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Pizzo dell’Omo e Diavolo di Tenda, inediti da Carona
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Vezz



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MessaggioInviato: Dom Ago 19, 2012 4:05 pm    Oggetto: Pizzo dell’Omo e Diavolo di Tenda, inediti da Carona Rispondi citando

Carona è la mia seconda casa. Da sempre. D’estate assume le sembianze di un campo base dove, tra le altre cose, bivaccare pigramente in vista di escursioni più o meno ardite. Col passare degli anni la fase di progettazione gite si fa ogni estate più complicata, dovendo io scovare itinerari nuovi, che soddisfino almeno parte della mia sete di esplorare cime e vallette ancora non calcate. I giri meno impegnativi tendo, per una ragione o per l’altra, a rimandarli, quelli più stuzzicanti fattibili in giornata sono ormai viziati da lunghi avvicinamenti (da fare a tutta birra) che richiedono un discreto allenamento già solo per raggiungere la fatidica soglia orobica dei Duemila.
La sempre più difficile fase di spremitura di meningi produce alfine un’idea che, seppur potendo sembrare balzana ai più, è per me la quadratura del cerchio: andrò al pizzo dell’Omo! Attraverso il passo di Cigola e l’alta val d’Ambria.
Il pizzo dell’Omo è montagna decisamente fuori dagli itinerari battuti, adiacente al celebre Diavolo di Tenda, ma separato rispetto alla verdeggiante val Camisana dalle lisce piode che contornano la bocchetta di Podavit. La cuspide terminale, solcata da caratteristiche striature colorate, fa da spartiacque tra la val Seriana e la Valtellina; insieme ad altri baluardi rocciosi costituisce la testata della selvaggia vallata nella quale sorge l’isolato rifugio Brunone.
Raggiungerne la vetta partendo da Carona, via passo di Cigola (percorso meno “immediato” rispetto a quello per Podavit), vuol dire macinare un dislivello di oltre 2000 metri, ai quali ne andranno aggiunti, nella migliore delle ipotesi, almeno un altro paio per il rientro. L’ultimo tratto, pur rimanendo avvolto nel mistero, richiederà certamente di essere superato con una seppur facile arrampicata. Fatte salve queste premesse, è comprensibile come nella mia testa frullino dubbi e incertezze sulla buona riuscita della gita, acuite dall’essere l’unico ardito partecipante all’iniziativa. Per non farmi mancare nulla, considero anche la possibilità, una volta raggiunta la cima, di traversare al pizzo del Diavolo risalendone la parete/cresta nord: sarebbero ulteriori 300 emozionanti metri di dislivello. Mi trascrivo qualche appunto apponendovi in parte un immaginario, grosso punto interrogativo.
Alle 5.55 di un fresco martedì d’agosto mi chiudo la porta alle spalle. Partire a camminare dall’uscio di casa è ogni volta motivo di gioia. Avrò calcato la “Strada Bassa” verso Pagliari decine e decine di volte: da piccolo col babbo mi si apriva dinnanzi un mondo fatto di mistero e avventura, successivamente per gite più impegnative da solo o in compagnia, ultimamente, conoscendone quasi ogni pietra. Lo zaino è piuttosto leggero, l’unico sfizio concessomi è un chilo di treppiede. Senza incontrare nessuno, saluto il borgo dormiente, il primo sole sui Corni di Sardegnana, la cascata di Sambuzza, la baita del Dosso, la “Fontana Rossa”, la conca del lago del Prato, le prime marmotte e, finalmente, il Longo e i suoi gestori.
Davanti ad una fetta di torta espongo le mie intenzioni, ricevendo in cambio occhiate di sorpresa e disappunto. L’Enzo si congeda con un: “Se non ripassi di qui fammi sapere”, che in dialetto bergamasco sta a significare: “Secondo me non c’arrivi su di lì e comunque stai attento che non ti voglio avere sulla coscienza”. Ringalluzzito dal rinnovarsi della sfida con me stesso, riparto alla volta del passo di Cigola che raggiungo ben presto. In anticipo sulla tabella di marcia. Il colpo d’occhio sull’alta val d’Ambria è incantevole, ravvivato dalla luce del mattino. Disgrazia e Bernina appaiono per la prima volta meno severi ai miei occhi. Mi rendo conto di quanta quota devo perdere. Fingevo di non saperlo. Impreco. Sorrido. Il tempo di un autoscatto e sto già ruzzolando a valle in linea retta per sfasciumi ed erbe. Il cosiddetto avvicinamento è terminato: da qui in avanti è tutto nuovo, da gustare con la dovuta calma.
