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   Wila Lloje, cresta est, 31/08/2024
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Onicer  Zeno   
Regione  Altro
Partenza  Valle del Jachcha Jahuira  (4750 m)
Quota attacco  5000 m
Quota arrivo  5596 m
Dislivello della via  500 m
Difficoltà  PD+ ( pendenza 50° / II in roccia )
Esposizione in salita Est
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Normale attrezzatura da alpinismo classico
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Danilo si accinge a tornare in Italia dopo quattro mesi di servizio qui nella parrocchia di Peñas e vogliamo salutarlo al meglio. Decidiamo così per una salita in giornata al Wila Lloke (“frana rossa” in lingua Aymara). Si tratta di una elegante piramide di roccia e neve nel gruppo del Vinohuara (Cordillera Reál). La terza salita assoluta fu ad opera dei bergamaschi S. Calegari, G. Rizzi e G. Ferrari nell’agosto del 1975 ed è documentata in un bell’articolo pubblicato nell’annuario del CAI di Bergamo dello stesso anno.
Siamo in parecchi e ci dividiamo su due percorsi differenti: Carina, Pedro, Franz, Lorenzo e Asqui saliranno per la parete sud (una bella pala di ghiaccio e neve con una breve sezione di misto) mentre Asso, Jim, Danilo ed io scegliamo la cresta est-sud-est, ricalcando nella parte finale la salita dei nostri predecessori bergamaschi. Anche Lia e Francesca avrebbero dovuto salire con noi ma si fermano nell’auto per un po’ di malessere al momento di partire.
La prima parte della nostra cresta è tutta in roccia abbastanza marcia con arrampicata elementare ma che richiede attenzione; di quando in quando cerchiamo qualche passaggio più difficile per scalare un po’. Io sono contentissimo, mi sembra di essere sulle amate creste orobiche. Ad un certo punto un masso enorme in bilico sulla cresta chiama la nostra attenzione e, senza indugio, lo aiutiamo nel suo cammino verso valle provocando una frana spettacolare. Arriviamo sull’anticima est da dove contempliamo con emozione i nostri compagni sulla parete: Asqui e Lorenzo mi impressionano per lo stile impeccabile con cui scalano ma anche Pedro, Cari e Franz fanno la loro buona figura.
Scendiamo al colle, mettiamo i ramponi e saliamo per la ripida cresta est fino ad arrivare in vetta dove ci ricongiungiamo tutti. Cantiamo, preghiamo e mangiamo pane, salame e un super taleggio/zola (uno dei frutti degli esperimenti caseari di Asso e Pedro).
Scendiamo tutti per la cresta est fino al colle e poi verso nord fino a giungere due ameni laghetti glaciali circondati da “bofedales”. Io mi concedo un bagnetto ristoratore che mi dà le forze per arrivare fino all’auto dove ci riuniamo con Lia e Francesca che ci hanno aspettato con pazienza.
Non saprei dire perché ma questa è state una delle salite che ho gustato di più nel mio soggiorno in Bolivia, fare montagna qui ha qualcosa di speciale che consiglio a tutti quelli che amano un alpinismo umile e antico.

Mòla mia, leù!
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