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simon
Registrato: 17/04/07 17:37 Messaggi: 1582
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Inviato: Lun Mag 30, 2011 9:55 pm Oggetto: |
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ùl_volpe ha scritto: | Provo a dire la mia , specialmente al simon .
5.10 = 6a
esticazzi aggiungerei ........ |
E quel 5.8? Tutto liscio e verticale: non me lo scorderò mai...
Hai presente quando, tutto tremolante, allunghi la mano nell'estremo sforzo di cercare l'appiglio:
Ci deve essere, perdio!, se la danno quinto grado
Da allora ho perso ogni fiducia nella capacità umana di imbrigliare in categorie una realtà esterna troppo ribelle e multiforme |
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furbo
Registrato: 17/03/07 19:23 Messaggi: 4145 Residenza: milano
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Inviato: Lun Mag 30, 2011 10:08 pm Oggetto: |
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simon ha scritto: | Da allora ho perso ogni fiducia nella capacità umana di imbrigliare in categorie una realtà esterna troppo ribelle e multiforme |
Habemus Papam  _________________ La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile |
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simon
Registrato: 17/04/07 17:37 Messaggi: 1582
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Inviato: Lun Mag 30, 2011 10:37 pm Oggetto: |
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furbo ha scritto: |
Habemus Papam  |
pare che del problema si fosse occupato persino Kant:
non aveva capito un caxxo  |
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Eva K
Registrato: 14/10/08 11:29 Messaggi: 1109 Residenza: ex rovatese... ora a Milano (sigh)
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Inviato: Mar Mag 31, 2011 6:18 am Oggetto: |
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simon ha scritto: | furbo ha scritto: |
Habemus Papam  |
pare che del problema si fosse occupato persino Kant:
non aveva capito un caxxo  |
infatti se ne è accorto anche lui e ha scritto la Critica del Giudizio... _________________ [...] strade che si sgretolano sui "deserti dell'irrazionale", balzano nella dimensione dell'instinto, si polverizzano nell'infinito deserto della creazione. (I. Guerini)
il mio blog: http://evak.altervista.org |
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simon
Registrato: 17/04/07 17:37 Messaggi: 1582
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Inviato: Mar Mag 31, 2011 9:18 am Oggetto: |
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paolo grisa
Registrato: 09/03/09 23:51 Messaggi: 272 Residenza: bergamo
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Inviato: Mar Mag 31, 2011 10:23 am Oggetto: |
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simon ha scritto: | insomma non ho chiara la differenza tra 'abbastanza difficile', 'difficile' e 'troppo difficile' (se è troppo difficile perchè non sei stato a casa?) |
per Simon, credo sia così: la scala è FRANCESE! dunque AD= assez difficile, TD= très difficile...
ABO= abominable  |
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LM81
Registrato: 02/02/09 15:57 Messaggi: 302 Residenza: Berghem
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Inviato: Mar Mag 31, 2011 1:01 pm Oggetto: |
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Eva K ha scritto: | simon ha scritto: | 'troppo difficile' (se è troppo difficile perchè non sei stato a casa?), |
questa è ottima!
cmq la più enigmatica delle conversioni per me resta:
5c = VI.
la abolirei che poi mi è capitato di sentirmi dire: VI, ah no dai è 5c... ho voglia di scalare su qualcosa di più duro.
cioè, no dai, cazzo.
comunque i gradi non esistono più e mi piace molto
bello
mi son divertito
c'è da tirare
se non c'era il chiodo non passavo
se non mettevo un qualcosa non passavo.
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Condivido in pieno !!
VI=5c è una conversione assurda (specialmente su calcare) !!! e può trarre in inganno cordate poco esperte e con tendenze da kamikaze !
Una volta tutto era VI !!!
Una via protetta in modo tradizionale con il VI+ obbligatorio è di alto livello, per una moderna con il 6a obb. il livello globale necessario è di MOLTO inferiore... per non parlare di 6b+ vs VII+ (una qualsiasi via sportiva contro tempi moderni ) |
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simon
Registrato: 17/04/07 17:37 Messaggi: 1582
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Inviato: Mar Mag 31, 2011 1:10 pm Oggetto: |
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paolo grisa ha scritto: |
per Simon, credo sia così: la scala è FRANCESE! dunque AD= assez difficile, TD= très difficile...
ABO= abominable  |
i francesi!