Dopo quasi un’ora di attenta discesa, mi imbatto nell’alta via delle Orobie valtellinesi che brevemente seguo, prima di svoltare verso nord in direzione della bocchetta di Podavit. Il paesaggio si spoglia di qualsiasi aspetto dolce per farsi ora tetro, decisamente poco invitante. Le pareti del Rondenino fanno quasi spavento. Il terreno è costituito da una pietraia, francamente bagnata, che in altri momenti avrei considerata infame. Ma ora sto bene, salto da un sasso all’altro con disarmante facilità, non sono per nulla stanco. Sarà la novità del panorama o uno straordinario periodo di forma, fatto sta che in men che non si dica mi ritrovo in prossimità della testata della valle con la stravagante compagnia di capre sassivore (non mi spiego altrimenti per quale ragione si siano spinte in questo luogo desolato). Ma la sorpresa è reciproca: incuriosite dalla mia presenza, restano in posa a fissarmi. Le immortalo e scappo via. Verso l’alto. Verso il pizzo che, ormai a portata di mano, si erge scuro alla mia sinistra. Spengo la sete all’ultimo rigagnolo della valle, assaporo la fatica sul ripido e sfasciumoso pendio, lancio un’occhiata al celebre cengione che scende dalla bocchetta di Podavit.
Con l’aumentare della pendenza, risultando svantaggioso il procedere per sfasciumi, decido allora di sferrare l’attacco alle rocce sulla verticale della cima. Non faccio in tempo a cercare i primi appigli che un grido risuona nella valle. E’ l’amico Nazzareno che dalla via normale del Diavolo mi dà il buongiorno e mi sprona a proseguire. E’ grazie a lui, ma soprattutto grazie alla voglia di uscire dal marciume delle esposte roccette dove mi son cacciato che, in quattro e quattr’otto, per canalini e saltini raggiungo la cresta dove posso finalmente tirare un sospiro di sollievo. Ricaccio indietro un principio di commozione rimettendomi in marcia alla volta della ormai vicina vetta. La raggiungo e la sento mia. Il primo sguardo va alla terrificante parete nord del Diavolo di Tenda. La scruto in religioso silenzio. Mi rivolgo quindi al Redorta, al Rondenino, al roccioso crinale che prosegue verso nord, interrotto dalla cima settentrionale del pizzo dell’Omo.
Sorrido, mi preoccupo, mi siedo, gioisco, contemplo, infreddolisco. Riparto. Direzione? Passo del Diavolo e cima omonima. Forse. Ripercorro a ritroso la cresta fino ad un primo gendarme che, con prudenza, ma senza particolari problemi, aggiro sul versante valtellinese. Un secondo torrione, un intaglio e alcune affilate roccette, mi depositano dinnanzi all’ultimo inaccessibile barbacane. Il suo aggiramento, ancora una volta sul lato Ambria, mi crea qualche grattacapo in più, essendo il terreno maledettamente marcio. Ed esposto. Trattengo il fiato e, senza troppo guardare in basso, mi appiattisco contro la roccia, avendo cura di tastare ogni appiglio. Sono fuori. Si fa per dire.
La verticale parete nord del Diavolo farebbe paura a chiunque. Almeno prima che si fosse individuata l’invitante fessura che permette di superare agevolmente le difficoltà iniziali. Muovendosi in traverso tra massi pericolanti e rocce millefoglie, si guadagna un secondo canale che, in obliquo da destra a sinistra, permette di contenere la comunque ragguardevole esposizione sulla valle del Salto. Guadagnata la cresta nord-est, non resta che affidarsi a placche e risalti rocciosi che, senza percorso obbligato, permettono di intercettare la via normale di salita prima e la vetta poi. Sono per la terza volta in cima alla montagna simbolo della val Brembana: la ciliegina sulla torta di questo splendido e inedito giro. E per una volta non mi importa se la classica nuvola che abitualmente vi staziona da metà mattinata mi nega il panorama.
Appagato e soddisfatto, neppure troppo stanco, scendo trotterellante. Due distinte famigliole di stambecchi mi regalano alcuni altri momenti di bellezza montana e poi via verso il Longo: c’è l’Enzo da tranquillizzare.
Sarebbe finita qui se non fosse che i parenti mi sono venuti incontro al rifugio. Non posso pertanto esimermi da una risalita al lago del Diavolo e ad una piacevole (tranne che per le mie anche) divagazione verso la baita Armentarga che mi fanno raggiungere la ragguardevole cifra di 2700 m di dislivello.
Che giornata! E ora cosa mi invento per le prossime volte?



