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   Vajo Valdagno, 01/04/2017
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Onicer  Michi75   
Regione  Veneto
Partenza  Rifugio Campogrosso  (1460 m)
Quota attacco  1550 m
Quota arrivo  2141 m
Dislivello della via  600 m
Difficoltà  D ( pendenza 65° / IV in roccia )
Esposizione in salita Nord-Est
Rifugio di appoggio  Rifugio Campogrosso
Attrezzatura consigliata  2 pikke tecniche, ramponi, 2 mezze corde da 60 metri, friend medio-piccoli e fettucce per le protezioni. Chiodi da ghiaccio inutili nelle condizioni attuali.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento A Est il meteo sembra meglio che altrove. Così decidiamo di tornare in questo magnifico ambiente dolomitico, a distanza di una sola settimana e con un obiettivo più ambizioso.
Partiamo alla luce delle frontali dal parcheggio, poco prima delle 6. La neve è meno smollosa di 7 giorni fa e si affonda meno, ma non siamo al fondo del canale comunque prima di un'ora e mezza. Qui proseguiamo come per il Vajo dei Colori (bivio a sinistra) ma prima di infilarci a destra tra le sue pareti ecco un trivio e lo scivolo del Valdagno.
La salita inizia slegati, su pendenze subito di 50°, poi il canale si fa più ripido e incassato. Arrivati ad un diedro camino, ci si lega e comincia la salita a tiri di corda (sosta per partire assente. Fare su piccozze). Possibile anche evitare questo tratto più impegnativo continuando a salire a sinistra e ritornando poi nel canale originale con un traverso su neve comunque delicato perchè esposto.
1) Si risale il diedro camino su roccia friabile e qualche chiazza di neve farinosa. Sono presenti 2-3 chiodi in buone condizioni per la sicura.
Passaggi di arrampicata da fare con ramponi e in spaccata. In uscita neve invece ottima, quindi si esce bene usando le pikke. Salendo ancora su pendenze di 60-65°si può fare sosta sulla destra con fettuccia e piccozza.
2) Si continua a salire sul ripido, affrontando una prima strettoia di misto e poco sopra altri facili passaggi. Attenzione però che le rocce sono molto instabili e si rischia di smuovere tutto. Grado massimo II+. Altra sosta sulla destra.
3) Traversare a sinistra e portarsi alla base delle rocce, che si risalgono (possibile fare protezione su mugo poco prima) con passaggi di misto e neve buona (II+). Dopo saltino ripido,sosta sicura su cordone in loco in buone condizioni.
4) Si compie delicatissimo traverso a destra (protezioni con friends) facendo molta attenzione a grosso masso instabile che sta per cadere. Da qui si sale più verticalmente su misto marcio e terra (II+), arrivando ad un altro traversino nevoso verso destra. Infine evidente canalino che porta in uscita senza altri problemi. Sosta sicura su mugo.
Qui finisce la parte impegnativa della salita. Scendendo leggermente ci si riunisce al Vajo Mosca e da qui si risalgono gli ultimi pendii nevosi fino in vetta alla Cima Mosca, con ultimi passaggi misto facili.

Via impegnativa, nelle condizioni di oggi direi ottima la parte su neve, ben trasformata e rigelata. Misto invece a tratti molto delicato, su rocce instabili e terra (solo nell'ultimo tiro). Ghiaccio assente oggi, altrimenti le cose si complicano decisamente. Il difficile su roccia è comunque solo nel diedro camino iniziale (evitabile come descritto). Considerare circa 6 ore dal parcheggio più il ritorno, che oggi era su neve cotta.

Bella salita di soddisfazione con Daniela e Stefano, che lo aveva già fatto pochi giorni fa e ci ha guidato impavido nell'impresa.

FOTO 1 - Attacco del canale
FOTO 2 - Stefano nel driedo-camino
FOTO 3 - Il delicato traverso del quarto tiro


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