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   PIZZO FERRE', 12/07/2019
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Onicer  maurizio1972   
Regione  Lombardia
Partenza  Montespluga  (1908 m)
Quota attacco  2740 m
Quota arrivo  3103 m
Dislivello della via  360 m
Difficoltà  PD- ( pendenza 40° / II in roccia )
Esposizione in salita Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Bivacco Cecchini (2773mt)
Attrezzatura consigliata  Normale da alpinismo
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Bella ed estetica cima della Valchiavenna, da tempo bramata ed oggi raggiunta. Sveglia “killer” (come dice Ale, con cui condivido la salita) per trovarci a Lecco alle 4.30. Arrivati a Montespluga cade qualche goccia e il cielo è plumbeo soprattutto sul versante del Suretta. Alle 6.20 partiamo, superando qualche mucca che procede pigramente lungo la Val Loga. Esse simpatiche ruminanti lasceranno un campo minato estesissimo che ci impegnerà non poco al rientro, costringendoci ad uno slalom devastante per evitare di trasformare l’auto in stalla motorizzata. Io intanto vago nella lunga piana con lo stomaco sottosopra: lungo i tornanti di salita la colazione del babbione ha presentato il conto, attivando lo shake di banana, barretta, datteri, frutta secca e cereali. Quando il sentiero impenna iniziano i primi nevai, sempre più estesi, che ci permetteranno, al ritorno, una rapida ed agevole discesa. Dopo 2 ore raggiungiamo il Bivacco Cecchini (2770mt), in splendida posizione ed ottimamente tenuto; qui facciamo sosta e osserviamo i rassicuranti sviluppi meteo. Sosta tecnica al bivacco per decidere la linea di salita. Rimaniamo alti sopra il lago perché la neve buona permette di percorrere in sicurezza i traversi. Superato il primo avvallamento il Ferrè ci si mostra nella sua bella imponenza… veramente selvaggia questa zona. Si tocca con mano il senso di spaesamento e di disagio, lontani da ogni segno antropico. Nessun animale popola questo luogo decisamente inospitale, che nonostante ciò esercita su di me un richiamo irresistibile: una sirena tra le cui braccia perdersi. Ci adeguiamo all’ambiente e all’approssimarsi del ghiacciaio, prepariamo l’assetto alpinistico. Le condizioni sono ottime, il ghiacciaio è perfettamente coperto, tranne la parte centrale, dove si ha il cambio di pendenza e affiora ghiaccio. Una traccia presente si dirige proprio in mezzo, noi valutiamo con queste condizioni, più sicuro tenerci sulla dx verso un fascia di rocce affioranti. Saliamo slegati per procedere agevolmente e più spediti, anche perché cupe nubi oggi giocano a spaventarci… In ogni caso le condizioni della copertura nevosa ci rassicurano e Ale conosce già i punti dove mettiamo i piedi sui crepacci. In questo modo come un trenino saliamo superando anche la terminale e la neve di deposita in cresta su un colletto ad oltre 3000mt. Fa frecc’ e adesso svolazza qualche rado fiocco… la cresta è però pulita e quindi ci liberiamo dai ramponi e saliamo più agili. Bella la cresta Nord-Ovest!!! Divertente ed ingaggiosa, senza essere mai troppo difficile. In alcuni punti un po' esposta, per cui se bagnata, diventerebbe maggiormente problematica. Bello seguire proprio il filo, tra l’altro dove la roccia è migliore, mentre aggirare le difficoltà significa trovare molto più detrito e rocce instabili. Superiamo in aderenza l’ultima “simpatica” placchetta piuttosto esposta e quasi senza accorgercene, arriviamo alla croce sommitale dopo circa 4h30. Il cielo ci saluta e il sole decide di aprire il panorama quasi su tutta la valle, lasciando solo nubi alte… Quindi ci rilassiamo godendoci l’infinita solitudine. Firmo il libro di vetta e per un momento le mie parole non sono più solo ghiaccio e roccia… Poi l’incanto del cielo sereno si rompe e decidiamo di battere in ritirata; con calma ed attenzione ritorniamo al colletto e giù per il ghiacciaio su neve ancora ottima, solo vagamente remollata. Raggiunto il bivacco Cecchini decidiamo per la discesa di sfruttare gli estesi nevai che permettono una progressione veloce (con un occhio ai buchi, che ho sperimentato). Il tempo che ci ha graziati, ora presenta il conto sotto forma di un muro temporalesco, che fortunatamente transita rapidissimo insieme ai venti che lo trasportano a sud.
Giornata perfetta e condizioni ottime in tutta la zona per ascese su nevai e ghiacciai, grazie alle nevicate tardo-primaverili
Foto 1 - Il Ferrè con il suo ghiacciaio
Foto 2 - In vetta
Foto 3 - Il superamento di un gendarme in cresta
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