A Pagliari tutto è tranquillo


La bella d’inverno, versione estiva


Giochi di luci e ombre sul pizzo Torretta e sui Corni di Sardegnana


Ombre ancora lunghe oltre il Longo


Al passo di Cigola svetta tra le nubi l’ora più conosciuto Disgrazia


Giù a tutta velocità per sfasciumi


Le mie mete da qui incutono un certo timore (Diavolo all’estrema destra, Omo la puntina appena a sinistra)


Uno sguardo alla val d’Ambria


Ed uno alle terrificanti pareti del Rondenino


Viola Comollia


Un incontro davvero inaspettato


La cuspide dell’Omo è ora vicina


Il Rondenino e i pochi nevai residui


L’amico Nazzareno, con famiglia, sulla normale del Diavolo


Sfasciumi in cresta


Dalla vetta si erge maestosa la nord del Diavolo di Tenda


Niente male nemmeno la vista sul gruppo Redorta-Scais


Il curioso pizzo dell’Omo dai pressi della bocchetta del Diavolo


Terminati i canalini iniziali si presenta il tratto più agevole di salita


Sulle belle e divertenti placche prima di incrociare la normale al Diavolo


Soddisfatto dopo oltre 6 ore di cammino e 2400 m di dislivello


Gli stambecchi ormai sono ovunque: famigliola numero 1



Verso il passo Selletta


Famigliola numero 2




Risalita al lago del Diavolo e foto di gruppo


Sul sentiero per la baita Armentarga


Chiesetta


Il lago Cavasabbia




L'ultima modifica di Vezz il Lun Ago 20, 2012 6:47 pm, modificato 2 volte
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lupin-3



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MessaggioInviato: Dom Ago 19, 2012 5:06 pm    Oggetto: Rispondi citando

Bellissima gitona !!!!! E son contento che in parte ti ho dato quella carica coi miei urli da straccivendolo. In realtà ero felice che fossi già lì e ho voluto guidarti e caricarti avendo visione completa della parete da dove mi trovavo io

Complimenti sei un grande DOC Very Happy Very Happy
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rediquadri



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MessaggioInviato: Lun Ago 20, 2012 4:00 pm    Oggetto: Rispondi citando

Grandissima giro! Complimenti per la solitaria! Wink
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gustav1971



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MessaggioInviato: Lun Ago 20, 2012 4:13 pm    Oggetto: Rispondi citando

Sempre belle, mi han colpito veramente le capre sulla diga.

