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   pizzo cengalo, 12/08/2020
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Lombardia
Partenza  bagni masino (1160m)
Quota attacco  2900 m
Quota arrivo  3370 m
Dislivello  500 m
Difficoltà  F+ / II ( II obbl. )
Esposizione  Sud-Est
Rifugio di appoggio  gianetti
Attrezzatura consigliata  ramponcini se neve
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Integro il report di max sulla nostra salita al Cengalo del 27/7.
Come al solito quando max mi chiama per qualche sua idea alpinistica, demando completamente alla sua meticolosità ogni aspetto organizzativo e quindi prendo subito con entusiasmo acritico la sua proposta di salire in scarpette da trail running. Letta la relazione, decido invece di non caricarmi dei ramponcini e neanche dell’imbrago: sarò leggerissimo. Alle 4.30 partiamo da Chieve e poco dopo Morbegno, lungo la SS per Sondrio, ad Ardenno svoltiamo a sinistra per la Val Masino, che si risale interamente sino ai Bagni. Attraversato il torrente su di un ponte, si superano le terme e parcheggiamo nella pineta poco più di due ore dopo. Alle 7 siamo pronti a scattare e da subito mi rendo conto di essere finalmente in forma. Dapprima lastricato, in seguito più sconnesso, il sentiero sale con molti tornanti nel bosco, sbucando alle baite di Corte Vecchia (1405 m) per passare poi nel caratteristico tunnel naturale delle "Termopili" formato da due enormi massi appoggiati l´ uno all´ altro. Si sale ancora e si entra nella valletta scavata dal torrente Sione e, fiancheggiando il corso d´acqua, si esce ben presto sull´ampia distesa erbosa del "Pianone" dove è costruita la Casera Porcellizzo (1992 m). La valle è idilliaca e un grande muro roccioso ed erboso la chiude. Superato il risalto si raggiunge l’altipiano superiore dove è adagiato il Rif. Gianetti a quota 2530. Arriviamo alle 9.15 stupiti della nostra performance da cinquantenni e ammaliati dalla corona di cime che ci circondano che vanno dal Porcellizzo alle Cime della Bondasca passando chiaramente da Badile e Cengalo. Facciamo sosta per colazione e io mi dilungo a mangiare troppo e non contento esagero anche coi giuggioloni che m’ero portato: il risultato è che riparto appesantito e dopo poco nella pietraia, in cui abbiamo preso a salire abbandonando la traccia vs il Rif. Allievi, mi devo fermare per alleggerirmi. Entriamo in uno spettacolare anfiteatro roccioso con a destra lo Spigolo Vinci e la fantastica Punta Angela, di fronte la Cresta W di salita del Cengalo ed a sinistra le Punte Enrichetta e Sertori. Attraversiamo la conca in direzione delle grandi bancate striate da colate di acqua sottostanti Punta Angela, e una volta nei loro pressi, tenendoci il più possibile sulle placche affioranti dagli sfasciumi, iniziamo una diagonale a sinistra per portarci all´ intaglio più a sinistra formato dalla cresta che unisce Punta Sertori al Badile con la cresta west del Cengalo, che presenta due elevazioni. Giunti alla base dell´ intaglio, si prende il canale di sinistra, trovando subito una corda fissa di 15 mt. circa, che permette soprattutto all’inizio di superare una liscia pioda. Superata la corda si prosegue nel canale sino ad un masso che lo occlude, dove vanamente cerchiamo di convincere una compagnia a riprovarci dopo che più su avevano desistito(dove anche noi sbaglieremo percorso). Si aggira il masso(alcuni brevi passi forse II°, quindi di nuovo per sfasciumi all´ intaglio. La vista sul precipite lato nord, è grandiosa e mette soggezione: precipitano dal cielo le lastre di granito sparendo nel le nubi sotto di noi: è ammaliante restare a guardare sognando di poterci essere appesi. Ripartiamo per sentiero che sale sulla groppa del Cengalo puntandone l’anticima: qualche passaggio su roccette, un breve traverso protetto da catene e si arriva ad uno stretto intaglio, dove sbagliamo continuando a salire finchè un passaggio in placca un poco troppo difficile ed esposto ci sbarra la via. Mentre io provo a risolverlo, Max guarda oltre il salto e mi dice: pirla, il sentiero è là sotto. Ritorniamo all’intaglio, che si discende per un paio di metri e tenendosi alti si traversa a sinistra su cengia, andando a saldarsi alla dorsale della cima che biancheggia innevata sopra di noi. Per neve e gli ultimi sfasciumi terminiamo la nostra cavalcata di 2200 mt a mezzogiorno. Sono contento di essere qui con Max, dopo tanto tempo dalla nostra penultima cima. Il panorama è coperto dalle nubi e un vento gelido soprattutto per me che sono in braghini e canottiera, ci induce a scendere dopo le foto. Facciamo pausa dopo le corde per mangiare qualcosa e Max mi paga una birra al Gianetti dove siamo di ritorno già alle 14. Facciamo quattro chiacchere con gente di Borgotaro fra covid e cengalo che faranno domani e salutiamo l’arrivo di una coppia di Dallas con bimbetto di pochissimi mesi. Poi scendiamo sotto il sole diventato cocente cercando riparo che mai troveremo nel bosco e cotti alle 16.30 corriamo al torrente a bagnarci e rinfrescare i piedi martoriati da troppe ore di cammino.
Foto 1 badile punta sertori e cengalo Foto 2 io quasi in cima Foto 3 io e max in cima

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