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   Mont Maudit, dalla cresta Kuffner, 11/07/2018
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Onicer  Fedora   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Bivacco Fourche  (3670 m)
Quota attacco  3700 m
Quota arrivo  4465 m
Dislivello della via  760 m
Difficoltà  D ( pendenza 50° / IV in roccia )
Esposizione in salita Sud-Est
Rifugio di appoggio  Bivacco Fourche
Attrezzatura consigliata  Ramponi, una piccozza tecnica, 4 viti da ghiaccio, cordini, friend di varia misura, due mezze corde da 30m per le 2 doppie in discesa dalla normale, sotto il passo del M. Maudit, anche se non sono strettamente necessarie (presenti 2 corde fisse).
Itinerari collegati  Mont Maudit (4465m), dalla cresta Kuffner
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Quando salii il Maudit dalla normale, 4 anni fa, e vidi salire alcune cordate dalla Kuffner, pensai che per me sarebbe stato solo un sogno percorrere quella cresta… E invece oggi eccomi qua a percorrerla, in cordata con Daniele, e con Ivana e Pier. Da Courmayer prendiamo le nuove funivie che porta a Punta Helbronner e poi in ascensore (!) scendiamo al rif. Torino. Non sapendo della frana che ha distrutto parte del percorso che dal bivacco Fourche porta all’attacco vero e proprio della cresta Kuffner, decidiamo di dormire al bivacco posto all’omonimo colle. Lo spettacolo sul ghiacciaio della Brenva e sul Bianco che si gode dal bivacco è indescrivibile… L’indomani partiamo alle 4 sotto una stellata stratosferica e percorriamo orizzontalmente la cresta tra neve e roccette e qualche saliscendi fino alla base di un torrione roccioso, dopo una cresta nevosa. Le relazioni dicono di salire a dx e così facciamo, su sfasciumi terribili. Ma poi giunti al colletto notiamo che non c’è verso di proseguire. Perdiamo tempo a cercare una soluzione; alla fine torniamo giù (ca. 50m) e proviamo ad aggirarlo a sx. Ci inventiamo un percorso, tra placche rocciose e sfasciumi; poi un diedro di ghiaccio vivo (bravo Daniele a salirlo per primo in avanscoperta!) ci porta a un pendio nevoso e quindi alla cresta Kuffner vera e propria. Per fortuna alla fine ce l’abbiamo fatta, anche se abbiamo perso un’ora buona e le cordate partite dal Torino son già avanti di un bel po’. Ora siamo ben motivati e cerchiamo di accelerare i tempi. La cresta è splendida e mai monotona: un alternarsi di tratti di neve e ghiaccio, creste aeree, traversi esposti, rocce… Solo in un paio di tratti ci facciamo sicura, poi sempre in conserva o con protezioni veloci, alternandoci da primi di cordata. La parte finale, la lunga cresta nevosa che porta in vetta, è stupenda e le condizioni sono ottime. La fatica è tanta ma alla fine, dopo un esposto traverso ghiacciato, siamo in vetta, dopo 6h e 15’ dal bivacco (ma 45 minuti li abbiamo persi per traffico di cordate, più un’ora nella parte bassa per cercare una variante). La discesa sarà ancora lunga, dalla normale del Maudit. Dal passo del M. Maudit, scendiamo faccia a monte il ripido pendio (50°, neve ghiacciata), senza fare doppie ma aiutandoci con le 2 corde fisse presenti. Poi dal Col Maudit l’estenuante risalita alla spalla del Tacul e quindi giù dai ripidi pendii Nord fino al Col du Midi (scala metallica nella parte finale). Ora manca ancora il lunghissimo rientro al rif. Torino, tra lunghi pianori, discese e soprattutto l’estenuante ultima salita di 200m di disl. fino al rifugio, che raggiungiamo verso le 15. Meteo stupendo in entrambi i giorni; con temperature piuttosto fredde per un leggero venticello quasi sempre presente. Partecipanti: Fedora, Daniele, Ivana e Pier.
FOTO 1: La cresta Kuffner, a circa q. 3800m.
FOTO 2: La spettacolare e famosa "mezza luna", appena prima dell'Androsace.
FOTO 3: Il lungo tratto nevoso finale che porta in vetta al Maudit. A sx il M. Bianco.

NB: COME DETTO SOPRA, MI SENTO DI SCONSIGLIARE LA PARTENZA DAL BIVACCO FOURCHE, MA DI PARTIRE DAL RIF. TORINO. Vero che si compie un po' di dislivello in più, ma alla fine il tempo per raggiungere la cresta vera e propria è più o meno simile e comunque ormai è l'unico possibile. Abbiamo indovinato quella variante a sx del primo grande torrione (praticamente sul versante del ghiacciaio della Brenva), ma col senno di poi era meglio partire sicuramente dal rif. Torino o dormire in tenda sul ghiacciaio).
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