Che livello di arrampicata!!! Laughing

Ma quali capre...!!! ???
Sei riuscito a fotografare in un colpo solo sia i Dahu levogiri che i Dahu destrogiri! Razz
Da Pulitzer! Wink
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Marco
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Nibi



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MessaggioInviato: Mar Ago 21, 2012 2:22 pm    Oggetto: Rispondi citando

complimenti per il gran bel giro, la Val D'Ambria è una delle mie valli orobiche preferite.
Non hai preso in considerazione la possibilità di accedere alla base dell'Omo arrivando dalla Bocchetta di PodavitT? in teoria credo che avresti risparmiato dislivello, no? non l'ho mai percorsa e sarebbe per me la via più comoda per arrivare alla normale del Diavolo ma non so se sia percorribile a stagione avanzata (l'attacco dipende dall'altezza del glacionevato del Diavolo NW).
Come valuteresti la difficoltà "arrampicatoria" per l'Omo? II° III°?
ti chiederò le foto ai piccoli ghiacciai della Val D'Ambia per l'SGL!

ma come fai a trovare la giusta messa a fuoco negli autoscatti mentre arrampichi o mentre cammini? chiudi tutto il diaframma per tenere tutto a fuoco? Very Happy

ciao
Nibi
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"io la Val Toate la giro come il Papa la Cappella Sistina" L.Bono, 15 gen 2012
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Ares88



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MessaggioInviato: Mar Ago 21, 2012 9:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

uela bestiaccia...riguardando le tue foto e rileggendo mi pare di aver capito che ti sei fermato all'anticima S dell'Omo quotata 2760 credendo fosse l'Omo...la vera vetta è quella più lontana che si vede nella foto dove ritrai la cima da te raggiunta...la seconda dalla bocchetta del Diavolo, non la prima.....(magari ho capito male)..

quindi...dovrai ritornarci per forza...magari dal Salto... ahahahha Wink Wink Wink
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----la vera gioia � austera
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Panoramix



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MessaggioInviato: Gio Ago 23, 2012 9:19 am    Oggetto: Rispondi citando

"Carona è la mia seconda casa. Da sempre."
.................................................................
"Non faccio in tempo a cercare i primi appigli che un grido risuona nella valle. E’ l’amico Nazzareno che dalla via normale del Diavolo mi dà il buongiorno e mi sprona a proseguire. E’ grazie a lui, ... che, in quattro e quattr’otto, ... raggiungo la cresta dove ... tirare un sospiro di sollievo."

Ma questo incontro "a distanza" (ben documentato da entrambi) e' stato casuale o concordato ? Non sapevo fossi un "caronese" (si dice cosi' ?) acquisito: possibile che prima di on-ice non avessi mai incrociato Lupin-3 che mi sembra altrettanto "trapiantato" da quelle parti ?

"Soddisfatto dopo oltre 6 ore di cammino e 2400 m di dislivello"
Lo credo bene ... anche perche', se ho ben capito, di sentiero, segnato, ce n'era poco o nulla ...

"Viola Comollia"
"Invidio" anche la tua preparazione in campo botanico ... io sono a livello zero ... magari anche sottozero se mi dici che la Viola Comollia la conoscono tutti ...

"... mi fanno raggiungere la ragguardevole cifra di 2700 m di dislivello.
Che giornata! E ora cosa mi invento per le prossime volte?"

Mi sembri giunto ad un bivio: o aumenti ancora il dislivello oppure passi ancora a qualcosa di piu' "tecnico". Io scommetterei sulla prima e non mi stupirei magari di vederti alla partenza del "Tor des Geants" o qualcosa di analogo magari gia' l' anno prossimo ...
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Vezz



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MessaggioInviato: Lun Ago 27, 2012 3:51 pm    Oggetto: Rispondi citando

gustav1971 ha scritto:
Sempre belle, mi han colpito veramente le capre sulla diga.

