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   Adamello: Terzulli e Passo Italiani, 21/08/2011
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Onicer  pelle2005   
Regione  Lombardia
Partenza  1574  (2166 m)
Quota attacco  2166 m
Quota arrivo  3539 m
Dislivello della via  1500 m
Difficoltà  AD- ( pendenza 50° / III in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  Rifugio Gnutti
Attrezzatura consigliata  NdA, occhiali da sole, crema protettiva, luppolo fermentato
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento (la valutazione si riferisce in pratica al Passo degli Italiani)

Giorno 1:
Malga Caldea (1574)-Passo di Premassone (2934)-Rifugio Gnutti (2166)

Saliamo per la stradina da Temu, seguendo le indicazioni per Rifugio Garibaldi: la strada non è troppo sconnessa, ma è stretta e trafficata (sopratutto in certi orari), perciò in caso di incorcio con altri mezzi (sopratutto suv guidati da imbranati!) puo diventare ostica la faccenda. La strada è pressochè sterrata, asfaltata nei tornanti o nei tratti piu ripidi, in ogni caso una macchina piccola e magari alta è meglio. Arriviamo nei pressi di Malga Caldea (parcheggiamo qualche centinaio di metri prima, appena troviamo un buco libero), e alle 10e30 siamo in marcia. Che caldo..
Si prosegue sulla strada sterrata, che ben presto diventa asfaltata visto che sono tutti tornanti e con buona pendenza. Finiti i tornanti c è un gruppo di edifici (la Palazzina) sopra il primo lago (laghetto d avio) con una fontana, e da qui si vede già mr Adam. Si prosegue su una sterrata in piano lungo il lago d avio della prima diga, poi si sale leggermente e si costeggia dall alto su sentiero il terzo lago (lago benedetto) della seconda diga. Si intravede una cascata, vicino alla quale si passa tramite un sentiero di sassi. Si giunge poi a un pianoro dove verso sinistra parte il sentiero per il garibaldi (si vede la diga del lago) mentre noi proseguiamo verso il passo di premassone. Mr adam è sempre li che ci guarda.
Si inizia a salire per sentiero di terra mista sassi, e si arriva alla diga del lago pantano, salendo sulla sua sinistra orografica (si puo dire orografica di una diga? mah). Qui ci arriviamo alle 13, e facciamo sosta cibo.
Si riparte tutto in salita verso il Passo di Premassone. il sentiero è ben segnato, inizialmente si snoda su terra misto pietre, ma ben presto si inerpica in un labirinto granitico dove i segni aiutano molto (in caso di nebbia..mi sa che ci si perde! nei pochi punti dove i segni distano piu di 10m uno dall altro). Il sentiero non è proprio un E, e ciò mi meraviglia un po trattandosi di una parte dell alta via, che credevo fosse percorribile da tutti. Qui invece qualche passaggio di I grado c è, ma a noi fa solo piacere. i sassi diventano man amno sempre piu grandi, e quasi al passo si trova un tratto attrezzato, su facili ma esposte cenge, in tutto saranno meno di 100m di sviluppo. Alle 14e30 siamo al passo, dove ammiriamo cima Plem, e mangiamo un altro po (mangiare spesso ma poco!).
La discesa dal passo assomiglia molto alla salita, grossi sassi in cui si districa grazie ai segni, ma qui è piu breve il tratto. Il sentiero per le ginocchia non è mai troppo comodo, bisogna andare di quadricipiti per non sforzare le articolazioni!
Alle 16e15 siamo al Tonolini (fontana poco a monte del lago rotondo) (con la voglia di fare il bagno nel lago, che acqua), a quest ora speravo di essere ormai al Gnutti, ma va bene cosi, meglio essersela presa un po piu comoda oggi, che domani..è di più! Al lago Baitone (fare un tuffo no?!) il vento che muove l acqua sulla quale il sole si specchia, crea un atmosfera magica. Poca gente incontrata finora (molto poca), silenzio, pace, che bello.
Ci incamminiamo verso il Rifugio Gnutti, meta della giornata, chiedendoci come sarà il passo del gatto (io e un altro della ciurma abbiamo percorso il famoso passo del gatto della cengia di Ball poche settimane fa). Alla fine è solo un sentiero un po esposto e nulla piu. Ultima parte finale in salita, e poi eccolo, il rifugio e..il passo dell Adamello! Sono le 17e30.
Una birra, ci sistemiamo in camera, prepariamo il materiale per il giorno dopo, e alle 19e30 cena.
Servizio ottimo e gentile, si vede che è una famiglia a gestire il posto, cena ottima.
Molto apprezzabile la sincerità di una ragazza e alla domanda "ma fontane per riempire le borracce? l acqua del bagno si puo?" ci dice che non si potrebbe, l usl non vuole perchè essendo acqua di ghiacciaio non ha sali, ma che lei è una vita che la beve.
21e30 a letto, seppur tanta gente è ancora fuori a far baccano, si vede che non sono tutti alpinisti quelli che pernottano ai rifugi..

