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SUCUREZZA IN MONTAGNA!!!!!
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brozio



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Messaggi: 5151
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MessaggioInviato: Ven Apr 23, 2010 5:28 pm    Oggetto: SUCUREZZA IN MONTAGNA!!!!! Rispondi citando

Riporto qua su richiesta di Enrico questo suo articolo....sicuramente molto interessantee con ottimi spunti di riflessione!!!!


22-04-2010


Cari amici,

questa volta vorrei aprire un dibattito con voi su alcune considerazioni che mi sento in dovere di fare, sulla direzione che l’alpinismo sta imboccando ogni girono di più.

Vi invito per tanto a scrivermi i vostri pensieri in merito o come commento al post o tramite e-mail.







Chi mi conosce sa che pratico questa bella attività in veste di amatore e di professionista con grande passione e dedizione, e sempre con particolare riguardo verso il trasmettere qualcosa di importante alle persone con le quali condivido in prima persona, o per altra via, le mie esperienze.

Il mio lavoro mi porta ad essere in montagna tutto l’anno e ad osservare come l’andare in montagna viene vissuto dalla gente nelle più diverse forme: dal turista al professionista, dall’atleta all’alpinista per passione, da quello che va in montagna per distrarsi, a quello che vuole provare qualcosa di nuovo ed adrenalinico, da quello che vede la montagna come una sfida con se stesso a quello che sale le montagne per poterlo raccontare agli altri, a colui che andando in montagna si porta a casa “la pagnotta”.

Sono modi molto diversi di vivere la pratica dell’alpinismo, quasi antitetici l’uno rispetto all’altro accomunati però da un unico “elemento” chiamato montagna.

Questo elemento, o meglio ambiente, ha delle regole e degli equilibri che vanno capiti e rispettati per poter così praticare l’alpinismo riducendo al minimo i rischi, e vivendolo come attività ludica, formativa, di benessere fisico e mentale.

L’alpinismo è una pratica vecchia di quasi 300 anni durante i quali ha preso diverse direzioni alimentate sia da spinte politiche che sociali che personali.

Nel 1786 il Monte Bianco è stato salito per la prima volta per scopi scientifici; nel 1865 viene salito il Cervino da E. Whymper dove la sfida era fine a sé stessa con una montagna di grande attrazione estetica e la competizione tra nazioni; Dopo il primo conflitto mondiale vi fu un notevole aumento dell'attività da parte di alpinisti austriaci e tedeschi che cercavano una sorta di rivincita ed un'affermazione nazionalistica; negli anni 30 vi fu l’alpinismo eroico di Comici; fino alla metà degli anni sessanta l'alpinismo fu ancora caratterizzato dalla progressione del grado di difficoltà, soprattutto in termini ambientali (isolamento, complessità) piuttosto che di pura difficoltà di arrampicata. In particolar modo emergono le salite invernali, le solitarie e la conquista degli ottomila. Poi il nuovo mattino, il settimo grado, gli anni novanta….quanti movimenti diversi hanno caratterizzato la storia dell’alpinismo, ma tutti i protagonisti sembravano avere qualcosa che li accomunava: la passione, il rispetto e il timore verso la montagna.

E poi c’è oggi. Com’è l’alpinismo oggi? Come abbiamo detto spesso l’alpinismo ha seguito le correnti politiche e sociali del momento. Oggi lo definirei quindi un alpinismo “mediatico”, e forse quello della peggior specie. E non è altro che lo specchio della società attuale…quella dell’apparire.

Un tempo alpinisti come Messner si lanciavano in incredibili avventure al limite delle possibilità umane alla scoperta di un mondo nuovo, quello degli 8000m, spinto dai valori più puri.

Oggi, si collezionano giganti per raggiungere un primato, per gli sponsors, senza etica ne ritegno.

Non importa come, basta arrivare per primi.

Quando il week end andiamo in falesia si sente parlare solo di gradi, di quanto una via sia dura, di quanto uno si è acciaiato. Raramente si sentono frasi come: “su quel tiro mi sono proprio divertito”.

“Ho fatto questa via, ho fatto quella via, che secondo me è molto più dura di quel che dice la guida”, oppure “è sovragradata, io ci ho camminato sopra” sono invece le frasi ricorrenti.