Che livello di arrampicata!!! Laughing

Ma quali capre...!!! ???
Sei riuscito a fotografare in un colpo solo sia i Dahu levogiri che i Dahu destrogiri! Razz
Da Pulitzer! Wink


Ho dovuto cercare su wikipedia.. interessante! Wink
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MessaggioInviato: Lun Ago 27, 2012 3:55 pm    Oggetto: Rispondi citando

Nibi ha scritto:
complimenti per il gran bel giro, la Val D'Ambria è una delle mie valli orobiche preferite.
Non hai preso in considerazione la possibilità di accedere alla base dell'Omo arrivando dalla Bocchetta di PodavitT? in teoria credo che avresti risparmiato dislivello, no? non l'ho mai percorsa e sarebbe per me la via più comoda per arrivare alla normale del Diavolo ma non so se sia percorribile a stagione avanzata (l'attacco dipende dall'altezza del glacionevato del Diavolo NW).
Come valuteresti la difficoltà "arrampicatoria" per l'Omo? II° III°?
ti chiederò le foto ai piccoli ghiacciai della Val D'Ambia per l'SGL!

ma come fai a trovare la giusta messa a fuoco negli autoscatti mentre arrampichi o mentre cammini? chiudi tutto il diaframma per tenere tutto a fuoco? Very Happy

ciao
Nibi


Ciao Nibi, come ho scritto, preferivo passare dal passo di Cigola oltre il quale era per me tutto nuovo. Osservando Podavit: la neve c'era ma era staccata dalla cengia, non credo di potesse scendere da lì se non disarrampicando. Ares dice che han messo delle catene, ma a me non è parso di vederle.
Le difficoltà per l'Omo sono sul II scarso, marcio. Dipende un po' dalle roccette che vai a prendere.

Per gli autoscatti generalmente non ho problemi nemmeno con la reflex: memorizzo la posizione che avrò e metto a fuoco lì. Quindi son abbastanza fermo. Ne risulta che spesso le pose sembrano finte (qui mi son riuscite discretamente bene però)
Per qs giro cmq avevo la compatta che ha una profondità di campo più ampia.
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MessaggioInviato: Lun Ago 27, 2012 3:57 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ares88 ha scritto:
uela bestiaccia...riguardando le tue foto e rileggendo mi pare di aver capito che ti sei fermato all'anticima S dell'Omo quotata 2760 credendo fosse l'Omo...la vera vetta è quella più lontana che si vede nella foto dove ritrai la cima da te raggiunta...la seconda dalla bocchetta del Diavolo, non la prima.....(magari ho capito male)..

quindi...dovrai ritornarci per forza...magari dal Salto... ahahahha Wink Wink Wink


Ebbene... chairaggione (come sempre)! 2758 per la precisione.
E in effetti a guardarlo dal Brunone la mia cimetta sembrava nettamente più bassa. Eh sì che non c'erano difficoltà per arrivare sulla vera cima. Tornerò, oppure farò finta di niente e lo darò per salito.
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MessaggioInviato: Lun Ago 27, 2012 4:03 pm    Oggetto: Rispondi citando

Panoramix ha scritto:
"Carona è la mia seconda casa. Da sempre."
.................................................................
"Non faccio in tempo a cercare i primi appigli che un grido risuona nella valle. E’ l’amico Nazzareno che dalla via normale del Diavolo mi dà il buongiorno e mi sprona a proseguire. E’ grazie a lui, ... che, in quattro e quattr’otto, ... raggiungo la cresta dove ... tirare un sospiro di sollievo."

Ma questo incontro "a distanza" (ben documentato da entrambi) e' stato casuale o concordato ? Non sapevo fossi un "caronese" (si dice cosi' ?) acquisito: possibile che prima di on-ice non avessi mai incrociato Lupin-3 che mi sembra altrettanto "trapiantato" da quelle parti ?

"Soddisfatto dopo oltre 6 ore di cammino e 2400 m di dislivello"
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"... mi fanno raggiungere la ragguardevole cifra di 2700 m di dislivello.
Che giornata! E ora cosa mi invento per le prossime volte?"

