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   CIMA BRENTA - scivolo Nord + scivolo Massari, 10/07/2021
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Onicer  maurizio1972   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Malga Vallesinella  (1540 m)
Quota attacco  2600 m
Quota arrivo  3150 m
Dislivello della via  450 m
Difficoltà  AD- ( pendenza 50° / III+ in roccia )
Esposizione in salita Nord-Est
Rifugio di appoggio  Casinei e Tuckett
Attrezzatura consigliata  Nuts, friends, chiodi ghiaccio e cordini. Due mezze da 30 per eventuale calata. Non abbiamo trovato ghiaccio e quindi molto materiale lo abbiamo portato precauzionalmete per eventuali varianti di uscita.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Con Daniele, Claudio e Alessandro
Cima di Brenta… guardata una prima volta dal basso, con sguardo da turista della bellezza dolomitica, esplorata escursionisticamente e oggi vissuta fino in fondo. I soci migliori, quelli con cui ti trovi bene e a tuo agio in ogni frangente e con cui ti diverti e non devi necessariamente raggiungere un obiettivo. Le difficoltà di questo itinerario sono differentemente relazionate variamente: da PD+ fino AD+, a seconda delle condizioni dello scivolo, della presenza di ghiaccio e soprattutto dell’abbassamento della sella nevosa in cresta, che a stagione avanzata aumenta la difficoltà su roccia. Noi troveremo lo scivolo in buone condizioni (direi meno dei 55° delle relazioni) e più difficoltosa la parte su roccia (almeno un III°+). L’avventura inizia nel traffico e nel viaggio, anche questo bisogna saper condividere in leggerezza: la macchina piena di ferraglia, caschi, zaini e tanti sogni. La sosta tra il verde delle Giudicarie, risalendo verso la Val Rendena, una cena da merenderos fuori orario, mentre il mondo è di fronte allo schermo per la partita. Madonna di Campiglio: una contraddizione fatta città: una piccola Milano nelle Dolomiti, distaccata e frivola, ordinata e turisticamente impeccabile. Però attorno ad essa cime severe e boschi selvaggi. Noi che impeccabili non siamo scegliamo il bosco per dormire, parcheggiando a Vallesinella (1540mt). 2 in auto e 2 a guardar le stelle, immaginando l’incontro con l’orsetto trentino. Ovviamente vediamo solo occhi furtivi di caprioli e tante lucciole… Alle 2.30 sveglia con imprecazioni, perché il camping gas ci abbandona e con lui la speranza di un caffè, quindi con poca baldanza e molta sbandanza saliamo verso il Tuckett (2272mt). In poco meno di 2 ore arriviamo e di nuovo svanisce il sogno di un caffè… all’interno tutto tace e il sonno regna sovrano; aspettiamo quasi fino alle 5, ma nulla. Ma tant’è, siamo pienamente autosufficienti e quindi facciamo solo il pieno dalla fonte “non potabile” e poi iniziamo il viaggio verso la vedretta del Tuckett, che risaliamo fino a poco prima della sella omonima, dove sulla sx si stacca l’evidente scivolo Nord. Questa è stata anche la via dei primi salitori, ma oggi a causa del ritiro della vedretta non è considerata più la via normale, bensì un’alternativa scialpinistica o alpinistica di inizio stagione. Le condizioni dello scivolo Nord sono più che discrete, considerando l’umidità notturna e il cielo velato che frolla leggermente la neve in superficie. Fortunatamente il fondo è ottimo e quindi riusciamo a tenerci sulla sinistra della rigola evitando rischi di proiettili in caduta. L’orario è comunque perfetto e quindi saliamo in ombra e in sicurezza, soprattutto quando il canale vira più decisamente a Nord. L’alba tinge tutto di rosa e le nuvole di foschia si abbassano verso valle, liberando lo spettacolo delle pareti circostanti… Si sale senza fretta, ammirando e fotografando: il canale è da tracciare, ma a parte un po’ di fatica e qualche tratto più ripido, non desta mai preoccupazioni. Così raggiungiamo anche l'imbuto finale sulla sinistra, che ci deposita sulla sella in cresta. Purtroppo la neve è bassa rispetto alla parete da affrontare e la roccia poco appigliata. Il chiodo di sosta rimane in alto, provvidenziale uno spezzone di corda lasciato appeso. In ogni caso questo risulta il passaggio chiave della giornata. Con attenzione riusciamo a risalire la prima e la seconda sosta, ma le difficoltà sono tutte in partenza, poi la salita diventa sempre più agevole ed intuitiva, scegliendo il percorso più facile ed evidente. E’ importante ribadire che con scarsa visibilità l’ovvio in Dolomiti diventa dubbio e molto facilmente ci si trova ad incrodarsi… Quindi sempre un occhio al cielo e all’orizzonte. Si arriva finalmente al filo di cresta, aereo e panoramicissimo, ma mai difficoltoso. La cima è lì e alle 8.40, dopo un’ultima risalita, siamo ai 3150mt della vetta… abbracci e non di rito! Per la discesa optiamo non per la normale, poichè la neve sulla cengia (Garbari), discendente verso le bocchette alte, non dà molto affidamento. Optiamo quindi per continuare in cresta verso la cima Occidentale di Brenta, distante circa 300 mt in linea d’aria da quella principale. Una prima parte con traverso insidioso per grossi buchi sotto cresta e una nuova paretina da arrampicare. Qualche dubbio sul percorso, ma se ben si guarda vi sono ometti che indirizzano sul giusto percorso. Ci togliamo i ramponi, che rimetteremo a breve… Bella la discesa dalla cima secondaria in disarrampicata, aiutati da una corda fissa: rocce e roccette fino alla sella da cui scende lo scivolo Massari. Neve pessima nella primissima parte, ma successivamente sufficientemente portante e rapida da percorrere a scivolo, sempre con un occhio ai crepi della vedretta, intuibili, ma non sempre evidenti. Lo scivolo Massari è interrotto da un salto di rocce gradinate, che dal basso appaiono un muro verticale percorso da cascatelle di fusione. In realtà, pur essendovi un chiodo per una doppia, riusciamo a disarrampicarlo, sfruttando alcune provvidenziali cengette. Terminata la vedretta, i blocchi e i detriti morenici, con le gambe molli, sono ancora un’insidia. Il rifugio è ormai in vista, anche se bisogna intuire una via di discesa spostandosi alla sx e andando a tagliare (senza seguirlo) il sentiero SOSAT. Arriviamo alla piana, da cui è necessario rimontare la bastionata su cui è appollaiato il rifugio. Non è ancora mezzogiorno e riusciamo a berci una birretta prima che il Tuckett si affolli e diventi efficiente e probabilmente ottimo ristorante. La fuga verso valle si impone… Oggi nessuno in vetta e nessuno in giro oltre il rifugio, tranne un solitario alla sella del Tuckett. C’è ancora molta neve che intasa le bocchette e i sentieri attrezzati, rendendo i percorsi sopra i rifugi decisamente ostici.

Foto 1 - La paretina al termine del canale Nord che porta in cresta
Foto 2 - Cresta in vista della vetta
Foto 3 - Discesa dalla cima di Brenta occidentale verso lo scivolo Massari
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