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Invernali - come valutare la stabilità della neve?
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Autore Messaggio
Rob



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MessaggioInviato: Sab Dic 03, 2011 7:43 am    Oggetto: Invernali - come valutare la stabilità della neve? Rispondi citando

Ciao a tutti,
sto cercando di farmi una cultura su neve & slavine per poter affrontare questo inverno le mie prime invernali. Ho letto centinaia di pagine sulle trasformazioni della neve e sulle slavine, ma tuttora mi sfugge il lato "pratico" della cosa: secondo libri come "Snow sense" dovrei fare il nivologo come professione e per fare 2 ore di canale ci metterei due giorni!
Non credo che, quando voi andate a fare un'invernale, vi mettiate a controllare le condizioni meteo per un mese di fila, e poi salendo vi mettiate a scavare buche e a fare test di stabilità del manto nevoso ogni 10 metri... Tutta questa scienza che ruota attorno alle valanghe mi sembra un po' troppo approssimativa e irrealistica, ogni evento naturale (vento, pioggia, neve, freddo, caldo, ...) può potenzialmente stabilizzare il tutto o renderlo instabile, ma forse no, e se è tutto ben consolidato allora è buono perché la neve si sostiene bene ma se cede viene giù tutto.... ARGH!
Alla fine, se anche passassi mesi a studiare un particolare pendio e scavassi più buche di una talpa, ne saprei quanto prima, perché magari tutto il pendio sembra cemento e io salirei fiducioso ignorando che, passando su uno sweet spot dovuto a una serie irripetibile e imprevedibile di cause, potrei tirarmi in testa l'intera montagna...
Vedo che molte persone si fidano ciecamente del bollettino valanghe, ma quello è solo un'indicazione di massima, da quanto ho potuto capire basta solo che il vento sia incanalato nella direzione sbagliata, o l'ombra di un'altra montagna copra un punto particolare di un pendio, o ci sia un sasso malefico in mezzo al pendio, o .... che tutto va al diavolo!

Nella pratica, tralasciando gli indizi più ovvi (certo, se ieri notte sono scesi due metri di neve magari oggi resto a casa), come fate a valutare il reale pericolo di un'uscita? Per esempio, se io dovessi proporvi di fare una cascata/canale al di sotto di un enorme pendio di neve (quindi nessuna possibilità di valutare sul terreno se la neve è stabile o meno), cosa mi rispondereste?

Mi scuso per l'eccessiva lunghezza del post e attendo fiducioso di essere illuminato dai consigli di voi esperti -- mica posso passare la vita a sbavare sui vostri report senza mai inserirne uno io! Smile
Rob
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paolo75



Registrato: 08/04/08 19:59
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MessaggioInviato: Sab Dic 03, 2011 8:01 am    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Rob,
penso purtroppo che nessuno possa risponderti, a meno di dirti che il bollettino niveo non è una cosa di cui fidarsi ciecamente e che bisogna farsi una certa esperienza nella valutazione sul posto che integra ciò che viene detto in un bollettino che va letto attentamente (sperando sia ben fatto e aggiornato, e questo a volte non è); valutazione che bisogna essere in grado di fare al di sopra di fattori emotivi/emozionali (bella giornata di sole, traccia gia fatta, determinazione, procedere in gruppo, presenza di gnocca nel gruppo ecc..) di cui era stato postato tempo fà da Guidoval un bell'articolo, qualcuno sicuramente te lo linka.
Quest'esperienza è pericoloso farsela da soli, ma è ancor più pericoloso impararla da qualcuno che si ritiene esperto ma non lo è.
Tutto questo basta? la risposta è no, il pericolo di sbagliare una valutazione è sempre dietro l'engolo.

Per il resto su un forum nessuno ti può dire nulla, troppo rischioso! La montagna è pericolosa, e d'inverno ancor di più.