Giorno 2:
Rifugio Gnutti-Monte Adamello-Passo degli Italiani-Passo Brizio-Malga Caldea

4e40 sveglia, alle 5 c è la colazione, speravo riuscire a partire prima, ma tutti gli altri diretti all adamello si sono trovati d accordo col gestore per l orario, percio vada per le 5 (forse nessuno di loro deve fare la traversata che abbiamo in programma).
Si parte alle 5e30, ancora un pos curo, ma ben presto la frontale non serve piu. Si parte con un comodo sentiero in piano, si passa poi sulla cementificazione dell enel, che si percorre quasi tutta fino a un cartello che ci fa svoltare a sinistra, in salita. Non si prende quota facilmente, fino ad arrivare alla morena, sulla quale invece si sale ripidamente e su terreno un po friabile.
Alle 7e40 siamo all attacco della Terzulli, mangiamo qls, casco (l imbrago per salvaguardare la schiena ce lo siamo messo al rifugio), e vista la parte iniziale della via, decidiamo di non legarci, sembra facile. E infatti cosi è, per i passaggi piu delicati (placchetta, il granito af aderenza!) ci sono delle corde, utili sopratutto alla discesa, ma noi tanto, mica ci scendiamo di qui! nessuno di quelli che sono intorno a noi si lega, saremo (in gergo ghiacciesco) 3 cordate, che al passo faranno un po di chicchera insieme. Troviamo un ragazzo che scende, ma come gia salito in cima? No, lui è salito ieri, con amici ha dormito al bivacco (che era pieno, e lui correttamente giu al Gnutti il giorno prima aveva detto al gestore che sarebbero saliti in 7) e ora scende.
Alle 8e30 siamo al passo, dove tra una chiacchera, una svestita (adesso al sole c è un caldo pazzesco), uno spuntino, si fanno le 9 prima che si riparta. Prendiamo il ghiacciaio, pensando di poter fare a meno dei ramponi: 5m e poi ce li mettiamo, ma a legarc aspettiamo. Affezionati ai ramponi, attacchiamo la cresta rocciosa, avevamo visto un nevaio dal passo, ma si rivelerà piu lontano del pensato. Superato esso, i ramponi ce li togliamo (e che palle sulle rocce), e suoniamo la campana alle 10! è cima, bella raga, 4h30, considerando una pausa di mezzora.. Ma ci aspetta una discesa lunghetta.
In cima tanta gente e una cordata che si vede salire da uno sperone della nord (devo indagare questa via..). Anche qui una pausa, foto allo spettacolare pian di neve, al Bernina, all Ortles, alla sig.ina Presanella, lunga coda per la foto con la campana, pappa, poi giù verso nord est.
La discesa sulle rocce è anch essa attrezata con corde fisse per i passaggiu piu delicati. Certo che trovarsi qui con tante persona sopra la testa..non deve esser piacevole! Si perde rapidamente quota e si arriva sul ghiacciaio, dove ci leghiamo e prepariamo alla passeggiata sul pian di neve. Abbiam concordato di aggirare il corno bianco piuttosto che salire al passo degli Italiani, ma in cima ci han detto che come tempi si allunga abbastanza, mentre una "cordata" (che reincontreremo dopo) che è passata di li ci ha detto che è abbastanza messo bene, solo qualche metro di roccia: vedremo. Alle 11e20 siamo pronti legati e andiamo. Caldo bestiale e sole intenso, chi non ha dei buoni occhiali sarebbe perduto. Al bivio tra la traccia che continua in quota (verso il passo degli italiani suppongo) e quella che scende, continuiamo a scendere. Poi pero guardiamo il lungo giro per aggirare il corno, vediamo il cielo se guardiamo verso nord ovest (quindi supponiamo il passo degli italiani li in mezzo), e allora passo degli