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   Via Leone di Nemea - Monte Cordespino, 23/10/2022
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Onicer  merenderos   
Regione  Veneto
Partenza  Loc. Tessari - Rivoli Veronese (110m)
Quota attacco  295 m
Quota arrivo  530 m
Dislivello  310 m
Difficoltà  D / 6a+ ( 6a obbl. )
Esposizione  Est
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Nda, 12 rinvii. Serie di friend utile per eventuali varianti.
Itinerari collegati  Monte Cordespino (530m), Via Leone di Nemea
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Via interessante e ben protetta sopra la parete di Tessari. La roccia in via è buona/ottima sui tratti più difficili, mentre nei tratti più facili bisogna fare un po’ di attenzione. Nel complesso una bella arrampicata.
Via chiodata plasir. Soste su due spit.
Arrivare all’abitato di Tessari e parcheggiare a sinistra vicino ad un vecchio casolare. Prendere il sentiero che sale tra le vigne prima dell’ingresso del parcheggio. Salire ignorando la prima deviazione a sinistra nel bosco, e la successiva, sempre a sinistra, che porta a prendere un sentiero CAI bollato. Proseguire ancora, fino ad incontrare due piccoli ometti un po’ nascosti, che portano su una traccia a sinistra, puntando la parete (grossi massi). Salire su ripida traccia nel bosco fino ad arrivare sotto la parete. Una decina di metri prima di arrivare alla parete (attacco della via le nebbie di Avalon), c’è una traccia che va verso sinistra tagliando in leggera discesa a mezzacosta. Dopo alcune decine di metri si arriva ad uno slargo (vecchia cava) dove, sulla sinistra, parte la via (nome alla base – 45 min).
L1: Salire i primi ripidi metri e poi piegare a sinistra fino ad un muretto, superato il quale si arriva alla sosta (30m, 5c)
L2: Salire in verticale sopra la sosta su buoni appigli. Traversare a sinistra sostando al secondo leccio su 2 cordoni (20m, 5b)
L3: Salire in verticale su roccia rotta fino ad una placca più compatta. Salirla con movimento delicato verso sinistra. Uscire poi su terreno più facile fino alla sosta sulla parete successiva (25m, 6a)
L4: Salire verso destra una bella placca con buoni appigli. Andare ancora destra e rimontare su una sorta di spigolino facile ma con roccia delicata (nessuna protezione fino ad un paio di metri dalla sosta dove c’è un chiodo ballerino), che porta alla sosta (40m, 5b poi III)
L5: Salire il bel diedro aggettante con buone prese. Traversare poi a sinistra e con difficile passo (meglio abbassarsi leggermente sotto lo spit) salire sulla placca a ridosso dello spigolo. Salire la delicata placca fino alla sosta (30m. 6a+)
L6: Salire ancora lungo la placca con qualche passo ancora delicato, poi più semplice. Salire un pilastrino di ottima roccia ed arrivare alla comoda sosta (40m, 5c)
L7: Proseguire in verticale per qualche metro, e poi obliquare tutto in traverso (roccia delicata) verso sinistra fino alla sosta posta alla base di un diedro. Il diedro è già visibile dalla sosta di partenza (35m, 4b)
L8: Salire in verticale nel diedro, usciti dal quale si perviene, su terreno più semplice, ad una grossa cengia. Obliquare verso destra fino alla parete successiva dove si trova la sosta e il nome della via (40m, 6a)
L9: Salire in verticale la placca, sfruttando delle buone prese sulla destra e raggiungendo così la fessura sovrastante. Seguirla verso sinistra uscendo su terreno delicato. Arrivati in cengia andare a sinistra in leggera discesa, fino a sostare sul cavo della ferrata, sotto una fessura un po’ erbosa (30m, 6a+)
L10: Salire la fessura non banale, usciti dalla quale si prosegue per terreno più semplice fino in cima. Sosta su clessidra o albero (30m, 5b)

DISCESA: usciti dalla via seguire il sentiero verso sinistra in direzione del forte. Arrivati più o meno alla forcella, (poco più avanti di uno spiazzo con numerosi ometti), si trova una traccia che scende ripida a sinistra (bolli rossi). Seguirla ignorando le deviazioni. Dopo una breve corda fissa, continuare per traccia ripida, fino ad intercettare il sentiero che riporta in breve ai vigneti e al parcheggio (40 min).

Foto1: L5
Foto2: L6
Foto3: L8
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