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   Piz Roseg, parete NE, 14/09/2014
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Onicer  Franz   
Regione  Svizzera
Partenza  Pontresina  (1800 m)
Quota attacco  3250 m
Quota arrivo  3918 m
Dislivello della via  750 m
Difficoltà  D+ ( pendenza 80° / IV in roccia )
Esposizione in salita Nord-Est
Rifugio di appoggio  Capanna Tschierva
Attrezzatura consigliata  NDA, qualche friend e chiodo da roccia, qualche vite da ghiaccio e un paio di corpi morti.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Stupenda salita con Mara, Albe, Luisa, Paolo & Paolo. Da tempo programmata, aspettiamo le attuali ottime condizioni di innevamento: zero ghiaccio e ottima neve. Ottima la linea rettificata che porta dritti sull’anticima con passaggi molto interessanti. Protezioni comode su roccia, meno sui pendii: corpi morti e poche viti scavando mezzo metro nella neve. La seconda fascia rocciosa è molto divertente: trovati un chiodo e una vecchia sosta con cordoni.

Una relazioncina qui:
Da Pontresina si segue la lunga (8km) strada sterrata della Val Roseg fino all’omonimo hotel per piegare a sinistra oltre il fiume e diventare sentiero che sale a mezzacosta prima nel bosco e poi su prati fino alla morena sotto la Capanna Tschierva e per detriti al Rifugio (3h).
Dal Rifugio si segue il sentierino che prima parte in salita in comune con l’itinerario della Biancograt per poi andare a mezzacosta e scendere lungo terreno detritico franoso sul ghiacciaio. Raggiuntolo, lo si attraversa in orizzontale (ramponi non necessari con un po’ di attenzione per superficie molto rugosa e crepacci ben visibili ed evitabili) per andare a prendere il pendio detritico sotto il Piz Umur (presenza di un catarifrangente, traccia e ometti). Si prosegue sulla cresta che diventa esposta e di roccia compatta per poi piegare a destra e scendere sul ghiacciaio del Roseg (volendo si può abbandonare la cresta anche prima, ma dipende dalle condizioni del ghiacciaio). Si sale il ghiacciaio stando a sinistra sotto il Piz Umur per superare una fascia di crepacci che occupa centralmente il ghiacciaio. Si piega a destra e si giunge sotto la parete del Roseg (2,5-3h).
Si supera la crepaccia terminale dove più agevole e risalito di 50/100m il pendio che ci sta sopra, si intercetta una cengia nevosa obliqua che sale da destra a sinistra e permette di superare la prima fascia rocciosa (in questo approccio si è più o meno sulla linea di Mozzanica-De Angeli). Giunti al successivo pendio lo si risale fino alla seconda fascia rocciosa dove si trova un canalino che sale da sinistra a destra. Con due tiri di corda da 60m su roccia e ghiaccio (ottime protezioni su roccia) su supera anche questa fascia (passaggi su neve/ghiaccio a 70°). Ora si risale il pendio (60°) fino ad una specie di crestina nevosa evidente. O si piega a sinistra e si seguono i pendii che portano alla sella tra le due cime del Roseg (via Normann-Neruda Klucker) e poi con ampio giro verso destra sull’anticima, o si prosegue dritti (via Diemberger-Schonthaler) incontrando due risalti rocciosi che se con ghiaccio offrono brevi passaggi a 80° però ben proteggibili sulle rocce ai lati. Si giunge così al pendio sommitale di un centinaio di metri sui 50° per arrivare a 45 alla fine.
Dall’Anticima è possibile proseguire per cresta nevosa al colle e poi per rocce alla vetta principale. Passaggi di II grado esposti: malagevole e non corta se con neve e non tracciata.
Discesa per la Eselgrat. Si scende il pendio sommitale fino all’inizio della cresta rocciosa. Si rimonta il primo torrione stando sul lato sinistro scendendo poi ad intercettare una sosta (spit e catena) su un poggio esposto. Una doppia da 30 m in uno stretto canale verso sinistra permette di giungere ad una cengia esposta da seguire in orizzontale. Si prosegue in piano per una cinquantina di metri e si piega a destra per intercettare una sosta attrezzata sul lato destro. Si fanno 3 doppie (attrezzate) da 25 metri in un diedro non troppo ripido fino ad un sentierino detritico. Lo si segue in discesa verso destra fino all’ultima doppia da 25 metri che permette ripidamente (attenzione!) di superare la crepaccia terminale e mettere piede sul ghiacciaio.

Foto 1: La parete e la nostra linea dalla base.
Foto 2: la prima e la seconda fascia rocciosa.
Foto 3: dall'alto della quarta fascia.
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