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Cristallo (cortinese), via normale in veste pasquale, 22/04/2011 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | al |
Regione | Veneto |
Partenza | Passo Tre Croci (1800 m) |
Quota attacco | 2800 m |
Quota arrivo | 3220 m |
Dislivello della via | 400 m |
Difficoltà | PD+ ( pendenza 50° / II in roccia ) |
Esposizione in salita | Sud-Est |
Rifugio di appoggio | nessuno |
Attrezzatura consigliata | picca e ramponi, per sicurezza uno spezzone di corda ed un paio di chiodi da roccia |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Troppo bella per non provarla in primavera quando, dopo un periodo di bel tempo ed una notte serena, vale il “dovunque e’ bianco si passa” tipico dell’Appennino. A differenza delle vie normali di I e II degli altri colossi che circondano Cortina questa non ha alcun interesse sciistico, neppure per gli estremisti, per cui e’ riservata agli appassionati contemplatori. Consigliata pero’ solo a chi sia disposto a partire a notte fonda, non si formalizzi ad attraversare lingue di neve ripide sospese sull’abisso e l’abbia gia’ percorsa d’estate, altrimenti e’ un attimo perdersi in una parete cosparsa di ometti anche nei punti’ piu’ sbagliati.
Per attaccare la via, quando c’e’ neve conviene stare a sinistra nel canalone che porta al Passo del Cristallo evitando quest’ultimo. La prima parte della via traversa per cenge e gradoni tutta la parete sud-est ed e’ quasi interamente su neve (oggi perfetta all’alba); anche il camino di II+ e’ un bel canalino incassato. Come immaginavo, i passaggi di gran lunga piu’ ostici sono i traversi su cornici scoperte da fare con i ramponi. (Scendendo, su quello subito prima del ponticello di legno stavo per provare a chiodare ma poi sono riuscito a passare sicuro piantando i manici di entrambe le picche nella neve dura rimasta all’altezza delle braccia.) Arrivato alla cresta sud, dopo l’ennesima cornice delicata, via i ramponi e su senza pensieri: rispetto all’estate c’e’ il piccolo svantaggio della ferraglia penzolante e del freddino alle mani e l’enorme vantaggio del panorama in versione invernale su tutte le montagne circostanti. Per continuare a non pensare, ho rimesso i ramponi alla fine, ma forse non era necessario. Verso la vetta l’unica traccia era dall’uscita (diretta) dal canale Innerkofler, che mi e’ sembrato in buone condizioni ma di cui ho visto (e pestato) solo gli ultimi metri perche’ il salto finale e’ poco sotto la cresta. Foto 1: Dal piu’ lontano al piu’ vicino, la luna pasquale, il Pelmo, la Punta Nera del Sorapis e la cengia iniziale della via normale. Foto 2: I gradoni che portano al camino, che e’ la linea bianca quasi invisibile in alto. Foto 3: Arrivo in cresta, traversando il nevaietto in alto a destra sotto il tetto, con vista sulle tre Tofane. |
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