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   Ciarforon - Parete NO - Via Chiara, 08/07/2018
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Onicer  Michi75   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Pont - Rifugio Vittorio Emanuele II  (2735 m)
Quota attacco  3300 m
Quota arrivo  3642 m
Dislivello della via  350 m
Difficoltà  AD+ ( pendenza 50° / III+ in roccia )
Esposizione in salita Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Rifugio Vittorio Emanuele II
Attrezzatura consigliata  Due piccozze, Due mezze corde da 60 m, friend medio piccoli e attrezzatura per la calata in doppia.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Bella via impegnativa e poco frequentata, cambiata molto rispetto a qualche anno fa a causa del ritiro della calotta sommitale.

La salita si può dividere in tre parti:
1 - Affrontata direttamente tenendoci a destra un seracco poco pronunciato e a sinistra una fascia evidente di rocce con un pendio di piccoli scogli rocciosi. Ghiaccio e neve su 45-50 continuo, sostanzialmente buono, con un pò di ghiaccio affiorante quasi sempre evitabile. Utile qualche friend per fare conserva protetta.
2- A causa del ritiro della calotta sottitale, arrivati alla selletta si oppone un tratto di roccia oggi di almeno 10 metri su sfasciume particolarmente instabile. Questo è il tratto delicato della salita. Noi lo abbiamo passato a destra, a sinistra rocce verglassate e varie cascatelle da discioglimento. Sosta in uscita solo su piccozze. Utili friend medio-piccoli.
3- Raggiunta la calotta, oggi perfetta, pendio a 50 per uscire in prossimità del pendio sommitale.
Discesa dalla via normale, per buon innevamento evitando le prime calate scendendo faccia a monte su neve buona. Poi due calate (45 e 60 m), prima sosta con spit, seconda su chiodo e clessidra. La seconda doppia finisce esattamente su pendio nevoso che, disceso faccia a monte, deposita sulla via del ritorno.

Partiti alle 4.45 dal Rifugio, buon rigelo notturno, poi caldazza.
Considerare almeno 4-5 ore per la vetta. Weekend alternativo con il socio Massimo.

Nota Bene: Le calate sono delicate, perchè non facili da trovare e a rischio di incastro e scariche di pietre, essendo tutta zona di fasciumi. Riporto utile passaggio della relazione di Scuola Guido della Torre, fatta a mio avviso molto bene e che ci ha portato fuori dalle indecisioni.

Discesa sulla cresta nord-est: (....) dopo discesa su pendio nevoso e sfasciumi, raggiunto il successivo salto roccioso, rimontare la rocce e traversare a destra (faccia a valle) su cengia. Scendere un breve diedrino fino ad un comodo terrazzino dove è attrezzata la doppia (2 spit, maillon e cordone). Calarsi in verticale per 45 metri fino alla doppia successiva (1 chiodo e clessidra con maillon e cordoni) attrezzata sulla sommità di una placca. Calarsi ora per 60 metri e raggiungere il ripido pendio di neve alla base della parete rocciosa. (1h30). La parete rocciosa è disseminata di cordini abbandonati utilizzati per delle doppie improvvisate, ma se ci si cala mantenendo la verticale delle soste è impossibile allontanarsi dall'itinerario sopra descritto.

FOTO 1 - All'alba all'attacco sotto il seracco
FOTO 2 - All'uscita dal tratto impegnativo di roccia (vista Granpa)
FOTO 3 - Calata da 45 m
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