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Gran Vernel, parete nord, via Direttissima (o quasi), 22/04/2017 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | morefire |
Regione | Trentino Alto Adige |
Partenza | Pian Trevisan (1650 m) |
Quota attacco | 2000 m |
Quota arrivo | 3205 m |
Dislivello della via | 1200 m |
Difficoltà | D+ ( pendenza 90° / V+ in roccia ) |
Esposizione in salita | Nord |
Rifugio di appoggio | Nessuno |
Attrezzatura consigliata | Normale da alpinismo invernale. Utili fittoni e corpo morto. |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Mediocri |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Torniamo al Gran Vernel dopo 5 anni per regolare un conto in sospeso.
Visto il calo termico speriamo di trovare buone condizioni e pianifichiamo questa strategia per la lunga salita: venerdì partenza da casa, sbirciatina alla parete e partenza prima di mezzogiorno per la salita della prima parte, la lunga cengia già salita l'altra volta (http://www.alpinistidellambrusco.org/2012/04/gran-vernel-esplorazione-pura-nel.html) fino alla grotta dove bivaccare; l'indomani il resto di salita e discesa, un quasi totale tuffo nell'incognito. Venerdì arriviamo all'attacco che è tutto al sole (e questo già lo sapevamo da un attento monitoraggio della provvidenziale webcam puntata proprio sulla parete), ma contrariamente a quanto credevamo la neve è già una pappa. Il primo tiro è molto secco, con pochissimo ghiaccio scollato e inaffidabile. Edo lo supera con acrobazie incredibili (difficoltà di M5 ma con buon ghiaccio serebbe III+, passo chiave di tutta la salita, pericolo di caduta pietre solo in questo punto). Poi la cengia, espostissima, su neve bagnata e faticosa al sole, percorsa tutta in conserva (45°/50°). Su terreno già noto raggiungiamo la grotta, c'è giusto posto per due, bivacco a cinque stelle a quota 2550m. Sabato partenza all'alba, risaliamo il canale battendo traccia fino ad un saltino con troppo poco ghiaccio. Lo superiamo sulla destra con alcuni passi di misto delicato, neve inconsistente e roccia pessima (due chiodi), poi un'altra sezione di canale fino ad un bivio. Su dritto un tiro in goulottina tetra con poco ghiaccio, sulla destra una bella colatina più gonfia, 80°. Andiamo a destra, poi capiremo che la via originale andava a sinistra. Segue ancora canale con pendenze sui 50°. Ad un centinaio di metri dalla cresta occorre ignorare un attraente traverso molto esposto verso destra che porta al sole della cresta; salire piuttosto obliquando verso sinistra tra chiazze di neve e pendenze mai eccessive fino a raggiungere la cresta e, con alcune decine di metri sul filo affilato, la vetta, che raggiungiamo a mezzogiorno. Per la discesa le relazioni si riveleranno piuttosto inesatte. Seguire per circa 150 metri la cresta verso sud (neve marcia e roccia marcia molto esposta, I e II) fino ad un'anticima. Pochi passi oltre si trova il primo ancoraggio (chiodi, cordone e maillon). Ci si cala nel canale verticalmente per tre doppie da 60, 50 e 60 metri fino ad una cengia sul versante sud a pochi metri dalla forcella tra Gran e Piccolo Vernel. Traversando a destra (faccia a monte) si gira un angolo e si raggiunge la forcella. Da qui attraverso il percorso sciistico per il Canyon al passo Fedaia. Considerazioni e note tecniche: Le difficoltà da noi incontrate sono state leggermente maggiori in virtù delle cattive condizioni. La linea è molto estetica e logica da lontano, in realtà molto discontinua come difficoltà, bella ma non eccezionale. La via originale ha un accesso diverso e più diretto alla grotta, probabilmente su roccia nella parete sottostante (6 tiri secondo la relazione del Pellegrinon), e un uscita più prossima alla vetta seguendo il ramo sinistro del canale). In tutta la salita abbiamo effettuato non più di 4-5 tiri di corda, il resto in conserva; incontrati circa 4 chiodi lungo tutta la salita. Tempi indicativi: 1h 30min l'avvicinamento, 2h per risolvere il primo tiro + 4h fino alla grotta; dalla grotta alla vetta 3h 30min, discesa 4h. Trovato neve dura in avvicinamento, cotta il primo giorno e quasi sempre sfondosa o inconsistente il secondo giorno, di nuovo cotta in cresta e in discesa; in generale pochissima neve, con innevamento maggiore alcuni salti saranno sicuramente coperti. La roccia è un po' migliore nel primo tiro duro, ma generalmente pessima in tutta la montagna, tanto marcia quanto compatta. Sempre difficile proteggersi adeguatamente su roccia. Finalmente abbiamo capito perchè non sale nessuno su questa bella montagna... Foto 1: il tracciato da diverse angolazioni. Tratteggiata l'uscita originale Foto 2: giorno 1 sulla parte bassa e bivacco Foto 3: il canale superiore Altre foto sul sito |
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