Quando apriamo i siti di arrampicata o sfogliamo riviste dedicate, sono il più delle volte l’elogio al “marziano”, al record di velocità, a quello di difficoltà, pieni di numeri ma vuoti di contenuto.

L’alpinismo oggi è diventato sport, business, media, apparenza, record, collezionismo. Cosa c’entra tutto questo con i valori dell’alpinismo? La passione, il rispetto, le regole, la sintonia con ciò che ci circonda, dove stanno?

L’alpinismo degli ultimi 15 anni ha anche visto un’evoluzione tecnologica non indifferente, che insieme alla mediatizzazione web e cartacea hanno coinvolto la massa in quest’attività rendendola incredibilmente più accessibile. Fin qui, nulla di male. Il problema è che non stiamo parlando di un gioco, ma ci troviamo a confrontarci con un ambiente potenzialmente molto pericoloso…se non si rispettano le regole, gli schemi. Lasciamo un attimo da parte il gruppo di persone elitario che stabilisce i record, fa gli exploit, e fa dell’alpinismo un business, e parliamo ora della massa, quella che dovrebbe praticare l’alpinismo amatoriale di ogni livello rispettando le regole e gli schemi che alla fine ci fanno tornare a casa la sera. Parliamo di quelle persone che dall’alpinismo dovrebbero semplicemente trarre beneficio psicofisico senza nessuna pressione esterna e senza nessuna pretesa.

Oggi, grazie ai nuovi materiali, si salgono vie e pareti che 15 anni fa, per la loro difficoltà o condizione, non venivano neanche considerate. Ci sono sempre più giovani e non, che con pochissima esperienza salgono vie e pareti difficili, che richiederebbero un lungo percorso di apprendimento e di esperienza per poterle affrontare in relativa sicurezza. Oggi è ”tutto facile, tutto si può salire”: ci sono i ramponi leggeri, le piccozze performanti, le viti da ghiaccio che entrano da sole, il cellulare che ci permette di chiamare i soccorsi da qualunque angolo sperduto del pianeta.

E poi c’è internet che ci dice quando una salita è in buone condizioni, quale materiale serve, come si sale, come si scende. Se ci sono le tracce è buona, se l’hanno salita 10 cordate è buona e allora ci vado anch’io. Intanto il nostro cervello ha smesso di funzionare e non prende più iniziative.

Vorrei portare un esempio fresco fresco di questi giorni per farvi capire meglio il mio punto: nelle ultime 3 settimane le grandi pareti del bacino dell’Argentiere, nel massiccio del Monte Bianco, sono state molto frequentate. Salite come la via degli Svizzeri alle Courtes o il couloir Couturier all’Aigulle Verte o ancora la via Ginat sulla parete nord delle Droites, sono state percorse da numerose cordate. Sui siti specializzati la gran parte di queste anno parlato di ottime condizioni.

Certo, perché dalla terza cordata in su, sul Couturier ci sono gli scalini e la salita si trasforma in un gesto fisico e null’altro…apparentemente!!!!

Però non consideriamo che i giorni precedenti ha nevicato con vento, che la neve si è accumulata e ha formato delle pericolose placche che potrebbero staccarsi trascinandoci a valle, che il vento che fa colare la neve sul pendio potrebbe far cadere dei pezzi più grossi dei semplici fiocchi di neve, che oltre alla salita bisogna prendere in considerazione anche la discesa, e che se non si rispettano determinati orari possiamo trovarci in situazioni molto pericolose. La sera quando scriviamo sul sito della Maison della Montagne o su Gulliver che la salita era perfetta non pensiamo ai pericoli che abbiamo corso, fermiamo il nostro pensiero alla semplice traccia e non consideriamo tutto ciò che vi era attorno.

