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   Sperone della Brenva (Variante Farrar), 27/07/2013
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Onicer  Livio   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Bivacco della Fourche  (3685 m)
Quota attacco  3525 m
Quota arrivo  4310 m
Dislivello della via  900 m
Difficoltà  D ( pendenza 60° / III in roccia )
Esposizione in salita Est
Rifugio di appoggio  Bivacco della Fourche
Attrezzatura consigliata  NDA; ramponi; due picche; 7-8 chiodi da ghiaccio; friends fino al 2 BD; una corda da 60m, ma conviene averne una seconda per le doppie dal bivacco e per quella sulla via dei 3MB al rientro
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento La gita si è svolta nei giorni Venerdì 26 e Sabato 27 Luglio; partecipanti: Mara, Franz, Livio.

Dal Rifugio Torino ci incamminiamo sull’ottima traccia del Glacier du Geant, ancora abbastanza innevato. Dopo il Col des Flambeaux pieghiamo verso Ovest in direzione del canalino NE della Fourche. Il canalino è già tracciato, e vi si accede abbastanza agevolmente superando la crepaccia terminale in corrispondenza della rigola centrale e portandosi poi immediatamente alla sua sinistra (in direzione di salita). La prima metà della salita si svolge su neve, la seconda su misto. Giunti in cresta, una serie di passaggi su roccette ed alcuni metri di disarrampicata aiutata da canaponi consentono di raggiungere il Bivacco della Fourche, che domina la sinistra orografica del Ghiacciaio della Brenva.

Al bivacco incontriamo due ragazzi inglesi impegnati in un Alpine Tour: sono reduci dalla N della Tour Ronde, delle cui condizioni non appaiono particolarmente soddisfatti, e hanno in programma di salire la Cresta Kuffner al Maudit. Più tardi arriveranno due sloveni, anch’essi diretti alla stessa meta. Dal bivacco appare subito evidente che il pendio di neve che apre la Variante Gűssfeldt salita il 21 luglio scorso dall’on-icer papageno e soci non è più in condizioni: si rafforza quindi la nostra ipotesi originaria di affrontare la Variante Farrar.

Lasciamo il bivacco alle 22:30. Per raggiungere il Ghiacciaio della Brenva sono necessarie due doppie da 60 m: la prima viene attrezzata sulla ringhiera del bivacco e porta millimetricamente ad una fettuccia sistemata intorno ad uno spuntone di roccia (tenersi sulla destra faccia a monte). Qui si attrezza la seconda doppia, ma per “atterrare” sul ghiacciaio bisogna fare attenzione: quando si è nella crepaccia terminale è necessario spingersi con forza contro la parete a monte per poter saltare sul lato a valle facendo tempestivamente scorrere l’autobloccante.

Traversiamo il ghiacciaio verso il Colle Moore, e intanto sorge la luna, che accompagnerà tutta la nostra salita. Superata anche qui la crepaccia terminale – un po’ al limite, ci arrampichiamo su ghiaccio per una decina di metri fino a raggiungere il colle vero e proprio. La via originale seguita da Moore attacca direttamente lo sperone roccioso; per la Variante Farrar, invece, si procede in cresta nevosa per qualche decina di metri per poi divallare verso Sud perdendo leggermente quota ed iniziare un lungo traverso verso Ovest. Viste l’ora (è da poco passata la mezzanotte) e la temperatura non particolarmente bassa, la neve non è ben rigelata, e l’attraversamento, tutto da tracciare, risulta piuttosto delicato, cosa che ha reso consigliabile proteggersi, quando possibile, con friends e cordini su spuntoni.

Terminato il traverso (q. 3620 m circa) ci si innalza di una cinquantina di metri verso Nord superando una fascia di rocce molto rotte non difficile tecnicamente ma che ha richiesto estrema attenzione per la sua pericolosità; dopo tale fascia ritroviamo finalmente la neve e saliamo il pendio fino a raggiungere la sottile cresta nevosa (q. 3910 m circa) dove convergono la via originale seguita da Moore e la Variante Gűssfeldt.

A questo punto risaliamo diretti - su ottima neve prima e su ghiaccio coperto da neve sottile poi – il pendio sommitale dello Sperone, anche se un inconveniente ci costringe ad una sosta forzata. Sono le 07:30 quando giungiamo al gendarme finale di quota 4320, dove troviamo dei cordini per attrezzare una sosta. Non è un record di velocità, ma considerando un paio d’ore abbondanti di fermata tra cambi d’assetto e la sosta forzata possiamo dirci soddisfatti.

Dal gendarme, con esposto traverso sotto la seraccata sommitale, ci portiamo verso Est ad uscire sul Colle della Brenva: la vetta del Bianco è già avvolta dalle nubi e rinunciamo a raggiungerla. Iniziamo quindi la lunga discesa verso l’Aiguille du Midi per la via dei Trois Monts Blancs.

NOTE

Osservazioni generali:
Nell’avvicinamento di Venerdì 26 al canalino NE della Fourche non è stato possibile non notare le pessime condizioni della parete N dell’Aiguille d’Entreves; molte le scariche anche dalla N della Tour Ronde, dalla Cresta Kuffner e dal Cirque Maudit.

Situazione parcheggio a La Palud:
La situazione parcheggio a La Palud è un po’ problematica. Noi siamo arrivati intorno a mezzogiorno di Venerdì 26. A quell’ora il parcheggio della funivia era già pieno; quelli ad esso vicini sono ancora chiusi (e resteranno chiusi probabilmente per tutta la stagione). Noi, con un colpo di fortuna, abbiamo trovato posto in un assolato parcheggio con zona pic-nic situato circa 300-400 m dopo la stazione della funivia. Altra opzione possibile sarebbe stata quella di parcheggiare a valle della stazione in un area di sosta più distante ma collegata alla funivia da un servizio di navette che partono ogni 10 minuti.

Ovetti Aiguille du Midi – Punta Hellbronner:
Gli ovetti fanno solo servizio panoramico, ad eccezione di due fasce orarie (una mattutina ed una pomeridiana) in cui è possibile scendere alla stazione di Punta Hellbronner. Il biglietto costa 14.00 Euro. La fascia pomeridiana è tra le 15:20 e le 15:50. Per fortuna, però, c’è una certa flessibilità: noi siamo giunti all’Aiguille du Midi ben prima della suddetta fascia; dal momento che il traffico turistico era molto ridotto, uno degli addetti agli impianti ha acconsentito a farci scendere a Punta Hellbronner in anticipo. Basta chiederlo con cortesia.
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