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VIA ORSI & BIANCHI – PARETE SAN MARTINO – MENAGGIO

 
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GAMBADELEGN



Registrato: 05/02/09 15:09
Messaggi: 156
Residenza: ovunque il mondo non sia piatto

MessaggioInviato: Lun Apr 26, 2010 4:43 pm    Oggetto: VIA ORSI & BIANCHI – PARETE SAN MARTINO – MENAGGIO Rispondi citando

VIA ORSI & BIANCHI – PARETE SAN MARTINO – MENAGGIO

Carissimi tutti:per la serie “le nuove avventure del trio Comasco”, eccoci qui a raccontare un viaggio splendido su una via davvero meritevole, sebbene più difficile da trovare del famoso “passaggio a nord-ovest”.

Lunedì (sì: sto sprecando tutte le mie ferie così!!) io, Corrado e l’Innominato siamo andati a ripetere questa via.

L’accesso, io ci provo a spiegarvelo: ma non incazzatevi con me se non troverete l’attacco. Mettete seriamente in conto almeno un ora abbondante di ricerche e tanta tanta pazienza, se non avete – come noi invece – la fortuna di avere qualcuno che l’avesse già fatta e che sapesse come arrivarci.

Al parcheggio del ristorante Villa Linda prima della nuova galleria di Menaggio (direzione da Como all’alto lago), si parcheggia (attenzione: parcheggio riservato alla clientela... ma non sarà questa la maggiore effrazione alla proprietà privata che commetterete per salire questa via! Altrimenti: CAMMINARE!).

Si attraversa la strada (A DESTRA: direzione Menaggio, lungo la strada vecchia, a destra del sovrapasso e più a destra della galleria: vicino al lago) e si cammina sul bellissimo marciapiede tutto tempestato di oleandri fino a vedere sulla sinistra (altro lato della strada: dove riattraversare) una scala di pietra sporca di vegetazione.

Si sale lungo quella scala e si inizia a salire un sentiero abbastanza abbandonato lungo una valletta bucolica con la vegetazione tipica di una foresta del Borneo e con un clima equatoriale con umidità al 180 % (consigliatissimo il macete, il siero antivipera, armi da fuoco contro i boa constictor e contro gli indigeni armati di cerbottane al curaro sparsi nella selva e una sana vaccinazione contro le principali malattie tropicali, dengue compreso).

Si sale il sentiero fino ad arrivare a costeggiare una rete metallica arrugginita sopra un muretto a sinistra con un evidente segno di forzatura in basso: dovete entrare lì sotto, in proprietà privata (parco di una villa: non abbiamo trovato il branco di dobermann addestrati a cibarsi di sangue umano: ma la pistola e il macete possono aiutarvi, se fossero in zona). e continuare a salire il sentiero che si dirige - più curato: forse qui ci pensa il giardiniere della villa a tenerlo bene! – leggermente verso destra: fino a che arrivate a vedere sulla sinistra una cengia roccioso/boscoso/erbosa che raggiungete con una traccia poco marcata di sentiero.

Da lì, iniziano i cazzi.

Si cammina decisamente in orizzontale e decisamente verso sinistra, in un lungo traverso su roccia marciotta e sporca (i dobermann, se vi fiutassero, non potrebbero raggiungervi: occhio però a cadere tra i rovi per 15 metri) fino a che si incontra un bellissimo spit del 12 al quale ci si assicura e ci si scarpizza con le Five Ten o le Boreal del caso,per proseguire legati lungo il traverso che si fa più tecnico: per altri 50/60 mt: qualche spit in loco.

Consigliato proseguire fin sotto un primo diedro/risalto di roccia scura/nera, marcissima, decorata di cagate di gabbiano e pipistrelli (trovati teschi umani, scorpioni, taratole e il rifugio nascosto di uno spallone dei tempi d’oro del contrabbando comasco).

Prima della salita in questo canaletto, con passo atletico e preghiere di non uccidere i soci scaricando loro addosso questa poltiglia pietrosa, ci si recupera tutti su altro spit.
Si prosegue poi sempre legati fino alla sosta evidentissima, concludendo il traverso: sotto una placca erbosa lungo la quale di intravede (in condizioni di visibilità ottimale) una serie di spit che emergono dall’erba e dalle piante carnivore.

Attenzione ai ramarri velenosi.

Giunti alla sosta (due bellissimi spit del 12 da congiungere, come lungo tutta la via) ci si assicura e inizia la salita vera e propria.

I primi 30 metri del primo tiro – se la vostra determinazione e la fiducia spassionata in quello che vi sto raccontando è stata sufficiente ad arrivare fino a qui – sono una vera merda. Si arrampica su erba, zolle instabili e roccia da verificare se si tiene alla vita dei soci sottostanti.

A questo punto potreste anche mandarmi accoratamente a cagare e cercare di vendicarvi venendomi a cercare a casa: la mia macchina è una ford fiesta del 1971 targata a nuovo FI 456 GA. Se la vedete in giro, tagliatele pure le gomme.