Questa mattina, con un collega guida alpina, abbiamo fatto dietro front dopo i primi 100m del couloir suddetto. Si sprofondava fino al ginocchio in determinati punti e si stava a galla in altri; lo strato di neve si presentava molto disomogeneo e spesso vuoto al di sotto del primo strato non permettendo neanche il piazzamento di una sosta su piccozze; le colate di neve lungo il pendio erano continue, a cascate. Per certo non sono caratteristiche di una salita su neve in buone condizioni. Mentre scendiamo una cordata di francesi ci raggiunge e decide di proseguire. Arrivati agli zaini spieghiamo il problema ad una cordata di italiani che mi chiedono: “ ma gli altri hanno proseguito?” ed alla mia risposta affermativa, mi sento rispondere senza pensarci due volte “va beh allora andiamo anche noi”. Tempo due minuti uno dei due e finito nella crepaccia terminale.

Io ed il mio socio ci dirigiamo verso una goulotte decisamente più corta e tecnica nelle vicinanze per approfittare della bella giornata. Verso le 10 am decidiamo nuovamente di scendere prima di aver terminato la salita a causa del fortissimo calore che stava rendendo pericolosa la via. Verso le 11 am circa, una cordata, con tutto comodo, si dirigeva verso il couloir Couturier e lo attaccava poco dopo. Il girono prima, la vetta della Verte era stata raggiunta verso le 16 da diverse persone…che avrebbero intrapreso da lì a poco la lunga e pericolosa discesa del canale Whymper (che si trova sul versante Sud della montagna). Sulla Ginat alle Droites vi sono cordate che hanno impiegato 2 giorni e mezzo per uscire dalla parete, un tempo folle al girono d’oggi che è segno di inesperienza sia nel salire che nel valutare le capacità della cordata stessa, sia nel non valutare un’eventuale ritirata o non saperla fronteggiare.

La via degli Svizzeri alle Courtes è stata percorsa diverse volte, ma non è assolutamente in buone condizioni, è in condizioni salibili. Una volta raggiunta la vetta qualsiasi salita diventa buona e facile!!!

Il messaggio che vorrei che passasse è che oggi si ha la tendenza a non prestare attenzione a tutto ciò che comporta una salita, ma a soffermarci solo sul nome ed il numero che sono scritti sul libro guida ed alle spesso tendenziose informazioni che si leggono sui siti specializzati. Tutto ciò senza concederci una personale valutazione delle condizioni, senza porci domande e senza mettere in discussione noi stessi prima di tutto.. Purtroppo o per fortuna di incidenti ce ne sono veramente pochi rispetto alle ingenuità commesse ogni giorno dagli alpinisti. Dovremmo forse ritrovare un po’ di umiltà e un po’ di passione. Dovremmo ricominciare ad andare in montagna per noi stessi e non perché così la sera possiamo dire al mondo, quanto siamo bravi.




Buone salite a tutti!!!

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infondo una cascata o l'altra...ol gias l'è sempre gias!!!
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leo



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MessaggioInviato: Ven Apr 23, 2010 7:27 pm    Oggetto: Rispondi citando

Forse (spero) troppo severo in certe affermazioni ma in buona parte condivisibile Wink
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Stambek 1



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MessaggioInviato: Sab Apr 24, 2010 5:10 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ma si va in MONTAGNA PER I SOLDI O PER PASSIONE Question Exclamation
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Kliff 62



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MessaggioInviato: Sab Apr 24, 2010 7:19 pm    Oggetto: Re: SUCUREZZA IN MONTAGNA!!!!! Rispondi citando

brozio ha scritto:
Purtroppo o per fortuna di incidenti ce ne sono veramente pochi rispetto alle ingenuità commesse ogni giorno dagli alpinisti. Dovremmo forse ritrovare un po’ di umiltà e un po’ di passione. Dovremmo ricominciare ad andare in montagna per noi stessi e non perché così la sera possiamo dire al mondo, quanto siamo bravi.
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Franz
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MessaggioInviato: Lun Apr 26, 2010 3:19 pm    Oggetto: Re: SUCUREZZA IN MONTAGNA!!!!! Rispondi citando

brozio ha scritto:
Vorrei portare un esempio fresco fresco di questi giorni per farvi capire meglio il mio punto: nelle ultime 3 settimane le grandi pareti del bacino dell’Argentiere, nel massiccio del Monte Bianco, sono state molto frequentate. Salite come la via degli Svizzeri alle Courtes o il couloir Couturier all’Aigulle Verte o ancora la via Ginat sulla parete nord delle Droites, sono state percorse da numerose cordate. Sui siti specializzati la gran parte di queste anno parlato di ottime condizioni.