italiani sia. Risaliamo un po, dolcemente, ma la traccia che reincontriamo non va verso il cielo, ma piega e sale..saliamo. La neve è buona, ma arrivati in prossimità del passo..eh, una decina di metri di roccia da salire in spaccata, darei un III, è pure verticale. Sarà per il fatto che non è attrezzata, che siamo stanchi, ma da primo non mi pare proprio paragonabile alla Terzulli! Poi magari era piu facile sulla sx, ma per andarci c era da traversare un po.. Sconfino di la e..ma che passo ragazzi! Non credevo questa sorpresa. Alla fine gli Italiani piu che un passo, hanno scavalcato una cresta rocciosa. Dall altro lato c è un altro bel tratto da disarrampicare in spaccata, si scende 4m, (uno spit), 5m di traverso senza buoni appigli e coi piedi su terriccio friabile, poi 8m di discesa allo stesso modo prima di tornare sulla neve (in alternativa si continua il traverso ma su roccia, senza appigli, e poi si scende su roccia). Discesa su neve per fortuna discreta, visto che siamo sui 50gradi, e poi la pendenza si calma (anche perchè si traversa).
Il passo si rivela piu ostico di quello che credevamo, ci eravamo documentati, ma dalle descrizioni non sembrava cosi delicato. Per non parlare dei personaggi che c erano. La "cordata" di prima, che di li era passata, ci raggiunge mentre il secondo di noi (siamo in 4, cordata unica e non due da due visto che uno è troppo inesperto per legarsi da soli con lui) sta traversando. (Il passaggio l abbiamo fatto sfruttando lo spit, quindi avanzando a bruco/fiusarmonica tra uno e l altro: operazione lenta, ma giudicata la migliore al momento.) Spero che abbiano capito che con certe cose non si scherza (senza corda, 2 picche in 4..), intanto che siano contenti di esserne usciti interi. Questi ci han fatto rischiare molto anche a noi. Dopo tutto questo peregrinare (penso almeno 1h persa, un po di pizzico alla traversata dell Adam) scendiamo su neve buona, seguendo una traccia piu o meno evidente. Ben presto capiamo che nonostante la difficolta sul passo, aggirare il corno avrebbe voluto dire molto piu tempo, e molto piu saltare di crepacci! Mii, che desolazione sto ghiacciaio!
Alle 14 giungiamo al Passo Brizio (e vediamo innumerevoli persone scendere dal passo degli italiani). Lasciata la neve c è un tratto attrezzato molto facile, un 100io di metri di sviluppo, non verticale e su cenge per salire al passo (è ben segnato tutto). Scendere dal passo è piu verticale ed esposto, prima su sentiero, poi attrezzato e scalette e pioli, di cui l ultima parte abba stanza verticale. Attenzione, vista la neve l ultima parte di scaletta porterebbe..in freezer, occorre saltare sulla lingua di neve, ma occhio a non scivolare. Finita la neve, 200metri, inizia l infinita discesa sui sassi (il tutto ben segnato, ma cmq con nebbia a 10m ci si perde) verso il lago venecorolo, e poi giu fino al bivio incontrato il giorno prima. Ancora gente che sale verso il garibaldi, ma tutto sommato molto meno di quello che temevo. Ci disperdiamo un po, chi ha fretta di arrivare alla fontana, chi va piano per le ginocchia, ma alla fontana de la Palazzina ci ricompattiamo, prosciughiamo la fontana, guardiamo dov è l Adamello, pensiamo al giro fatto e..fischia che roba! Sono le 17, alle 18 arriviamo all auto.

Sosta per birra, radler, sacher, torta della nonna, coppa gelato, yogurt, e poi possiamo decretare finita la gita!
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