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   Bianco, dal Gonella all'Aguille du Midi, 28/06/2015
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Onicer  supeimonti   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Rifugio Gonella  (3071 m)
Quota attacco  3071 m
Quota arrivo  4810 m
Dislivello della via  2400 m
Difficoltà  PD+ ( pendenza 45° / II in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  Rifugio Gonella, cap. Vallot
Attrezzatura consigliata  corda, picozza, ramponi
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Eccellenti
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Dopo un paio di tentativi negli anni scorsi, ritorno con Livio al Gonella. Lasciata l’auto alla sbarra di La Visaille (1700 m), risaliamo per strada fino al rifugio Combal (1970 m) dove inizia la cresta affilata della morena del lungo ghiacciaio del Miage. Stando verso il centro del ghiacciao, superati i due ghiacciai del M. Bianco e del Dôme, conviene portarsi a sx verso l’Aiguilles Grises per attraversare poi il ghiacciaio arcuando a dx fino all’inizio del sentiero attrezzato (2650 m) che arriva in breve al Gonella (3071 m). Rifugio accogliente e con ottima cucina, ci prestiamo ad un carico di massimo glicogeno. Il tempo nuvoloso-variabile ha però ridotto il numero delle presenze, evitandoci la notte nel locale invernale.

Alla mezzanotte, ci incamminiamo con le altre numerose cenerentole per il ghiacciaio del Dome, rigelato nella notte e per ora in ottimo stato di percorribilità (foto 1). Al Piton des Italiens (4007 m) il vento rafforza e rimarrà teso e freddo per tutto il giorno, con raffiche maliziose sui tratti di cresta. Con sensazioni invernali, ci buttiamo nella capanna Vallot per riprendere temperature da mammiferi. Sembra di essere in metropolitana a Milano nelle ore di punta: dal Gouter e dal Gonella si sono radunati tutti qui, il pavimento è uno strato uniforme di coperte termiche d’alluminio e anche noi prendiamo posto tra gli involtini argentati. Intanto il vento non aspettava che uscissimo dalla Vallot e infatti ci accompagna fino in cima e oltre. La cresta stondata della vetta, un po’ eludente in sé, ci permette di mettere a fuoco una serie di nuovi progetti, tutti più bassi (foto 2).

Iniziamo la discesa verso il mur de la Côte ed il col de la Brenva su bella traccia, fino al col du Mont Maudit (4345 m). Qui conviene scendere in doppia: sono 90 m a 50° con crepi aperti sottostanti. Scesi al con Maudit (4035 m), dopo diversi su e giù seguendo una traccia a tratti ben marcata superiamo la spalla Ovest del Tacul. Scendiamo driblando diversi crepacci e tenendo il fianco della famigerata seraccata del Tacul.
Giù sul piano del col du Midi (3532 m), del vento che ci ha seguito fino al Tacul non c’è più traccia, ci sono 30°, neve papposa fino al ginocchio e l’Aguille du Midi (3842 m) sembra un miraggio lontano con i finali mortali 300 m di risalita.
Nonostante il salasso per i biglietti (26 + 33,50 euro cad), siamo contenti di sederci finalmente sugli ovetti che ci portano a punta Helbronner e poi, con la nuova funivia (bella la terrazza panoramica), a La Palud.
Il problema del recupero delle auto lasciate in val Veny, è stato risolto chiamando un “noleggio auto con conducente” di Courmayeur, che con 50 euro (condivisi con tre simpatici modenesi conosciuti a cena al Gonella) ci ha portato in 6 minuti alla sbarra di La Visaille.
Bella gita (foto 3), da ripetere, magari non subito.
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