Certo, perché dalla terza cordata in su, sul Couturier ci sono gli scalini e la salita si trasforma in un gesto fisico e null’altro…apparentemente!!!!

Però non consideriamo che i giorni precedenti ha nevicato con vento, che la neve si è accumulata e ha formato delle pericolose placche che potrebbero staccarsi trascinandoci a valle, che il vento che fa colare la neve sul pendio potrebbe far cadere dei pezzi più grossi dei semplici fiocchi di neve, che oltre alla salita bisogna prendere in considerazione anche la discesa, e che se non si rispettano determinati orari possiamo trovarci in situazioni molto pericolose. La sera quando scriviamo sul sito della Maison della Montagne o su Gulliver che la salita era perfetta non pensiamo ai pericoli che abbiamo corso, fermiamo il nostro pensiero alla semplice traccia e non consideriamo tutto ciò che vi era attorno.

Questa mattina, con un collega guida alpina, abbiamo fatto dietro front dopo i primi 100m del couloir suddetto. Si sprofondava fino al ginocchio in determinati punti e si stava a galla in altri; lo strato di neve si presentava molto disomogeneo e spesso vuoto al di sotto del primo strato non permettendo neanche il piazzamento di una sosta su piccozze; le colate di neve lungo il pendio erano continue, a cascate. Per certo non sono caratteristiche di una salita su neve in buone condizioni. Mentre scendiamo una cordata di francesi ci raggiunge e decide di proseguire. Arrivati agli zaini spieghiamo il problema ad una cordata di italiani che mi chiedono: “ ma gli altri hanno proseguito?” ed alla mia risposta affermativa, mi sento rispondere senza pensarci due volte “va beh allora andiamo anche noi”. Tempo due minuti uno dei due e finito nella crepaccia terminale.

Verso le 11 am circa, una cordata, con tutto comodo, si dirigeva verso il couloir Couturier e lo attaccava poco dopo. Il girono prima, la vetta della Verte era stata raggiunta verso le 16 da diverse persone…che avrebbero intrapreso da lì a poco la lunga e pericolosa discesa del canale Whymper (che si trova sul versante Sud della montagna).


GRAZIE Enrico!
Devo dire che ho sentito Enrico al telefono giovedì prima di partire per Argentiere e le sue parole erano proprio "dure". Era incavolato e direi che ha espresso bene quello che provava. Devo dire che si è dimostrato persona disponibilissima e accorta. Se siam andati alla Modica è grazie a lui. La Verte è sempre lì....
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-Per me i fotoreports di Franz sono come i giornalini pornografici: non leggo il testo, guardo solo le foto. Quindi Franz, continua a postare i tuoi reports che altrimenti mi tocca riabbonarmi a "Le Ore" (un forumista di OTT)
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Mat



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MessaggioInviato: Lun Apr 26, 2010 3:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

grande Brozio ... l'ho pubblicato anch'o erroneamente.
considerazioni molto interessanti ...
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mat69



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MessaggioInviato: Lun Apr 26, 2010 4:27 pm    Oggetto: Rispondi citando

Stambek 1 ha scritto:
Ma si va in MONTAGNA PER I SOLDI O PER PASSIONE Question Exclamation


C'e' gente che che si e' fatta un culo quadro per poter vivere di montagna,
mi sembra ingiusto dargli dei mercenari, come tutte le categorie c'e'
un po' di tutto, e uno che mette le proprie conoscienze (a gratis) e' da lodare
e ringraziare.
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brozio



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MessaggioInviato: Lun Apr 26, 2010 4:56 pm    Oggetto: Rispondi citando

Stambek 1 ha scritto:
Ma si va in MONTAGNA PER I SOLDI O PER PASSIONE Question Exclamation


io per passione...i soldi ce li metto per andare in montagna...non ne guadagno di certo!

ma gente che con i soldi ci guadagna in montagna(vedi guide alpine) se non ha una poassione alle spalle penso proprio che è un lavoro che non riuscirebbero a fare....

comunque leggi bene stambek...non si parlva di soldi o no..ma di sicurezza e di quanto la gente azzardi per farsi una salita! Wink
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paolo75