Questo è ciò che posso dirti dal basso della mia poca o tanta esperienza che sia


L'ultima modifica di paolo75 il Sab Dic 03, 2011 10:22 am, modificato 1 volta
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sacrifiCarlo



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MessaggioInviato: Sab Dic 03, 2011 9:36 am    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
tralasciando gli indizi più ovvi (certo, se ieri notte sono scesi due metri di neve magari oggi resto a casa)

mah, questo non mi pare che sia poi così ovvio, anche tra gli "esperti"... basta vedere il numero di persone che, per fare un brutto esempio, c'erano alla rosetta quando è rimasto sotto il ragazzo di sondrio due anni fa....
il consiglio di andare da solo non mi convince... mentre nonostante tutta l'esperienza del mondo non si potrà mai dire di conoscere davvero la neve e i suoi comportamenti, lo scialpinista può, e deve, conoscere alla perfezione le tecniche di soccorso immediato. un soccorso attuato con successo entro i primi 15 min dà l'80% di possibilità di estrarre vivo il travolto, dopo mezz'ora l'indice di sopravvivenza scende al 30-40%... statistiche a parte, se sei in giro da solo è molto più difficile salvarsi in caso di slavina, senza contare che quattro occhi, e due cervelli, sono meglio di niente...
per il resto, il bollettino va comunque consultato, anche se impreciso: le indicazioni di massima se non altro possono indicarti la gita che ti puoi permettere; esempio: in un giorno di rischio 2 posso provare ad andare, ipoteticamente, ai piazzotti, e vado tranquillo al munt de sura (salmurano), mentre con il rischio 3 l'80% delle gite lo scarto a priori....
per il resto, questione di culo... e occhio!
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nicuz



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MessaggioInviato: Sab Dic 03, 2011 11:11 am    Oggetto: Rispondi citando

carlo considera però che in un canale l'arva serve a poco: se scarica neve scarica su me, il socio,etc..
paolo hai ragione che nessuno potrà dire "se è x allora vai pure" ma qualche parere ce lo si può scambiare.
è vero, Rob, che leggendo alla lettera i manuali si farebbe poco nulla, ma alcune cose invece sono già più "chiare".
A rischio di fare il Capitan Ovvio faccio qualche osservazione e qualche domanda:
-mi sembra che a volte si sbagli valutando come rischiosa la via (perchè più difficile) e tralasciando/minimizzando il rischio sulla discesa per la normale
-vedere concretamente la neve ogni we aiuta moltissimo: sia perchè ci si fa esperienza (ovvio), ma soprattutto perchè si tocca con mano quello che diceva il vecchio bollettino e si può prevedere meglio le evoluzioni
- con gli sci è un po' una fregatura perchè la neve sicura è meno bella e quella bella è meno sicura. (se non insegui troppo la polvere porti a casa la pelle)
- non si può impazzire a far buche ma sondare col bastoncino la neve dai due lati (solatio e non) di una cunetta da comunque un'idea di come sia la neve sui vari pendii.

ed ora la mia domanda:
- i canali sono punti di accumulo, ma in un canale molto stretto sinceramente una valanga non me la vedo probabile. sbaglio? è vero solo per canali moolto stretti?
-sopra quale pendenza secondo voi non si sviluppano valanghe o è molto difficile che lo facciano? (i manuali parlano di 50° per lastroni e 60° per le incoerenti ma sembrano un po' incoerenti anche loro in vari punti)
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paolo75



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MessaggioInviato: Sab Dic 03, 2011 11:24 am    Oggetto: Rispondi citando

nicuz ha scritto:
- i canali sono punti di accumulo, ma in un canale molto stretto sinceramente una valanga non me la vedo probabile. sbaglio? è vero solo per canali moolto stretti?