Mi sembri giunto ad un bivio: o aumenti ancora il dislivello oppure passi ancora a qualcosa di piu' "tecnico". Io scommetterei sulla prima e non mi stupirei magari di vederti alla partenza del "Tor des Geants" o qualcosa di analogo magari gia' l' anno prossimo ...


L'incontro a distanza è stato casuale anche se sapevamo entrambi dal giorno prima i nostri programmi.
Caronese da sempre, ma conosco senz'altro più i monti che il paese.

Per la preparazione botanica.. ricordavo solo di averne letto su un numero di "Orobie" tempo fa. La Viola di Comolli è un endemismo orobico.

Livello o dislivello? Non saprei.. io sono attratto dagli scenari, possibilmente nuovi e mozzafiato. Alcuni orobici ultimamente mi annoiano un po', sarebbe bello aumentare il livello, ma ci vuole soprattutto la testa.
E senza allenamento in falesia/cascata nè tanto meno palestra (che per ora detesto) sarà dura. Magari con qualche socio volenteroso, gradualmente..
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calimero



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MessaggioInviato: Lun Ago 27, 2012 4:15 pm    Oggetto: Rispondi citando

Mi sembra che gli ingredienti per questo tipo di imprese tu li abbia shakerati al punto giusto :
il " discreto allenamento " , lo "straordinario periodo di forma " e, per completare il gateau, il pizzico di follia e di convinzione che dopo la triade ti si sono piantati in zucca.
Salto quantico...
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Vezz



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MessaggioInviato: Lun Ago 27, 2012 4:26 pm    Oggetto: Rispondi citando

Eccolo il Flavio! Razz
L'onore del primo commento. Embarassed

Ti ringrazio, ma questa è.. robetta! (v. altri report) Wink
Orobica per di più.
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Franz
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MessaggioInviato: Mar Ago 28, 2012 9:11 am    Oggetto: Rispondi citando

Bel giro.
Anche se non l'ho mai percorso con questa partenza...

Mi ricordi invece molto la mia solitaria di molti anni fa (2002) quando in preparazione al Bianco (la mia prima volta) partii da Fiumenero, per le Baite Grabiasca, per salire il Ceppo e il Poris e dormire al Frattini.
L'indomani Diavolino, Diavolo, Omo (ricordo di aver evitato versante seriano il primo muretto), Salto, Fiumenero.
Avevo volutamente caricato lo zaino (18kg!!!) di cose inutili per fare allenamento...

Ricordi Ares il racconto?

Vezz ha scritto:
Ebbene... chairaggione (come sempre)! 2758 per la precisione.
E in effetti a guardarlo dal Brunone la mia cimetta sembrava nettamente più bassa. Eh sì che non c'erano difficoltà per arrivare sulla vera cima. Tornerò, oppure farò finta di niente e lo darò per salito.

beh, tanto chi vuoi che te la contesti? Mica c'è un club2000 obbrobici Twisted Evil
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fabiomaz



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Messaggi: 3178
Residenza: Bergamo

MessaggioInviato: Mar Ago 28, 2012 11:36 am    Oggetto: Rispondi citando

Franz ha scritto:

Mi ricordi invece molto la mia solitaria di molti anni fa (2002) quando in preparazione al Bianco (la mia prima volta) partii da Fiumenero, per le Baite Grabiasca, per salire il Ceppo e il Poris e dormire al Frattini.
L'indomani Diavolino, Diavolo, Omo (ricordo di aver evitato versante seriano il primo muretto), Salto, Fiumenero.


'un centra!

Vezzone, forma da paura la tua.
Mi aveva detto il Naz di averti visto.
Hai per caso fatto qualche foto della testata della valle tra Cigola e Masoni?
Magari ci torno fra un paio di mesi se fa un pò di freddo e neve in quota.
_________________
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