Ma se proseguite: se ci credete fino in fondo (magari vedendo la parete sopra: tutta bella compatta e gialla!), vedrete che gli ultimi 15/20 metri del tiro si svolgono su roccia: giuro! Roccia davvero! Si inizia ad arrampicare. Qualche passo atletico e tacche ottime (direi 5b/5c … per la difficoltà su erba: a seconda che sia secca o fresca: ovviamente …) fino a sosta da cui inizia l’arrampicata su roccia (e solo roccia: attenzione solo ai gabbiani, alle rondini feroci (… citazione …) e ai condor dal collare).

Da qui iniziano i supercazzi (… per chi come me ravana sul 6b) o il godimento (per chi come voi si scaccola con una mano mentre sale i 7c+): ad ogni modo inizia l’arrampicata vera e propria e la via, vi assicuro: è splendida! Bellissima! Non vi servono altro che rinvii: una caterva: almeno 15, ma 16/17 va anche meglio. Se proprio non ce la fate a separarvi dagli “amici”, ne bastano due: uno micro e uno medio-piccolo per l’ultimo tiro.

Okkio solo che la roccia è comunque e sempre da verificare (non dite che non vi era stato detto … “che il passo è molto breve dal casso al cassonetto”: oggi sono in vena di citazioni!) perché non è che sta via superspittata abbia 1000 ripetizioni al mese!... “Uomo avvisato …”

Il prossimo tiro è un 6a/A2 (staffa e mungitura: su doppio passo, appena in uscita su pancetta slozza sopra la sosta) o 6b/6b+ in libera. Chiodatissimo: anche chiodi vecchi, accanto agli spit. Passaggi atletici: inizia un panorama splendido sul lago: davvero impareggiabile: l’ho ammirato causa ribaltamento e sbandierata: quindi credetemi: bellissimo, soprattutto con bel tempo.

Io e Corrado seguiamo l’Innominato e innominabile che sale sicuro (ha il record di ripetizioni della via: neanche i signori Orsi & Bianchi l’hanno mai salita così tante volte! …e io e il Corrado – scaltrissimi come due faine – ci facciamo guidare in un viaggio relax e plaisir su una via all’avventura) fino alla prossima sosta sempre appesa ma su cengetta staccata franosa/franabile altamente instabile e pericolosa.

Inizia anche il lancio di pietre sul giardino della villa sottostante: strano che nessuno abbia chiamato la polizia durante tutta la salita! Abbiamo disgaggiato ben bene (in realtà, tutte le pietre finiscono in terreno più che sicuro: lontano dalla casa, da passaggi di persone e da sentieri).

Sotto di noi il panorama (splendido su Bellagio e le Grigne) evidenza lungo un’eventuale linea di caduta le linee elettriche dell’alta tensione: così se finisco sotto per 80/90 metri non muoio frantumato ma almeno dignitosamente carbonizzato e magari se precipito giusto giusto sui fili rimbalzo e torno su in un divertentissimo bungee jumping al contrario!
Prossimo tiro: il traversone.

Si sale poco oltre la cengetta: si vede una fissa bianca che indica la direzione del traverso a sinistra (chiodatissimo e ben appigliato): direi sul 6a secco e puro.

Esposto, ma protetto e azzerabile. Un buon 25 metri di emozione col culo fuori linea di tiro ai soci: se ve la fate addosso, don’t worry! Unica nota dolente: il caro Innominato si ferma alla prima sosta che incontra, fatta da chiodo vecchio e spit (un 3 metri oltre ci sarebbe una sosta migliore: sebbene non facile da vedere: a soli spit. Si vede bene proseguendo sul tiro successivo)

Alla prossima sosta scatto d’orgoglio e mi faccio capocordata: il tiro parte con passetto atletico su speroncino (subito spit) e prosegue un po (troppo) a zig-zag. Col senno di poi, meglio allungare i rinvii (ne servono almeno 15: tiro lunghissimo (forse 50 mt o forse la sensazione è quella di lunghezza, visto i continui cambi di direzione imposti dalla morfologia della placca).

Il grado direi 6a (forse 6a+: se ci buttiamo dentro che la roccia in uscita, quando vi tirate dietro la corda che pesa come un aratro a 8 buoi, non è proprio bellissima: ho ornato il giardino sottostante di un paio di monoliti stile Isola di Pasqua, uno dei quali prima di cadere ha anche visitato il mio piede destro con enorme mia gioia ed urla di festa giunte fino a Bellagio e forse percepire anche da Hubble).

La via passa davvero accanto (quasi dentro) a nido di gabbiano: spaventato dal mio sbucare da una roccia è partito in volo a due centimetri sopra la mia testa (meno male che non ha cagato dalla paura!!!) ed ha iniziato a girarmi intorno come un’aquila dalla testa bianca prima di attaccare, visto che ha lasciato tre uova dentro il cestino.

Ovviamente – anche se per un istante attirato dalla frittatona esotica – sono passato via (cagandomi si addosso … io per paura che mi attaccasse) e Johnatan Livingston ha iniziato a volare con la compagna sopra di me, piangendo e urlando: che strazio!
Appena passato, è tornato giù a vedere che fosse tutto a posto e io mi sono rincuorato di non avere spezzato una famiglia e tre giovani vite.

