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Monte Bianco "by fair means" per la Cresta dell'Innominata, 09/07/2020 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | picchiomuraiolo |
Regione | Valle d'Aosta |
Partenza | Chalet du Freney (Val Veny) (1590 m) |
Quota attacco | 3852 m |
Quota arrivo | 4810 m |
Dislivello della via | 1000 m |
Difficoltà | D+ ( pendenza 55° / V in roccia ) |
Esposizione in salita | Sud-Est |
Rifugio di appoggio | Rif. Monzino / Biv. Eccles |
Attrezzatura consigliata | Alcuni dadi e friends, molti cordini per spuntoni, un paio di viti da ghiaccio, qualche chiodo da roccia, oltre alla normale dotazione da misto in quota.
Utile un secondo attrezzo da ghiaccio |
Itinerari collegati | Monte Bianco (4810m), cresta dell'Innominata |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Eccezionale |
Commento | Saliti al Monzino martedì 7, ottima gestione di Mauro! Lì abbiamo incontrato Francesco Ratti e Francois Cazzanelli (con Matteo della Bordella per la libera della loro via nuova al Pilier Rouge), che ci hanno dato info fresche sull'Innominata percorsa pochi giorni prima.
L'indomani mattina in 4 h siamo arrivati ai bivacchi (traccia ottima e neve portante); l'ultimo tratto è di facile arrampicata su roccette un po' marce. Ci siamo fermati al bivacco inferiore (Crippa); le coperte c'erano, non ci siamo portati nulla. Rischio affollamento (entro sera i nove posti erano occupati più un francese a dormire per terra). Tanta neve nei dintorni da sciogliere per cucinare. Giovedì 9 all'1 siamo partiti dal bivacco; per raggiungere il Col Eccles siamo passati dal ghiacciaio del Brouillard, ottime condizioni e terminali ancora chiuse. Il ghiacciaio si raggiunge per ora facilmente: dal bivacco salendo un paio di metri, si traversa a sinistra e si raggiunge una cengetta rocciosa (spit e maillon in loco per eventuale doppia di 10 m, ma non c'è stato bisogno perché la neve arrivava molto in alto) da cui si mette piede sul ghiacciaio. In 45' eravamo al Col Eccles. Prima parte lungo la cresta intuitiva, un chiodo in loco e un cordone prima dell'intaglio. Nonostante il buio, si trova bene anche il camino del tiro chiave (la logica porta lì), che in alto (ma non son visibili dalla sosta) ha qualche chiodo. Poi si prosegue a tiri alterni su rocce più facili, passando nel caratteristico bucone (fettuccia su massi) e ritornando sul filo di cresta. Dato lo zero termico alto (4400 m), la neve era a tratti marcia quindi abbiamo fatto meno conserva e più tiri, allungando i tempi. Ad ogni modo il traverso sul canale si passa bene; non conviene subito puntare troppo a sinistra, perchè più in alto sulle rocce a destra c'è un chiodo utile a far sosta; puntare quindi ad una rampa nevosa sulla sinistra (dal canale resta un po' nascosta, non conviene puntare alle prime che si vedono) che riporta in cresta. Considerare che, usciti dalla cresta, ancora non è finita... Pendio di neve marcia per raggiungere la base del M. Bianco di Courmayeur (vari sali scendi, pinnacoli e roccette ancora da scalare) e infine il pendio fino al Bianco. Non abbiamo bypassato il M. Bianco di Courmayeur perché il traverso era ghiacciato. Dalla vetta siamo scesi per la normale del Gouter... poi al Tete Rousse, quindi al Nid d'Aigle ed essendo chiusa la Tramway abbiam fatto a piedi fino Les Houches... (circa 7-8 h dalla vetta) Con Ale, gran sgaloppata! FOTO 1: passaggi in cresta FOTO 2: Il traverso del canale FOTO 3: verso la rampa che riporta in cresta |
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