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Residenza: Sesto San Giovanni

MessaggioInviato: Lun Apr 26, 2010 7:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

brozio ha scritto:
Stambek 1 ha scritto:
Ma si va in MONTAGNA PER I SOLDI O PER PASSIONE Question Exclamation


io per passione...i soldi ce li metto per andare in montagna...non ne guadagno di certo!

ma gente che con i soldi ci guadagna in montagna(vedi guide alpine) se non ha una poassione alle spalle penso proprio che è un lavoro che non riuscirebbero a fare....

comunque leggi bene stambek...non si parlva di soldi o no..ma di sicurezza e di quanto la gente azzardi per farsi una salita! Wink


Quoto il brozio... facciamo così che si fa prima, quando dici qualcosa Rolling Eyes scrivi subito che vale anche per me Laughing Laughing

enrico bonino ha scritto:
Il messaggio che vorrei che passasse è che oggi si ha la tendenza a non prestare attenzione a tutto ciò che comporta una salita, ma a soffermarci solo sul nome ed il numero che sono scritti sul libro guida ed alle spesso tendenziose informazioni che si leggono sui siti specializzati. Tutto ciò senza concederci una personale valutazione delle condizioni, senza porci domande e senza mettere in discussione noi stessi prima di tutto.. Purtroppo o per fortuna di incidenti ce ne sono veramente pochi rispetto alle ingenuità commesse ogni giorno dagli alpinisti. Dovremmo forse ritrovare un po’ di umiltà e un po’ di passione. Dovremmo ricominciare ad andare in montagna per noi stessi e non perché così la sera possiamo dire al mondo, quanto siamo bravi.


Questo fa riflettere
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Stambek 1



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MessaggioInviato: Lun Apr 26, 2010 7:52 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ma allora perchè c'è gente che parla sul sito Exclamation Question male delle GUIDE
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misteradamello



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MessaggioInviato: Lun Apr 26, 2010 9:29 pm    Oggetto: Rispondi citando

Stambek 1 ha scritto:
Ma allora perchè c'è gente che parla sul sito Exclamation Question male delle GUIDE

Eh ma allora sei Tordo o ci fai? Crying or Very sad
Il distinguo fra gli argomenti non ti riesce proprio?
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red



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MessaggioInviato: Mar Apr 27, 2010 9:42 am    Oggetto: Rispondi citando

Stambek 1 ha scritto:
Ma allora perchè c'è gente che parla sul sito Exclamation Question male delle GUIDE


come ci sono idraulici che lavorano male
impiegati che lavorano male
operai che lavorano male
politici che lavorano bene

....

come vedi ogni lavoro ha le sue pecore nere Wink
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- Tutta roba che rimane !!!
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brozio



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Residenza: seriate (BG)

MessaggioInviato: Mer Apr 28, 2010 5:11 pm    Oggetto: Rispondi citando

misteradamello ha scritto:
Stambek 1 ha scritto:
Ma allora perchè c'è gente che parla sul sito Exclamation Question male delle GUIDE

Eh ma allora sei Tordo o ci fai? Crying or Very sad
Il distinguo fra gli argomenti non ti riesce proprio?


ci rinuncio....si vede che non ha capito bene l'argomento in questione...e mi spiace...perchè ogni parere è bello da sentire...

comunque ci sarà gente che parla male delle guide perchè magari ha avuto esperienze negative con loro....!!!
ma questo non vuol dire ninte...concordo con ciò che ha scritto Red in merito!
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Stambek 1



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MessaggioInviato: Ven Apr 30, 2010 6:59 am    Oggetto: Rispondi citando