Rispondo con un'esperienza personale, aggiungendo che a volte poca roba non è poi così poca http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=9555&postdays=0&postorder=asc&start=0
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sacrifiCarlo



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MessaggioInviato: Sab Dic 03, 2011 2:38 pm    Oggetto: Rispondi citando

mah, la sicurezza nella ripidità mi pare che non possa essere considerato un parametro attendibile per lo scialpinismo, visto che si va a parlare di pendenze più da sci estremo....personalmente i 40-45° li considero la situazione più rischiosa, non so se a torto...il discorso rischio-ripidità non mi ha mai convinto, è molto più importante valutare esposizione solare e accumuli da vento...per questo i canali dovrebbero avere una copertura più omogenea, essendo solitamente riparati dal vento o interessati in un'unica direzione...
questo il carlo-pensiero, se dico castronerie avvertitemi... Rolling Eyes
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nicuz



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MessaggioInviato: Sab Dic 03, 2011 3:39 pm    Oggetto: Rispondi citando

forse mi sbaglio ma mi sembra che non si parlasse solo di sci, io almeno intendevo in generale ambiente innevato (sci o canali)
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nicuz



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MessaggioInviato: Sab Dic 03, 2011 3:52 pm    Oggetto: Rispondi citando

avevo letto il topic paolo. molto interessante.
ad ogni modo il tuo canale era largo 3 m. io mi chiedevo se si formi bene un lastrone in quei canalini da 1 m. poi beh, io nel dubbio considero che si possa formare, ovviamente...
carlo hai ragione 40-45° è rischioso.
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paolo75



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MessaggioInviato: Sab Dic 03, 2011 6:46 pm    Oggetto: Rispondi citando

nicuz ha scritto:
avevo letto il topic paolo. molto interessante.
ad ogni modo il tuo canale era largo 3 m. io mi chiedevo se si formi bene un lastrone in quei canalini da 1 m. poi beh, io nel dubbio considero che si possa formare, ovviamente...
carlo hai ragione 40-45° è rischioso.


Beh, la vedo dura trovare un canale largo un metro dall'inizio alla fine senza nessun punto dove si possa allargare e adagiare per creare un accumulo Confused Wink

...a meno che non sia una via di 30 metri che comincia da una pianura e finisce su un altipiano Very Happy
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nicuz



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MessaggioInviato: Sab Dic 03, 2011 10:06 pm    Oggetto: Rispondi citando

hai ragionissima: rientra un po' nel caso di quando si pensa alle difficoltà e non a avvicinamento e discesa. era un discorso teorico per confrontarsi e capire come la pensereste voialtri su un singolo passaggio.
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espo



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MessaggioInviato: Dom Dic 04, 2011 3:04 pm    Oggetto: Re: Invernali - come valutare la stabilità della neve? Rispondi citando

Rob ha scritto:


Ho letto centinaia di pagine sulle trasformazioni della neve e sulle slavine, ma tuttora mi sfugge il lato "pratico" della cosa ......................




la prima cosa da capire è l'approccio al problema.

tu hai parlato nel tuo intervento di un approccio scientifico. approccio che serve a studiare e cercare di comprendere dal lato fisico il materiale conosciuto con il nome neve e una delle sue possibili evoluzioni: la formazione o meno di condizioni atte a formare ovvero nn formare una valanga. questo approccio oltre allo studio in quanto tale della neve e sue conseguenze serve a cercare di risolvere problemi pratici di vario tipo che si possono definire nella grande maggioranza di protezione civile. caso emblematico che tu hai pure citato è la redazione del bollettino nivo meteoprologico. (ad uso utenti della montagna ma anche a uso istituzioni in altra veste e scopo). altri casi che cito così per capirsi possono essere al costruzione di una galleria para valanghe, di un pid (piano intervento distacco artificiale) come anche la metodologia di produzione della neve artificiale.

questo approccio ha un'importanza relativamente bassa per l'utente che va per monti. indifferente cosa faccia. ha un'importanza solo per chi ha un interesse particolare a studiare in modo approfondito il fenomeno. esempio: istruttore cai specializzato in neve e valanghe.

quindi molto probailmente hai letto troppo. non che la lettura faccia male, anzi. ma hai letto troppo prima di aver l'esperienza necessaria a "digerire" la massa di informazioni e a canalizzarle nello specifico che a te serve. ovvero l'andare in montagna.

per info storica fino a metà anni 90 questo approccio era quello comunemente seguito anche nalla pratica sportiva, essenzialmente sci alpinistica. con risultati poco lusinghieri. ovvero le persone che iniziavano capivano poco e male e non sapevano poi portarre sul pratico quando apprendevano in teoria.