Prima dell’uscita, dopo placca articolata e pseudo diedro verso destra, roccia – come già detto – marciotta: sosta comoda con 84 spit e 18 chiodi (non so perché: forse avanzavano … boh …) congiunti da un corda che sembra più un elastico del 15: non tiratela neanche per idea!!!

Tiro successivo, a mio avviso, il più bello della via: l’Innominato guida noi due Bravi (soci) su una placca lavorata tendente verso sinistra, con passaggi su calcare un po’ sporco ma sempre molto solido (tranne forse i primi due spit, lungo i quali si trova una lametta crostosa un po’ sonora e staccata: da lasà lì e tucà minga !): gradabile forse 6b o anche 6b+, in libera.

Anche se il tiro è corto (30/35 metri) occorre portare 14 rinvii: sosta ottima (prima senza il culo a penzoloni) su cengetta erbosa sotto diedro/tetto a destra: direzione della via.

Sesto ed ultimo tiro: dentro il diedro (atletico e da fare senza zaino o zainetto: facile incastrarsi! … mi sono incastrato … ) con primo spit un po’ alto (salvo usare chiodazzo arrugginito poco sopra la sosta) e possibilità di integrare con friendino medio-piccolo. Diedro di roccia un po’ rotta ma con appigli solidi comunque facili da trovare: passo atletico iniziale e poi facile, lungo sentierino protetto con spit, fino ai pratoni soprastanti (sosta comunque per recupero soci: attrezzata su solida roccia).

Per la discesa si sale: fino a sentiero oltre traliccio abbattuto di ferro arrugginito e poi, verso sinistra sotto il paretone sovrastante lungo sentiero che conduce alla chiesetta di San Martino e poi giù giù fino alla strada lungo mulattiera bellissima e frequentata, con ritorno al parcheggio. Acqua lungo il sentiero: alla base, fontanella.

Via d’avventura, come detto: bellissima e da ripetere.

La parete va in ombra, in questo periodo (aprile), intorno alle 12:00 (nel pomeriggio percorribile all’ombra!). Tempo totale di salita: 5 ore in tre.

Nessuna relazione da noi trovata su internet.

Adddisposizione per ogni info!
A presto e buon divertimento. Ciao ciaooooooooooooo!!!!!!!!
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corrado64



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MessaggioInviato: Lun Apr 26, 2010 5:40 pm    Oggetto: Rispondi citando

Whei Gambadelegn hai fatto una bellissima relazione tra il serio ed il comico, comunque la giornata è andata proprio così. Bellissima via che ritorneremo a fare quando vuoi però verso fine stagione quando farà meno caldo e quando magari qualche cordata passi prima a dare una pulitina .
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superpjimmy



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MessaggioInviato: Lun Apr 26, 2010 6:53 pm    Oggetto: Rispondi citando

Bravi, la via che avete fatto è quasi alpinismo esplorativo...non so quante ripetizioni abbia ma certo non tantissime...la relazione, se non ricordo male, si trova sulla guida della Albatros sulla zona di Menaggio.
Bravi!
Jimmy Smile
P.s
Aspettiamo foto!!! Wink
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leo



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Messaggi: 6823
Residenza: 3gasio

MessaggioInviato: Lun Apr 26, 2010 7:14 pm    Oggetto: Re: VIA ORSI & BIANCHI – PARETE SAN MARTINO – MENAGGIO Rispondi citando

Uella, mi mancavano le tue cazz..... eee...... i tuoi scritti Mr. Green

Complimenti anche per i spit del 12 e soprattutto per la targa Laughing Laughing

GAMBADELEGN ha scritto:
Passaggi atletici: inizia un panorama splendido sul lago: davvero impareggiabile: l’ho ammirato causa ribaltamento e sbandierata: quindi credetemi: bellissimo, soprattutto con bel tempo.


Ma dai??? Rolling Eyes Rolling Eyes Cool Cool Laughing Laughing Laughing
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corrado64



Registrato: 04/12/08 19:31
Messaggi: 68
Residenza: Gravedona ed Uniti -Altolario-

MessaggioInviato: Mar Apr 27, 2010 7:55 am    Oggetto: Rispondi citando

[quote="superpjimmy"]Bravi, la via che avete fatto è quasi alpinismo esplorativo...non so quante ripetizioni abbia ma certo non tantissime...la relazione, se non ricordo male, si trova sulla guida della Albatros sulla zona di Menaggio.
Bravi!
Jimmy Smile
P.s
Aspettiamo foto!!! Wink[/quote]

hEI SUPERJIMMY PER LE FOTO MI SA' CHE DOVRAI ASPETTARE CHE LA RIFACCIOMO IN QUANTO LA MACCHINA FOTOGRAFICA E RIMASTA IN AUTO, UNICA FOTO ' QUELLA CHE VEDI SUL REPORT. A MENO CHE VAI TU DIRETTAMENTE IN PARETE A FARLE. CIAO
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