Sono stato sul Disgrazia

[Vezz]

Ricevo una mail inaspettata da un amico. E' per il Disgrazia. Dico sì. Dico si può.
La strada di Predarossa è stata asfaltata per l'occasione: se non è un tappeto rosso, è quantomeno un segnale di benvenuto.
Siamo carichi come muli: chissà perchè mi sono messo in testa che questo montagnone vada affrontato in tenda.

La piana di Predarossa è piena di gitanti gioiosi. Da posto paradisiaco quale è, se li merita tutti. Il Disgrazia è già visibile. La sua sagoma è inconfondibile: sfondo costante di numerose camminate orobiche, ora ci si erge proprio dinanzi. Se non è timore quel che provo è almeno riverenza. Si nasconde per ricomparire tra i larici della piana, riempie bucolici quadretti, ravviva i detritici pendii lassù. E con esso i Corni Bruciati, di una precarietà disarmante, attraenti.
Il torrente è padrone della valle, ci accompagna con il suo rumore bianco. Dalla prima enorme piana si passa ad una seconda. L'idea sarebbe quella di piantare qui la tenda. Tra estetica e razionalità prevale però quest'ultima. In fondo oggi ci siamo travestiti da alpinisti. Saliamo ancora un paio di centinaia di metri.
Non sono molti gli spiazzi che fanno al caso nostro. Scaraventare a terra lo zaino è un sollievo. In men che non si dica la tenda è montata, la cena consumata, la via decisa, la sveglia puntata. E' un tran tran che puntualmente commuove, ed è in questi attimi che vien fuori la verità: ci si scopre in sintonia con il compagno di cordata; se devono nascere contrasti questo è il momento.

Alle quattro e trenta abbandoniamo il nostro giaciglio alla volta del rifugio Ponti. La salita è agevole, le indicazioni presenti. Lo raggiungiamo: tutto tace. Silenziosi come due ladri, proseguiamo verso la morena. Se tutto andrà per il meglio, la vetta sarà la refurtiva, dell'amplissimo panorama faremo bottino. Il saldo granito grigio, si mischia con il marrone del serpentino. E' l'aurora, progressivamente tutto si arrossa, le percezioni mutano, l'aria è frizzante. Stiamo bene.

L'ormai esangue ghiacciaio di Predarossa è l'accesso alla sella di Pioda. E' la scala per un mondo sconfinato, per panorami a trecentosessanta gradi che nemmeno la fastidiosa copertura nuvolosa di inizio mattinata può intaccare.
Ci affacciamo sulla parete nord, una folata di vento ci investe. Poi una seconda e un'altra ancora. Mi sa tanto che il signor Eolo è si è svegliato col piede storto anche quest'oggi. Mutismo e rassegnazione. Pensieri di rinuncia, sguardo di intesa col socio. Il meno è fatto, come si suol dire: ora il gioco si fa duro.

Approfittiamo dell'ultima neve rimasta per guadagnare metri preziosi, compiamo i primi passi di arrampicata verso la cresta. Non sarebbe prettamente la via migliore ma ci arrabattiamo. Siamo determinati. Dobbiamo esserlo visto che siamo soli sulla montagna. Sensazione non certo del tutto nuova visti i posti dove in genere mi caccio, ma comunque particolare visto che siamo su un itinerario alpinistico.

Raggiunto il crinale avanziamo decisi. Alle prime difficoltà ci legheremo. Sul nevaio a 40° affiora un leggero ghiaccio. Non importa, lo superiamo facendo mordere la piccozza. I passaggi esposti non sono un reale problema: niente corda nemmeno qui. La temuta impennata di cresta si rivela un bluff; solo il famoso cavallo di Bronzo fa traballare le nostre sicurezze. E d'altra parte, una volta superatolo, siamo già in vetta.

Una volta tanto siamo stati svelti. Quattro ore e mezza da quota 2300 non è malaccio. Stiamo diventanto seri? Nemmeno il tempo di darsi una risposta che spunta una sagoma rossa in lontananza. Solitaria e sciolta. Non passa molto e siamo in compagnia. Ciao Matteo!
Con una conservina sprotetta ma ugualmente utile, torniamo a scendere in direzione della sella di Pioda, inebriati da un mare di granitiche cime aguzze. Bello e arcigno il Masino!

