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   Canale Centrale di Scais, 23/04/2017
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Onicer  Zeno   
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione  (880 m)
Quota attacco  2400 m
Quota arrivo  2997 m
Dislivello della via  600 m
Difficoltà  AD- ( pendenza 45° )
Esposizione in salita Est
Rifugio di appoggio  Rif. Coca (loc. invernale)
Attrezzatura consigliata  Piccozze e ramponi
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento L’idea iniziale era di campeggiare tre notti al Lago di Coca sfruttando il ponte del 25 aprile per salire un po’ di canali nella Conca dei Giganti.
Partiti da Valbondione sabato pomeriggio troviamo l’invernale del Coca sovraffollato (circa 15 persone per 10 letti) e quindi Carlotta e Rachele si sistemano in tenda mentre Marco ed io passiamo la notte sotto le stelle nelle vicinanza del rifugio. Al mattino ci dirigiamo al Lago dove lasciamo un po’ di materiale ed imbocchiamo il classico Canale Centrale di Scais (primo percorso in discesa: A. Baroni e H. Steinitzer il 14 luglio 1896). La neve ottima consente una progressione agevole fino all’uscita in cresta tra la Fetta di Polenta ed il Torrione Curò. Visto che dobbiamo tornare al lago non perdiamo tempo ed iniziamo la discesa per il percorso di salita mentre qualche proiettile proveniente dalla parete Est dello Scais consiglia di affrettarsi. Ritornati nella Conca montiamo nuovamente la tenda e ci godiamo un po’ di relax scalando sul sassone più alto nei pressi del lago (Spit arrugginito in cima da rinforzare con spuntone per moulinette). Saluto Rachele, Carlotta e Marco che scendono a valle e mi godo il sole del pomeriggio nella quiete totale interrotta soltanto dai Giganti orobici che di tanto in tanto si scrollano di dosso qualche detrito di troppo. Verso sera mi raggiunge Asso per salire l’indomani il Couloir Fantasma che sembrava in buone condizioni. Al mattino però la sveglia suona mentre fuori nevica: constatato che anche il rigelo è nullo e le previsioni per il giorno successivo ancora peggiori non ci resta che scendere, un po’ sconsolati, a Valbondione.
Orobie sempre splendide nel buono ma anche nel cattivo tempo!

Mòla mia, leù!
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