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Civetta? Un Corno! (Alle Scale) , 23/12/2011 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | al |
Regione | Emilia Romagna |
Partenza | Rifugio Segavecchia (920 m) |
Quota attacco | 1850 m |
Quota arrivo | 1945 m |
Dislivello della via | 100 m |
Difficoltà | PD+ ( pendenza 60° / I in roccia ) |
Esposizione in salita | Est |
Rifugio di appoggio | Nessuno |
Attrezzatura consigliata | Ramponi da ghiaccio, due picche da ghiaccio |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Report degli Auguri per segnalare la piacevole sorpresa natalizia riservatami dal mio parco giochi invernale, e dedicato alla mia incapacità di intuire, dopo un attento e continuo esame di bollettini e webcam, le condizioni delle due montagne che ho salito più volte.
Su quella zoldana, Domenica 11 parto con destinazione Ferrata degli Alleghesi convinto di non pestare neve fino all’attacco e preoccupandomi solo degli eventuali lastroni sulla cresta sommitale. Dopo tre ore di cammino sono con la neve alle ginocchia e i primi cavi sono ancora distanti, per cui ripiego sulla normale. Su questa, non serve essere esperti nivologi per capire che, già sul traverso che porta al Passo del Tenente, 750 metri sotto la vetta, ci sono buone possibilità di staccare il lastrino giusto e surfare giù 150 metri alla base della parete, per cui giro i tacchi con la coda ben salda tra le gambe … Nello scendere incontro Stefano, primo discensore con gli sci della Civetta e di altre cime minori del gruppo ancor più ripide, del quale ho ri-letto i report sui libri di Sani qualche centinaio di volte. Camminiamo assieme svariate ore (a bassa quota), discorrendo ovviamente tutto il tempo di montagna, ma lui è così modesto ed io così rincoglionito che riesco a realizzare di chi si tratta solo una volta tornato a casa. Su quella di casa, dopo l’unica nevicata dell’autunno di Venerdì 16, parto con l’idea di pestare dieci centimetri di crosta sgodevole invernale, convinto che picca e ramponi non serviranno a nulla. Fino a quota 1850 è praticamente tutto scoperto. Negli ultimi 100 metri invece c’è uno strato uniforme di venti centimetri di cemento armato bianco su cui, con attrezzi da neve, mi tocca calciare e sbracciare come un pupo siciliano, e rimanere religiosamente sulla via meno ripida alla cima. Tornatoci però in veste aggressiva è un vero godimento: dovunque ci sia anche solo un pezzetto di bianco si passa. Non ho visto i canalini della parete nord ma credo proprio che siano a posto. Sulla parete est si possono fare molte cose ma quelle interessanti non sono raggiungibili direttamente ed occorre arrivarci in traverso, comodo, dal sentiero 119 oppure in traverso, impressionante, dai Balzi dell’Ora (non so se la spolverata della vigilia cancellerà la traccia). Sul Canalone dei Bolognesi il salto finale potrebbe essere in condizioni perfette ma i salti sotto sembrano davvero ostici da passare. Buone Feste con l’Alta Pressione!!! Foto 1: Il versante est della Civetta all’alba di Domenica 11: guardare ma non pestare! Foto 2: Lo scialpinista di frontiera della Val Zoldana. Foto 3: I tracciati attuali di accesso al cuore della parete est del Corno (la solita foto non è ovviamente di questo periodo di recessione nevosa). |
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