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   il nostro 8000 estivo del 99, 24/06/2006
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Pont Saint Jacques  (1700 m)
Quota attacco  3800 m
Quota arrivo  4225 m
Dislivello della via  400 m
Difficoltà  PD+ ( pendenza 40° )
Esposizione in salita Ovest
Rifugio di appoggio  Vitt.Eman.,Mezzalama,guide Ajas
Attrezzatura consigliata  picca e ramponi
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Nell’estate del 99 con mio fratello puntiamo la valle d’Aosta e riusciamo nel suo periodo di ferie a salire su due 4000 facili. Il 20 luglio arriviamo e partiamo da Pont alle 21. Complici la bellezza della sera e la temperatura fresca, saliamo veloci, con le luci di giornata che gradualmente si spengono e ci consegnano all’abbraccio delle stelle. Alle 22.30 raggiungiamo il Rif. Vittorio Emanuele,800 mt di dislivello dopo. Dormiamo stanchi, e sereni ci risvegliamo per la colazione delle 5. Alle 6 lasciamo il tepore del rifugio. Da dietro il rifugio seguiamo il segnavia giallo attraverso una distesa di grandi massi, fino a dei prati sotto la morena del ghiacciaio del G. Paradiso. Risaliamo la morena sul lato sinistro meno ripido, per traccia a svolte con ometti, entrando in un ampio vallone con rocce montonate lisciate dal ghiacciaio, da risalire seguendo i numerosi ometti, fino al catino innevato. Calziamo i ramponi e ci leghiamo nel sorgere di una giornata che si prospetta grandiosa. Dopo il catino, risaliamo il ripido pendio ghiacciato di destra, puntando sempre a destra, e salendo ad un altro plateau, fino alla cosiddetta schiena di mulo, il passaggio chiave della via, soprattutto nella stagione avanzata quando può presentarsi secco e ripido a ghiaccio nero. Si sale quindi a sinistra con discreta pendenza, attraversando la parte superiore del ghiacciaio, con diversi crepacci aperti , in direzione di una sella. Si cambia quindi direzione risalendo verso sinistra in direzione della crepaccia terminale che si supera su un ponte di neve. Raggiunta la sella, per le rocce esposte della cresta, raggiungiamo i 4061 mt della cima con madonnina, per qualche passo esposto. Sono le 10 del mattino e il panorama è immenso sotto di noi e la pianura. Ci complimentiamo per il primo 4000 raggiunto insieme e per anticipare l’arrivo di altre cordate che vediam0o come formichine muoversi per il ghiacciaio,iniziamo la discesa che ci vede al rifugio già per mezzogiorno. Gozzovigliamo al sole per due ore e poi alle 16 riatterriamo a Pont, dove dalla mia borraccia che mi porto alle labbra esce uno stranissimo gel formatosi chissà come e che provvedo a svuotare a terra fra le risate di mio fratello.
Due settimane dopo applichiamo lo stesso schema d’azione. Vogliamo salire al Castore evitando però la via normale dallo Staffal ,e allora partendo nel pomeriggio da casa, arriviamo a Saint Jacques da dove alle 18.30 imbocchiamo la lunga e monotona strada carrozzabile che conduce al Pian di Verra Inferiore (possibilità di scorciatoie). Proseguiamo ancora lungo questa strada fino a poco prima del Pian di Verra Superiore (2382 m). Qui, sulla sinistra si stacca un sentiero che risale la possente morena del Ghiacciaio di Verra e che conduce al Rif. Mezzalama (3036 m),che raggiungiamo alle 21.15. Notte serena e dopo colazione abbandoniamo il rifugio alle 5.30 coi favori delle prime luci di giornata,anche se la giornata è in realtà nuvolosa e grigia. Proseguiamo per gande e nevai, seguendo i bolli gialli, fino ad arrivare al Rif. Guide di Ayas (3425m), un’ora dopo. Fantastico balcone sulla valle. Dal rifugio,mezz’ora dopo, mettiamo piede sul ghiacciaio, ci ramponiamo e lo si risaliamo fino a poca distanza dal Colle di Verra (3848 m),dove si trova il bivio fra Polluce a sx e Cstore a dx. Sono le 8.15 e facciamo pausa per 15 minuti. Iniziamo poi,nella nebbia che copre quasi tutto e toglie prospettiva, a risalire l 'ampio pendio della parete W del Castore. Un breve pendio ripido (45°) porta sulla cresta NW assai affilata interrompendo la monotonia del bianco con una tonalità di grigio cielo. Capiamo di avercela fatta,l’aria fresca della cresta ci risveglia dal torpore del passo picca ,passo picca e camminando sospesi fra due vuoti incolori arriviamo dove non si può più salire, a 4225 mt. Felici ci abbracciamo riprendendo la misura degli spazi in questo nulla indefinito. Contenti anche per questa doppietta di 4000…che per noi è come aver salito un 8000. Sono le 10.15 e dopo una piccola pausa attenti a individuare i segni della salita cominciamo a scendere. Alle 12.30 siamo al Val d’Ajas,oretta di pausa e pranzo e mezz’ora dopo siamo al Mezzalama e alle 17 di nuovo Saint Jacques. Foto 1 dalla vetta del GP
Foto2 la schiena d'asino Foto 3 cresta finale castore
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