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   Cascata Thriller 92, Gressoney la Trinitè, 06/02/2016
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Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Gressoney la Trinitè  (1650 m)
Quota attacco  2300 m
Quota arrivo  2500 m
Dislivello della via  200 m
Difficoltà  5 / III ( V in roccia )
Esposizione in salita Nord-Est
Rifugio di appoggio  nessuno
Attrezzatura consigliata  NDA, cordini per soste su ghiaccio
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento L’allegra delegazione occidentale del GVF questa volta si dirige verso la bella Gressoney alla ricerca di una cascata bellissima e quest’anno molto frequentata, difatti solo in anni poveri di neve (fin’ora!) è possibile salirla senza correre troppi rischi. E’ talmente bella che ingolosisce tutti e vogliamo provare anche noi l’ebbrezza di salirla! In una relazione recente leggiamo che è evidente una crepa alla base ed in uscita della candela che la caratterizza, perciò partiamo con il dubbio di non poterla salire dopo 2h di avvicinamento ma…nello spirito del GVF…a volte bisogna proprio andare a metterci il naso!
L’avvicinamento è lungo in un ambiente però spettacolare e molto ripido sia su sentiero (n. 10 e 11) che poi sugli ultimi pendii dopo l’ultima baita con neve dura, dove metteremo i ramponi. Un tiro di arrampicata facile ma delicata su una paretina mista di terreno, roccia e ghiaccio e ci troviamo sugli ultimi metri di avvicinamento per la base della cascata tra neve e roccette.
Formiamo le cordate, io con Remì ed il mitico Bottarga, Francesca con Luca.
Davanti a noi ma già alti sulla candela vediamo una sola cordata, che veloce sparirà, con la bella giornata è davvero strano…. Soli, noi cinque ci godremo con soddisfazione la nostra stupenda cascata.
Un primo tiro con un bel muro di ghiaccio asciutto e duro, un po’ difficile da chiodare ma divertente. Superato anche il tiro di collegamento sul pianoro all’uscita, arriviamo a fare sosta alla base della candela, maestosa sopra di noi. Un po’ di timore reverenziale innanzi a tanta bellezza fredda, si è risaldata col freddo degli ultimi giorni e rimpolpata rispetto ad un video su Youtube di metà dicembre, in cui si vedeva staccata dalla parete di roccia. Parte Remì attaccandola sulla sinistra, nel diedro formatosi tra la parete e la candela, con leggerenza ed eleganza la risale spesso in spaccata fin quasi alla sommità, poi da un ultimo passaggio un po’ strapiombante sotto un festoncino, esce sulla destra ed arriva alla sosta. Poi è la mia volta, scopro con piacere che i frequenti passaggi me l’hanno resa forse più facile, salgo senza battere un colpo, progressione con agganci di picche e spesso in spaccata, mi diverto come non avrei neppure pensato ed eccomi fuori in sosta con un gran sorriso. Sono soddisfatta di me stessa! E’ la mia prima cascata di 5! (certo con la corda dall’alto è tutto più facile…complimenti ai miei soci che l’hanno salita da primi!). Aspettiamo il Bottarga ed arriva anche Luca, la sosta è scomoda quindi Remì riparte prima possibile per quello che scopriremo essere il tiro più emozionante di tutta la cascata. Inizia con un bel muretto e saltini di ghiaccio sottile, spesso trasparente, si vede la roccia sotto e le picche spesso agganciano la roccia ai lati, poi inizia a restringersi, poco il ghiaccio e la neve portante tra la roccia ed il muschio che la ricopre, uno stretto passaggino di neve verso sinistra ed eccoci dentro immersi tra le pareti alte e strette. Guardando in alto si vede la luce ed un masso incastrato, intorno a noi, tra il forte odore di muschio, c’è neve e ghiaccio e roccia. Mi sento una speleologa, che arrampica su appigli e appoggi talvolta di roccia, talvolta di ghiaccio, talvolta di neve…ho uno zainetto piccolo e quasi mi incastro verso l’uscita…ora capisco cosa volevano dire quelle “note tecniche” che così recitavano in una relazione su Gulliver: ”L’uscita può creare problemi alle taglie L – XL – XXL!!!”….io sono a stento una M!!
“Sono fuori dal tunnel la la la”…e la gioia ed il sorriso proprio non riesco a trattenerle!
Così uno alla volta anche gli altri soci escono alla luce con la gioia negli occhi, troooppo bellaaaa!!!
Fuori sul pianoro sommitale, siamo avvolti da un panorama mozzafiato in una splendida giornata di sole e cielo azzurro con vista su tutto il Gruppo del Rosa, come bambini festanti ci scambiamo foto e abbracci per la bella salita, cerchiamo gli ometti salendo ancora il pianoro ed eccoci che ci appaiono con uno sfondo da quadro d’autore paesaggista. Le foto di vetta qui non possono mancare!
Con attenzione raggiungiamo un po’ più in basso i due spit collegati da cordoni e maillon rapid e con una doppia da sessanta arriviamo sui pendii sottostanti (intravediamo anche una corda fissa più in alto, ma così è più agevole). Tanto agevole in effetti la discesa non lo è. Da qui ancora un centinaio di metri di dislivello in discesa su prati molto ripidi o su neve a volte sfondosa a volte dura e portante. Da qui si vede la candela della cascata in tutto il suo splendore…e fa quasi impressione. L’abbiamo proprio salita noi quella??
Torniamo alla base della cascata, recuperiamo gli zaini e giù per i ripidi pendii tra ghiaccio, neve e prati, fin giù nella bella Gressoney…dal suo fascino antico.
Una giornata fantastica, con i simpatici amici del W-GVF, Remì (Uca), Luca (Schizzato), Roberto (Bottarga)…e la compagnia del membro esterno Francesca, che oggi ci onorato della sua presenza!
Alla prossima con passione!!
Carpe diem!...oggi mentre scrivo il report nevica, forse siamo stati gli ultimi per quest’anno a salirla!
Foto 1) La linea di salita e le soste su ghiaccio (foto by Remì);
Foto 2) La candela del secondo tiro (foto by Roberto);
Foto 3) Il terzo tiro "speleologico" (foto by Roberto).
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