da allora si è studiato un altro modo di approccio per agevolare i neofiti ad iniziare il loro cammino. un metodo che si basa sul comportamento e sull'esperienza pratica sul terreno acquisita poco alla volta. un metodo, di cui esistono varie varianti, codificate o meno, che puoi trovar nei libri o in rete, cito forse il + famoso 3x3 di munte sulle riduzioni, tanto per dare uno spunto.

praticamente, per farla breve che come ha detto Paolo75 un forum non è il posto adatto ad approfondire certi temi, dati alcuni "dogmi" comportamentali sul movimento in montagna relativamente al terreno, al meteo, neve ecc il neofita dovrebbe iniziare il suo percorso seguendo queste indicazioni, imparando a muoversi e a riconoscere le cose che ha attorno. poi unendo queste esperienze alla voglia di informarsi sulle basi dell'approccio scientifico aumentare la sua capacità di adnare in montagna. non per niente il bollettino parla di "capacità di valutazione individuale" nel testo per definire la zona rischio in cui uno si può muovere.

a differenza di altre problematiche prettamente tecniche e fisiche la percezione e la capacità di appredere a muoversi in ambiente innevato è rimasto un cammino molto lento. puoi fare l'8a in un paio d'anni ma ti serve una vita per capire bene come funziona la neve. e nn ti basta una vita per andarci via sicuro se non "riducendo" il possibile rischio.

finisco il papiro con alcune note pratiche.

le condizioni della neve e del meteo si studiano da inizio inverno. nn solo della zona che ti interessa ma anche dei dintorni.

in caso dubbio si resta a casa o si va altrove

si tengono d'occhio le salite fatte da altri. cosa oggi molto semplice. e si leggono i report. nn perchè chi scrive sa. anzi.... tutto da dimostrare. ma tutto serve a imparare. e cmq un posto iperfrequentato è potenzialmente meno a rischio di uno sempre vergine. (effetto battitura) anche se non sempre se uno era ieri il posto è sicuro oggi.

la maggior parte delle notizie e degli studi riguardano lo sc alp. sui canali il discorso è diverso ma su questo nn ci si può fare molto.

per il resto devi andare. e farti la tua esperienza assieme agli amici esperti + o meno di te.

note tecniche le trovi ovunque.... Very Happy
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ferra87



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MessaggioInviato: Dom Dic 04, 2011 3:45 pm    Oggetto: Rispondi citando

nicuz ha scritto:
carlo considera però che in un canale l'arva serve a poco: se scarica neve scarica su me, il socio,etc..


non sono daccordo che l'avra in un canale serva a poco !
quando vieni travolto non sai mai come va a finire si puo creare una sacca d'aria dovuta ad un sasso, piante ecc. e senza ARTVA dove ti metti a cercare ?!?!?

poi magari non serve a niente ma se si ha tanto vale metterselo al collo acceso !!! e il saperlo usare in ricerca è un' altra cosa.....
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MessaggioInviato: Dom Dic 04, 2011 5:04 pm    Oggetto: Rispondi citando

ferra87 ha scritto:
nicuz ha scritto:
carlo considera però che in un canale l'arva serve a poco: se scarica neve scarica su me, il socio,etc..


non sono daccordo che l'avra in un canale serva a poco !
quando vieni travolto non sai mai come va a finire si puo creare una sacca d'aria dovuta ad un sasso, piante ecc. e senza ARTVA dove ti metti a cercare ?!?!?

poi magari non serve a niente ma se si ha tanto vale metterselo al collo acceso !!! e il saperlo usare in ricerca è un' altra cosa.....


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Rob



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MessaggioInviato: Dom Dic 04, 2011 6:16 pm    Oggetto: Rispondi citando

Wow, una valanga di risposte Smile
paolo75 ha scritto:

Quest'esperienza è pericoloso farsela da soli, ma è ancor più pericoloso impararla da qualcuno che si ritiene esperto ma non lo è
Tutto questo basta? la risposta è no, il pericolo di sbagliare una valutazione è sempre dietro l'engolo.

