci non può... tipo me!
Scrivi scrivi scrivi fotografa fotografa!!! Anche se non dalla vetta!
Non è che siccome sai di non essere Luisa Rigey non leggi Piccolo Mondo Antico... o Carrie Bradshaw non vedi Sex and the City

Anzi!
Franz, facci sognareeeeeeee
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Annette

[gustav1971]

Benvenuta Annette!!!
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Marco

[Domonice]

Vaffanculo Franz, mi hai fatto tornare la voglia di andare in montagna e non ho un cazzo di allenamento!
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www.on-ice.it
- i limiti sono nella tua testa -