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   Aig.Chardonnet - Goulotte Escarra, 09/10/2010
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Onicer  Franz   
Regione  Francia
Partenza  Le Tour  (1300 m)
Quota attacco  3200 m
Quota arrivo  3824 m
Dislivello della via  624 m
Difficoltà  4 / III ( III in roccia )
Esposizione in salita Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Rifugio Albert I: invernale, 30 posti
Attrezzatura consigliata  NDA; due attrezzi, una decina di viti per conserva protetta (continuata); qualche friend.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Eccellenti
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento E’ proprio il caso di brindare con un buon Chardonnay a questa bella salita. Dopo più di un mese di astinenza dalla quota per meteo, condizioni, impegni e mancanza di soci , con Mara avevamo proprio voglia di immergerci un’altra volta nel mondo del Bianco. Sono anni che volevo andare a vedere le goulottes che costellano il versante nord della bella Aiguille de Chardonnet, un 3800 un po’ defilato del gruppo. Oltre alle due celebri creste Forbes e Sperone Migot, le goulotte Aureille-Feutren, Gabarrou, Escarra, Charlet-Bettemburg caratterizzano questo versante della montagna. Per maggiori info si veda su CAMPTOCAMP: http://www.camptocamp.org/summits/38639/fr/aiguille-du-chardonnet.
Il tempo, che per tutta la settimana stava regalando una stabilità incoraggiante, sembra volersi guastare proprio il weekend. Tuttavia, il disturbo pare interessare solo il versante sudalpino. Percorrendo il Piemonte e la Val d’Aosta sotto un’acqua scrosciante solo la speranza ci fa andare avanti. E’ così che superato il tunnel del Bianco, giungere a Chamonix col sole è una piacevole sorpresa.
Da le Tour, oltre Argentière, il sentiero che conduce al Rifugio Albert I è ripido nella sua parte iniziale, immerso nei colori dell’autunno. Giunto alla morena del ghiacciaio du Tour ne rimane sulla cresta fino alla doppia costruzione del rifugio. Il vecchio è adibito a locale invernale e su due piani ospita fino a 30 persone. C’è la stufa ma manca la legna. E’ comunque molto accogliente. Acqua nei pressi. Per questa uscita avevam inizialmente preventivato tre giorni in funzione dell’innevamento. Dover battere nella neve fresca dei giorni passati sia l’avvicinamento che la discesa per la normale (non banale) avrebbe fatto perdere molto tempo. Giunti al rifugio tuttavia scopriamo che ben in otto hanno fatto oggi il lavoro per noi Due hanno fatto lo Sperone Migot, quattro l’Escarra e due hanno tentato la Aureille-Feutren.
La Bettemburg era la nostra idea iniziale, ma non eravamo molto sicuri della parte sommitale non proprio sicurissima con la neve fresca incombente; la Escarra permette di giungere presso la vetta e a parità di difficoltà (4) è anche più lunga. Detto-fatto. Rimasti soli nell’invernale, dopo una tranquilla notte, un avvicinamento regolare, attacchiamo con la luce. La via si svolge in un ambiente favoloso, si susseguono passaggi interessanti di ghiaccio e misto fino al tiro chiave. Da lì è ancora lunga, ma riusciamo a proseguire in conserva protetta. Giunti al colletto scegliamo di giungere in vetta per la nord piuttosto che per le rocce. La normale si risolve velocemente (prima del previsto essendo tracciata) e possiamo così giungere al rifugio dove altri sono saliti con la nostra stessa meta e rapidamente a valle.
Una bellissima salita e goulotte, che al contrario del “parco giochi” del Tacul ha avuto un sapore più genuino. E grazie come al solito alla mia super socia Mara.
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