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MOUNT DIXON, 12/12/2016 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | sorega |
Regione | Altro |
Partenza | Plateau Hut (2200 m) |
Quota attacco | 2400 m |
Quota arrivo | 3009 m |
Dislivello della via | 800 m |
Difficoltà | AD+ ( pendenza 55° / II in roccia ) |
Esposizione in salita | Varia |
Rifugio di appoggio | Plateau Hut |
Attrezzatura consigliata | da alpinismo, corda da 60 m, 2 viti da ghiaccio, 2 picchetti da neve, due picozze di cui un martello, una scelta di dadi e friends. |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Eccellenti |
Valutazione itinerario | Eccezionale |
Commento | Un'altra grande montagna in queste incredibili Alpi del Sud. Avvicinamento e rientro con elicottero quasi obbligatorio per raggiungere il rifugio posto in un angolo molto remoto di questi monti. D'altronde qui non esistono molti impianti di risalita, ne strade che salgono a quote elevate come nelle Alpi e l'elicottero diventa così l'impianto di risalita classico. Oltetuttto come ogni rifugio neozelandese non esiste il rifugista e ognuno deve portarsi i propri viveri e cucinarseli oltre a tutto il materiale compreso il sacco a pelo. Lo zaino diventa così incredibilmente pesante se si pensa che ci si deve portare cibi per almeno 4 giorni. Il dislivello di 800 m, anche se può sembrare modesto, non deve trarre in inganno in quanto la salita è quasi sempre abbastanza sostenuta ed aerea oltre a svolgersi in un grandioso ambiente glaciale. Dopo l'attraversamento del ghiacciaio del Grand Plateau e il superamento della terminale si sale una bella rampa/canale sui 50/55° fino a uscire sulla cresta Sud-Est. Salita a tiri con soste da farsi a volte con protezioni veloci, altre volte a spit e altre volte ancora su picchetti da neve. Sulla cresta a tratti esposta si prosegue a volte a corda corta e a volte ancora a tiri. Il pendio glaciale finale lo si sale ancora a tiri con soste su picchetti da neve o su picozza. Un ultimo breve tratto di cresta ancora ripida porta finalmente in vetta. La bella giornata iniziale si è guastata verso la parte finale e l'arrivo in vetta è stato fra le nebbie e il nevischio che ci ha impedito per l'ennesima volta il piacere del grande panorama circostante. Anche la discesa è stata resa più impegnativa a causa della scarsa visibilità fin verso la metà. Poi si è scesi sotto il livello delle nubi e le condizioni sono migliorate decisamente. La discesa è stata fatta quasi tutta a tiri calando la persona meno esperta per poi scendere perlopiù in retromarcia con ramponi e picozze. La rampa/canale è attrezzata per le doppie, ma il livello ancora alto della neve copriva una sosta per cui abbiamo dovuto attrezzare la sosta con due dadi e cordini che abbiamo lasciato. Una giornata bella impegnativa, per l'australiano Finn alla sua prima grande ascensione, ma devo dire anche per me per il gran lavoro svolto per mantenere i livelli di sicurezza adeguati. Qui in Nuova Zelanda non si scherza affatto.
Foto 1: Mount Dixon e la via di salita Foto 2: uscita in cresta Foto 3: in cresta Fotoreport a questo link: https://www.facebook.com/mauro.soregaroli/media_set?set=a.10211998719029767.1073741995.1426945726&type=3&pnref=story |
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