Dalla sella in giù è uno lento scivolare a valle, liberandosi dapprima di ramponi, caschetto e robe varie; spaccandosi infine la schiena con tenda, sacco a pelo e chi più ne ha più ne metta. Questo Disgrazia me l'ero tracciato in testa così. Tale e quale.


L'ambiente è da favola, il Disgrazia fa capolino


Placide acque


La passerella per il mondo superiore


Una curva e via


Piana di Predarossa, e un principio di Orobie


Moltiplicazione delle piane


Le luci della sera investono la montagna


I Corni Bruciati, disarmanti. Attraenti


Col vestito più bello


L'alba ci investe sulla morena




Se torneremo sarà per loro


Cime del Calvo e Desenigo


Dalla sella di Pioda, le alte quote


L'esposto pendio a 40°


Cordammmolla


E la cresta s'impenna


Cornicetta residua


Il caos basale della parte nord


Sono stato sul Disgrazia


Eravamo soli sulla montagna


Uno scenario indescrivibile


Linea - punto


Il tetto del Masino


Sulla via del ritorno


Tira un certo venticello


Scivolando sul ghiacciaio


Sinuosa morena


In vista del rifugio Ponti


Proprio là!


Ahia la schiena..

[Vecchioleone]

[Orzo Bimbo]

Bravi bell' avventura con la tenda poi.... :
Questa volta niente abbraccio alla cima ???
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La felicita' c'è l'ha chi la coglie !
Per altre foto :
http://alpinline.blogspot.com/

[matteo81]

[matteo81]

Complimenti Luca, ormai sei a un livello superiore!

[Franz]

Ora son curioso...foto reflex o lumix?
Dimmeammmmè...ma la Cordammmolla non ti interessava?
PS: vediamo se capisci stavolta...il "cripticismo"
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-Per me i fotoreports di Franz sono come i giornalini pornografici: non leggo il testo, guardo solo le foto. Quindi Franz, continua a postare i tuoi reports che altrimenti mi tocca riabbonarmi a "Le Ore" (un forumista di OTT)

[Vezz]

Il Disgrazia è venuto prima del Badile.
Magari si passasse di livello come nei videogiochi.

Franz, qui le foto sono un po' e un po'. Quelle della cresta (esclusi i panorami dalla vetta) sono compatta, le altre reflex.
A mio parere non si distinguono.

La Cordamolla? Era ed è obiettivo altrui. Nemmeno mi ero documentato sulle difficoltà.
Essendo una cresta comunque deve offrire begli spunti fotografici anch'essa.

[Ares88]

ma quanto è bella quella zona delle Retiche?? fosse un po' più vicina...farei almeno due estati a girare li...salendo tutte (o quasi) quelle cime favolose...e poi quando scendi e vicino al parcheggio ti trovi luoghi come preda rossa o pian del Lupo di chiareggio....robe davvero uniche!
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----la vera gioia � austera

[Orzo Bimbo]

[mauroedani]

Eccola qua un'altra di quelle cime onnipresenti quando giri in valtellina ma..mi manca...è da studiare un pochino...non è impossibile ma non è neanche banale !!!

[Ovomaltina]

Che bel racconto!!! E che bella cima! Il Disgrazia è la mia scimmia sulla spalla, l'anno scorso l'avevo tentato ma sono tornata indietro causa inesperienza mia e dei compagni con cui ero... Lì ho capito che avere un compagno fidato e in sintonia con te fa la differenza tra il centrare una cima o il rinunciarvi...
E' bello leggere i tuoi report...
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Ho voluto la bicicletta ora pedalo!

[calimero]

Trittico completato.
Anche a livello di immagini.
Effettivamente il Disgrazia ha un fascino particolare, datogli dalla sua onnipresenza allo sguardo.
Bello.
Giusta l'attrazione fatale per i Corni Bruciati, sono cime di gran fascino.
E per te ora una passeggiata.....
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calimero

[strange]

[Vezz]

Yes. Non conto balle

[strange]