Per il resto su un forum nessuno ti può dire nulla, troppo rischioso! La montagna è pericolosa, e d'inverno ancor di più.

Il mio problema è che non ho più i miei "maestri". Ora che sono in Svizzera sono solo, forse ho trovato un altro ragazzo con cui andare questo inverno ma si tratta comunque di una persona che ha addirittura meno esperienza di me (pur potendomi fidare ciecamente di lui in termini di sicura, sono stato io il primo a portarlo a fare vie Shocked ). La mia domanda non era mirata ad avere una "ricetta" valida sempre, era incentrata piuttosto sul "come vi comportate in genere voi che avete esperienza". Per esempio, viaggiate con un inclinometro in tasca e misurate ossessivamente la pendenza di tutti i pendii, oppure andate a occhio? Valutate a sensazione il rischio o siete analitici? So benissimo che non si possono azzerare i rischi, ma dubito che, per esempio, una guida alpina rischi la pelle ogni volta che esce con un cliente...
nicuz ha scritto:

forse mi sbaglio ma mi sembra che non si parlasse solo di sci, io almeno intendevo in generale ambiente innevato (sci o canali)

No, niente sci per me per il momento (purtroppo), da questo deriva anche la difficoltà a trovare partner (in questo postaccio sono tutti pazzi per quei maledetti, fino a giugno non li riesci a convincere a fare altro neanche a pagarli...)
espo ha scritto:

questo approccio ha un'importanza relativamente bassa per l'utente che va per monti. indifferente cosa faccia. ha un'importanza solo per chi ha un interesse particolare a studiare in modo approfondito il fenomeno. esempio: istruttore cai specializzato in neve e valanghe.

quindi molto probailmente hai letto troppo. non che la lettura faccia male, anzi. ma hai letto troppo prima di aver l'esperienza necessaria a "digerire" la massa di informazioni e a canalizzarle nello specifico che a te serve. ovvero l'andare in montagna.

Come dicevo, per me è molto più semplice studiarmi un manuale da 300 pagine (tanto devo fare 2h al giorno di treno per andare al lavoro...) che trovare qualcuno che venga con me a fare anche solo mezz'ora di uscita. Inoltre, da quanto ho capito, è molto difficile studiare l'argomento valanghe in quanto 99 volte su 100 tutto va bene, e quindi riceverei solamente un rinforzo positivo.
espo ha scritto:

si tengono d'occhio le salite fatte da altri. cosa oggi molto semplice. e si leggono i report. nn perchè chi scrive sa. anzi.... tutto da dimostrare. ma tutto serve a imparare. e cmq un posto iperfrequentato è potenzialmente meno a rischio di uno sempre vergine. (effetto battitura) anche se non sempre se uno era ieri il posto è sicuro oggi.

Il mio problema, legato a tutta la teoria che mi sono sorbito, è che secondo quanto scritto nei libri il pericolo è ovunque, anche nel posto più sicuro, perché vengono introdotte un numero mostruoso di variabili. Magari su un certo pendio è passato un battaglione corazzato senza smuovere un fiocco di neve, poi arrivo io e metto il piede in un punto d'innesco scatenando il finimondo... Sono io che ho sbagliato a capire, sono i libri che fanno terrorismo psicologico, o è in realtà così?

Grazie a tutti per le risposte e buona serata!
Rob
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leo



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MessaggioInviato: Dom Dic 04, 2011 8:45 pm    Oggetto: Rispondi citando

Il libro ti dice che solitamente il resinato è più sicuro di un chiodo rovescio, non ti scrive sul resinato ci puoi fare voli da 40 metri che tiene di SICURO Wink

Appena nevica ( Rolling Eyes ) vai a farti delle belle passeggiate nella neve battendo semplicemente traccia, già ti farà capire qualcosa di quello che hai letto, è un modo divertente per fare stratigrafia Laughing Laughing
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“quello che facciamo non viene mai compreso, ma sempre e soltanto apprezzato o disprezzato.”
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