SICUREZZA IN MONTAGNA cosa vuol dire?
UNA SOMMA DI COSE.
Certamente il tema è complesso e di non facile soluzione, ma non può essere per questo trascurato.
Si parla di sicurezza in montagna, sulle strade e sui posti di lavoro solo dopo incidenti più o meno gravi.
Certamente è necessario, un nuovo approccio al mondo della sicurezza, un approccio che non sia orientato solo a impedire incidenti, ma è necessario inserire la sicurezza in un discorso più completo di educazione alla montagna che deve coinvolgere sempre più persone e che permetta a tutti di affrontare le vie più o meno impervie in modo sereno e consapevole.
Oggi diviene necessaria una formazione di alpinisti ed escursionisti all’interno delle sezioni C.A.I. che siano abili nel gestire situazioni difficili, che possano essere in grado di affrontare i terreni più diversi e gestire le persone con le più svariate abilità o paure, in pratica i capi gita o capi cordata, che stanno scomparendo.
Come fronteggiare la situazione?
A mio parere il problema può essere affrontato approfondendo tre aspetti importanti:
1) Prevenzione.
2) Informazione/Formazione.
3) Preparazione.
Prevenzione.
Dobbiamo informarci sulle difficoltà, sui passaggi critici, sulle condizioni meteorologiche, sull’itinerario da compiere. Ognuno di questi elementi non toglie per nulla quella bellezza del rapporto con la montagna, anzi lo esalta, crea un’attesa, stimola una preparazione, dispone ad affrontare la via o il sentiero con i mezzi necessari.
Informazione/Formazione.
La prevenzione non basta!
Dopo la conoscenza dell’ambiente che ci attende, dobbiamo avere a disposizione gli strumenti per affrontare le difficoltà che incontreremo.
Dobbiamo individuare quali materiali sono necessari e come e quando utilizzarli, dobbiamo saper affrontare gli imprevisti che l’ambiente della montagna ci propone. Questo si raggiunge solo con l’esperienza e la formazione tecnica e psicologica delle persone.
Preparazione
È necessario un nuovo elemento: la preparazione.
Dapprima c’è la necessità di un allenamento fisico che consenta di avere sempre delle risorse adatte alla riuscita dell’itinerario scelto. L’alpinista in questo caso deve sapere quali sono i suoi limiti e quelli degli altri e deve possedere sempre una riserva di energia adeguata per fronteggiare gli eventuali imprevisti. In questo senso la preparazione fisica non può essere discontinua: lasciar trascorrere troppo tempo tra un’escursione e l’altra può causare perdita di brillantezza mentale e muscolare con i conseguenti rischi.
La forza non è sufficiente per garantire una salita sicura. Spesso si sviluppano grandi potenzialità nelle ormai numerose palestre, ma la scalata in ambiente montano è totalmente differente. Diventa necessario quindi prepararsi su differenti terreni che devono essere affrontati in modi opportuni.

Per concludere
Come si è cercato di mostrare prevenzione, informazione/formazione e preparazione sono i tre punti fondamentali quando si parla di sicurezza in montagna.
La montagna ci insegna che per goderla e apprezzarla dobbiamo imparare ancora un bel po’ di cose.
Per questo è necessario che le sezioni C.A.I. si prendano carico della formazione di capi gita e capi cordata completando la preparazione iniziata dalle scuole, mantenendola poi nel tempo nelle sezioni C.A.I.
Prevedendo nei programmi annuali gite alpinistiche ed escursionistiche.
Queste persone ben formate possono costituire quel modello a cui tutti gli appassionati più o meno esperti si possono riferire e, col tempo, diffondere quella cultura della sicurezza che oggi sembra sempre più dileguarsi.
Mi permetto di chiudere con una frase cara ai nostri meno giovani alpinisti:

Non esiste l’alpinista più bravo, perché il più bravo e colui che porta a casa la pellaccia.
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Stambek 1
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J.HARLIN



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MessaggioInviato: Ven Apr 30, 2010 8:02 am    Oggetto: Rispondi citando

Stambek ha scritto:
Citazione:
A mio parere il problema può essere affrontato approfondendo tre aspetti importanti:
1) Prevenzione.
2) Informazione/Formazione.
3) Preparazione.


io aggiungerei..
4) umiltà

Stambek ha scritto:
Citazione:
Non esiste l’alpinista più bravo, perché il più bravo e colui che porta a casa la pellaccia.


non diciamo str.. ok con le frasi di rito.. magari che suonano un gran bene.. ma i Casarotto, Massarotto, DellaLonga, Piantoni, ecc. (tanto per citarne alcuni purtroppo) erano meno bravi degli altri? puoi prevenire ma non sempre curare.. non insegnamo che il fattore c. in montagna dipende sempre e solo da noi..
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