Questi CUGINI dovrebbero restituirci Nizza, la Savoia, Carla Bruni e anche Gheddafi (possibilmente tutto intero)
altro che "assez...." bla bla bla
ABOminevole andrebbe riservato alle salite invernali, visto che è una cosa che mentalmente associ subito alla neve |
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LorenzOrobico
Registrato: 08/02/07 23:23 Messaggi: 9209 Residenza: Trescùr (BG)
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Inviato: Mar Mag 31, 2011 2:43 pm Oggetto: |
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LM81 ha scritto: |
VI=5c è una conversione assurda (specialmente su calcare) !!!
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Non direi se ad esempio il 5c e` quello dei fratelli Remy, la conversione e` perfetta.
Dare i gradi richiede una certa capacita`. Che manca di solito alle schiappe o ai fenomeni. E in generale a chi ha scarse nozioni di statistica. _________________ Ascolta e dimentica, vedi e ricorda, fai e capisci.
Visita il mio blog |
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fabiomaz
Registrato: 25/10/07 10:15 Messaggi: 3178 Residenza: Bergamo
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Inviato: Mer Giu 01, 2011 4:39 pm Oggetto: |
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LM81 ha scritto: |
cmq la più enigmatica delle conversioni per me resta:
5c = VI.
la abolirei che poi mi è capitato di sentirmi dire: VI, ah no dai è 5c... ho voglia di scalare su qualcosa di più duro.
cioè, no dai, cazzo.
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Le difficoltà delle vie vanno lette in base a chi li ha stimate e, soprattutto, in che epoca.
Giustamente è stato detto che il VI° per molto tempo è stato considerato il limite ultimo delle possibilità umane.
Quindi chi apriva vie di IV e V tra gli anni '30 e i '60 tendeva a uniformarsi a questo giudizio e, se non rientrava nel gotha degli scalatori di allora, esitava a mettere VI° per vie con passaggi ben superiori al V° delle vie aperte successivamente all'apertura della scala verso l'altro.
Morale: se leggo V° degli anni 30°-40°-50° già comincio a preoccuparmi.
Ma quello che maggiormente mi crea problemi è la differenza delle valutazioni (con la classica scala UIAA) tra vie in roccia e vie su misto o ghiaccio.
L'evoluzione degli strumenti qui è stata determinante. Su roccia alla fine l'evoluzione c'è stata, ma ha interessato soprattutto i livelli massimi. Certo con le pedule di feltro Comici non faceva l'8b. Ma sul VI° se la cavava alla grande. I VI° di Cassin o i VII° di Messner creano ancora bei problemi anche con le katana o le miura.
Invece i 200 metri a 60° che una volta giustificavano un AD, AD+ oggi, portavano a ore perse per gradinare, ecc. in effetti, oggi, con due picche e i ramponi, non creano problemi.
Cosa dire poi dei 3 o 4 su ghiaccio. Una volta praticamente insuperabili.
Oggi ben accessibili a molti.
Quindi le vie di ghiaccio le trovo quasi sempre sopragradate rispetto all'effettivo impegno. Quelle di roccia quasi sempre in linea o sovragradate, soprattutto per me che in roccia sono schiappa.
Insomma...ce vuole cultura...
 _________________ "TUTTO e' piu' facile delle Orobie" G.Valota |
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simon
Registrato: 17/04/07 17:37 Messaggi: 1582
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Inviato: Mer Giu 01, 2011 9:25 pm Oggetto: |
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LorenzOrobico ha scritto: | LM81 ha scritto: |
VI=5c è una conversione assurda (specialmente su calcare) !!!
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Non direi se ad esempio il 5c e` quello dei fratelli Remy, la conversione e` perfetta.
Dare i gradi richiede una certa capacita`. Che manca di solito alle schiappe o ai fenomeni. E in generale a chi ha scarse nozioni di statistica. |
statistica?
looks interesting... |
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J.HARLIN
Registrato: 12/12/09 17:04 Messaggi: 145
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Inviato: Gio Giu 02, 2011 8:01 pm Oggetto: |
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come ha giustamente detto fabiom. il VI era il limite delle possibilità umane.. ma ci sono alcune considerazioni da fare..
