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Grand Pic de La Meije – Doigt de Dieu, Per l’Arête du Promontoire e traversata delle creste, 04/07/2015 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Franz |
Regione | Francia |
Partenza | La Grave (2400 m) |
Quota attacco | 3082 m |
Quota arrivo | 3983 m |
Dislivello della via | 1500 m |
Difficoltà | D- ( pendenza 65° / IV+ in roccia ) |
Esposizione in salita | Sud |
Rifugio di appoggio | Refuge du Promontoire |
Attrezzatura consigliata | Materiale da alta montagna. Protezioni veloci, cordoni, e soprattutto materiale per effettuare calate da 50 m (o due corde o una corda più cordino per recupero). 2 picche utili per il primo di cordata... 5 viti da ghiaccio |
Itinerari collegati | Grand Pic de La Meije – Doigt de Dieu (3983m), Per l’Arête du Promontoire e traversata delle creste |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Eccellenti |
Valutazione itinerario | Eccezionale |
Commento | Salita magnifica. A ragione, celebrata come una delle traversate più belle delle Alpi. Ascensione completissima che presenta la salita principalmente rocciosa (da trovare asciutta e non sporca di neve o verglassata), a parte il veloce attraversamento del Glacier Carré, al Gran Pic e una traversata di cresta al Doigt de Dieu su neve da non sottovalutare con un couloir per ritornare in cresta aggirando il Dent Zsigmondy che, anche se è presente una corda fissa (spesso sotto la neve), non stupido. Tratti di cresta su neve affilata e da valutare in base alla qualità e alle temperature. L’orientamento è fondamentale per non perdere tempo prezioso (sigh) presso il canale Duhamel e dopo la Cengia Castelnau. Le doppie sono attrezzate bene. Meglio con due mezze corde da 60. Ambiente in generale severo e gradazione abbastanza strettina.
Ascensione attualmente in ottime condizioni. Salita alla Brèche della Meije da La Grave ottima. Conviene parcheggiare l’auto al Pont des Brebis (Pied du Col) che si trova a monte di Villar d'Arène, seguendo una strada che si stacca dalla statale con indicazioni Refuge de l'Alpe (non ci sono sulla strada indicazioni per l’Aigle) prima di arrivare a Villar scendendo dal Lautaret. Così facendo si ha già la macchina quando si scende dal Ref. de l’Aigle. Prendere strada e sentiero (in discesa) per telecabina di La Grave o autostop ;-) (5km). Attenzione a scendere dall’arrivo della telecabina alla morena del vallone della Meije perché ci sono diverse indicazioni ambigue. Lo sperone degli Enfetchores è tutto secco, ma attenzione all’orientamento. I passaggi con lo zaino pesante non sono banali. Da noi l’avrebbero riempita di infissi, cavi e bolli…qui è una vera e propria arrampicata di II+/III (una corda “marcia” solo all’inizio) e ometti da individuare. Ghiacciaio ancora ben innevato, ma qualche buco comincia a vedersi e a doversi aggirare. In particolare la crepaccia terminale va superata con cautela tutta a sinistra: i ponti centrali di passaggio sono ormai andati... La discesa dalla Brèche avviene su placche lisce con ghiaino antipatico. Le doppie non sono necessarie, anche se son presenti ancoraggi, ma prestare molta attenzione. Ci vogliono dalle 4 alle 5h. I gestori del rifugio del Promontoire sono simpatici, gentili e disponibili. Un vero e proprio nido d’aquila dove si respira aria di vera montagna. Ottimo il sito con gli aggiornamenti live sulle condizioni e le salite effettuate. Il rifugista afferma che il tempo di salita dalla stazione intermedia della telecabina di LaGrave è mediamente un terzo di quello che gli alpinisti impiegano poi per fare la traversata (senza intoppi o perdersi ;-( ) !!! Regolarsi di conseguenza… Subito sopra il rifugio c’è il passaggio del Crapaud che dà la sveglia. La partenza alle 5:30 è un po’ tardi ;-( Tutta la roccia dell’Arete du Promontoire è asciutta, a parte un tratto umido (come sempre) sulla cengia Castelnau, ma non dà fastidio. Il ghiacciaio Carrée è in neve con ottima traccia. Attenzione solo alla neve marcia in base all’orario. La relazione di on-ice (itinerario collegato) è ottima, ma dopo la Castelnau è comunque facile perdersi…ci sono soste e ancoraggi un po’ ovunque! Tenere la sinistra più che si può! Dopo il passaggio del Dos de l’Ane c’è una corda fissa bianca che prosegue per una cengia a destra. Seguendola si evitano la Dalle des Autrichiens e il Pas du Chat, ma pare (non verificato da noi) che oltre ci sia un tiro non banale, con difficoltà superiori al tratto evitato. Le rocce della cresta terminale (prima del Cheval Rouge) sono effettivamente lisce e senza grandi possibilità di protezione. 3 doppie comode portano alla Brèche Zsigmondy. Il primo tratto di cresta da fare in opposizione o cavalcioni è delicato con un po’ di neve che aiuta. Arrivati alle corde fisse, tratti parzialmente coperti dalla neve. Bel tratto di ghiaccio morbido per la risalita al secondo dente. Il percorso di cresta se effettuato dopo mezzogiorno (abbastanza normale vista la lunghezza dell’itinerario) è moooolto delicato con queste temperature, visto che sono placche di neve effimere appoggiate su placche di roccia. Così l’abbiamo sentito raccontato. Noi “per fortuna” arrivando tardi in cresta abbiam bivaccato e percorso questo tratto su neve dura il giorno dopo. Le doppie dal Doigt de Dieu sono evidenti proprio dalla sommità. Attenzione agli angoli per il recupero. Crepaccia con labbro aperto, ma con doppia da 50 si passa bene. Refuge de l’Aigle magnifico. Giovani simpatici a gestirlo. Da non perdere l’omelette complète con prosciutto, formaggio e cipolle e una ottima hoengarden. Discesa di 2000 m a valle abbastanza pesante. Il ghiacciaio oltre il rifugio è corto e con un solo crepaccio. Comoda risalita per tratto attrezzato ad un colle. Discesa delicata su placche ripide e rocce marce: attenzione alla gente sopra e sotto! Poi ancora bei nevai per scendere. Attenzione all’orientamento in caso di scarsa visibilità. Varie sorgenti e ruscelletti dove dissetarsi. Bella avventura di tre giorni con Mara e Ale (Vecchioleone), che doveva vederci pernottare ai due rifugi, ma al secondo siam arrivati per la colazione ;-) Alla fine, consci della stabilità meteo senza temporali serali e notturni, è andata meglio così visti i passaggi nevosi di cresta che sarebbero stati rischiosi al pomeriggio con l’attuale caldazza. (Attenzione all’orientamento e a non erdersi andando ad incasinarsi su difficoltà maggiori!) Cordata inedita, sicuramente a 3 non rapidissima, ma da subito una bella intesa col “nuovo arrivato”….preludio sicuro di nuove avventure assieme! Foto 1: la Brèche de la Meije con la discesa (verde) al Rifugio del Promontoire, la cresta del Promontoire al Gran Pic, il glacier Carré e la traversata delle creste al Doigt de Dieu. (da camptocamp) Foto 2: il Doigt de Dieu dal Gran Pic. Foto 3: oltre il quarto dente. |
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