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Dent d'Herens, dalla cresta Tiefenmatten, 01/07/2018 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Fedora |
Regione | Valle d'Aosta |
Partenza | Diga di Place Moulin (Valpelline) (1980 m) |
Quota attacco | 3550 m |
Quota arrivo | 4171 m |
Dislivello della via | 600 m |
Difficoltà | AD ( pendenza 40° / III in roccia ) |
Esposizione in salita | Ovest |
Rifugio di appoggio | Rif. Aosta (m 2780) |
Attrezzatura consigliata | Corda, piccozza, ramponi, cordini e qualche friends medio |
Itinerari collegati | Dent d'Herens (4171m), dalla cresta Tiefenmatten |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Eccezionale |
Commento | Impossibile non accogliere l’invitante proposta di Daniele e così mi ritrovo a realizzare questo piccolo sogno che avevo da più di 20 anni. Sabato mattina partiamo dalla diga di Place Moulin con le bici, così da risparmiare 6km di strada! Dopo il rif. Prarayer riusciamo a pedalare bene ancora per 10 minuti; poi lasciamo le bici dove si attraversa il torrente (un misero e stretto asse di legno mooooolto in bilico permette di attraversarlo!). Raggiungiamo il rif. Aosta dopo 3h circa dalla macchina. Noi abbiamo raggiunto il rifugio dal sentiero sulla dx (salendo), che raggiunge la morena; ma è sicuramente meno disagevole quello che sale da sx, con le catene (sent. 10A). La colazione è fissata per le 2, ma a noi sembra un po’ prestino e così rimandiamo di un’oretta e partiamo alle 3,30 con una luna e una stellata stupende. Saliamo la morena su ripido sentierino e poi siamo sul ghiacciaio, in ottime condizioni. Non mettiamo neppure i ramponi, la neve tiene benissimo anche senza. Dopo 1h e 30’ siamo all’attacco. Piuttosto faticosa e di forza la risalita del ripido e sfasciumoso canalino attrezzato con catene, che porta all’attacco della cresta vera e propria. Si alternano tratti di neve, traversi esposti, gendarmi da scavalcare, quasi sempre sul II° e qualche passaggio di III°. Ma comunque sempre piuttosto esposta. Terminata la cresta, iniziamo a risalire il pendio nevoso fino a raggiungere le placconate finali, dove comincia ad affiorare un po’ di ghiaccio. Ma si sale comunque senza grossi problemi. La parte di cresta finale che porta in vetta è molto aerea, ma l’arrivo in cima (4h dal rif. Aosta) è di un’emozione unica… Sembra di toccare il Cervino con un dito! L’idea era di scendere dalla normale, ma dopo i pendii nevosi (possibilità di fare qualche doppia dopo il primo tratto di discesa dalla cresta, che però noi non facciamo) non troviamo l’attacco per questa discesa e così ripercorriamo a ritroso tutta la cresta Tiefenmatten. Non è affatto banale disarrampicarla e ovviamente il tempo di discesa è quasi identico alla salita. (PS. I nostri amici scenderanno invece dalla normale, ma a loro detta era peggio del ritorno a ritroso per la cresta: molto molto marcia e disagevole!). Sul ghiacciaio la neve ha smollato un pochino, ma si scende benissimo. Sosta mangereccia al rifugio e poi scendiamo dal sentiero con le catene, decisamente migliore rispetto a quello fatto in salita. Finalmente arriviamo alle sante bici e da qui, a parte qualche breve saliscendi, ce la godiamo fino alla macchina, risparmiando km a piedi e per di più con un caldo atroce! Ringrazio ancora Daniele per avermi accompagnata in questo stupendo viaggio, e gli altri nostri soci: Marco (Stambecco92) e Daniele. Salita condivisa anche con Pier, Marco e socio (non ricordo il nome!), incontrati al rifugio il sabato.
NOTA SUL RIFUGIO: il gestore Diego è unico: gentilissimo e simpaticissimo e la cucina è veramente ottima!!! FOTO 1: Lungo la cresta Tiefenmatten, con i successivi pendii nevosi. FOTO 2: In vetta alla Dent d’Herens, con la spettacolare Ovest del Cervino a sx. FOTO 3: In rosso, vista sull’intero percorso per la vetta; in giallo, indicativamente il percorso della normale. |
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