1) fino agli anni 65- 70 almeno da noi sulle Alpi i gradi IV - V e VI erano praticamente paragonabili ai D - TD - ED di oggi.. per gli alpinisti di allora non erano gradi tecnici... non era più forte chi saliva un passaggio duro, ma chi conquistava una parete.. non per altro il primo VI se lo sono conteso grandi pareti come N/O della Civetta, Pelmo, Busazza ecc.. non sarebbe mai nato il primo VI sulla prima torre del Sella.. anche se con passaggi tecnicamente più duri..
2) non esisteva il concetto della "libera", tutti i passaggi erano regolarmente affrontati con mano sul moschettone o nel cordino senza problemi.. e non si parlava di artificiale in quel caso.. la parola A 0 è frutto degli anni '70 e di una concezione di arrampicata libera che Loro non potevano avere.. esisteva invece già l' A 1 - A 2 ... perché le staffe le conoscevano bene..
ecco perché la conversione UIAA - francese dei gradi risulta piuttosto assurda.. credo che per non toccare i chiodi su certi VI dolomitici non basti fare il 5c in falesia.. _________________ "Non è detto che quelli che fanno tante chiacchiere siano i migliori" - Hans Dulfer - |
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Lorenzo M.
Registrato: 07/05/11 21:12 Messaggi: 4 Residenza: Milano
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Inviato: Lun Giu 06, 2011 10:06 pm Oggetto: Gradi in montagna? |
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Gradi in montagna?
1° grado = per gli escursionisti è sconfinare nell’EE, meglio raddrizzare bene le antenne; per i rocciatori è un sentiero non ciclabile
2° grado = per gli escursionisti è drammatico, l’incidente potrebbe essere dietro l’angolo; per i rocciatori è domandarsi: “E mo,? Lascio penzolare ai polsi i bastoncini o li ficco nello zaino?
3° grado = per gli escursionisti è off limits da qui in poi; per i rocciatori “Ma sì, dai, stavolta lasciamo corda e ammennicoli nel baule”; il rischio d’incidente diviene più alto che per i gradi superiori
4° grado = “Prova l’appiglio, che con il chiodo a 10 metri e tutti sti cazzi di spuntoni lungo la parete ci si può proprio far male”
5° grado = il piacere di un’arrampicata alla portata di qualunque fisico, per lo più protetta o adeguatamente proteggibile, lungo pareti sufficientemente verticali e pulite
6° grado = dilemma: agile e leggero oppure appesantito da mazzetti di dadi e friend, da vestiario per ogni e libagioni; e con quel fardello il passaggio dal 6° all’A0 è solo una questione di… mano
7° grado in avanti = poi magari te lo racconto.
Per quanto concerne l’annosa valutazione del grado rispetto a:
- protette corte o lunghe;
- (e quindi) vie non obbligate o obbligate;
- spittate o chiodate:
- protette, proteggibili o improteggibili;
- solide o marce;
- percorse d’estate o d’inverno;
- grippate o unte;
- pareti o paretoni;
- Nord o Sud;
- di roccia o di misto;
- scendi dalla macchina e via o andiamo a dormire al rifugio, meglio, bivacchiamo all’attacco;
- ben relazionate o pare che fino al termine del diedro la via sia piuttosto logica poi da cercare;
non so esprimermi.
Non ho trovato le scarpette alla base di una falesia, dove, sperimentando la solidità degli spit al carico, ho imparato a superarmi di grado.
Mi hanno, invece, messo 2 corde in mano e via per le classiche di dolomia, dove l’appiglio talvolta lo riponi nel punto in cui l’hai trovato, non avendo altra possibilità di collocarlo, augurando a chi ti seguirà di provarlo come hai fatto tu, e dove hai la certezza che il tuo primo volo potrebbe già essere l’ultimo.
Al punto che, anche quando mi trovo in falesia su spit ravvicinati, la sola idea di cadere, mi fa ingegnare e, alla peggio, indietreggiare, assolutamente evitando di appendermi alla corda, perché la corda è un limite mentale, che non si vorrebbe “necessario”, per quanto ci costringa al suo estremo opposto alla condivisione. Meglio allora condividere con il proprio opposto, che non è poi male, anzi in vetta può offrirci diverso piacere…. Tanto il grado è fatto e non cambia più. Oltre ogni vetta c’è n’è sempre un’altra che ci attende, dipende…
E intanto le montagne ci guardano e sorridono.
_________________ Lorenzo Molinari |
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