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   Torrione nord della CORNETTA, parete Nord, Via dei MA-NOLI, 20/10/2018
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Onicer  fabiomaz   
Regione  Lombardia
Partenza  Valtorta, piani Olimpiadi (950m)
Quota attacco  1600 m
Quota arrivo  1850 m
Dislivello  250 m
Difficoltà  AD+ / IV+ ( IV obbl. )
Esposizione  Nord
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  N.D.A. (chiodi indispensabili), una serie completa dadi e friends
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Tra le linee che abbiamo individuato girando per la Cornetta una sola è evidente, logica e continua, e tuttavia era anche quella su cui avevamo maggiori dubbi, perché dopo aver risalito un diedro-colatoio per circa 200 metri portava alla base del verticalissimo "head wall" del torrione nord (quota 1850 circa), 60 metri di strapiombi gialli e neri che, visti frontalmente e lateralmente, sembravano offrire poche possibilità di salita per noi abbordabili. Alla fine però ci siamo andati e, aggirando il grande strapiombo per la cresta sinistra del torrione, è venuta fuori una bella via di 6 lunghezze, continua e sul III+/IV con qualche passo più difficile. Certo manca da tracciare la variante diretta allo strapiombo finale, che cambierebbe però radicalmente la difficoltà della via (la linea c'è, elegante ed evidente..ma tosta). Avendola percorsa recentemente possiamo dire che la via ricorda da vicino la Bramani al Cimone di Bagozza, per tipo di arrampicata e roccia.

Avvicinamento: da piani Olimpiadi prendere il sentiero 101A e seguirlo in direzione dei Bruciati fino a quando, usciti dal bosco e poco prima dell'avancorpo staccato su cui sono presenti delle vie spittate, si interseca il canale detritico che scende dalla parete del torrione nord, che si presenta da qui come una parete triangolare incisa da un diedro-canale con una spaccatura nera alla base. Risalire il canale fino alla base della spaccatura (1h 30 dall'auto).

Relazione:
L1: aggirare la spaccatura sulla destra per placca abbattuta e rientrare a sinistra sfruttando una cengia ascendente (35 m, II)
L2: seguire il diedro-canale sfruttando le pareti laterali (roccia slavata ma buona) fino a raggiungere un comodo pianerottolo su cui occorre prestare attenzione ai detriti (50 m, III+/IV-, 1 ch. di sosta)
L3: proseguire per diedro sfruttando la placca di destra fino a un grottino, traversare a sinistra senza alzarsi, passare un paio di metri di cengia erbosa e poi salire verticalmente puntando a una lama di roccia scura che abbiamo trovato con delle colate d'acqua (35 m, IV, IV+, 1 cuneo di sosta).
L4: traversare obliquando a destra per un paio di metri e poi risalire verticalmente in direzione di un mugo uscendo su una garnde cengia. Risalire la balza erbosa facendo sosta sulla parete (fessure per chiodi a sinistra del mugo) (28 m, IV, III roccia MOLTO delicata ma molte possibilità di protezione).
L5: salire la cengia erbosa verso sinistra fino alla base della ora evidente spigolo del torrione. Sostare alla base su masso. (15 m, II)
L6: Risalire lo spigolo, incontrando un tratto verticale-strapiombante di una decina di metri ma con ottime prese (roccia super), quindi proseguire per cresta più abbattuta fino alla fine della corda (60 m, III, IV+,II)
Proseguire facilmente per una decina di metri fino alla cima del torrione.

Discesa:riabbassarsi una decina di metri lungo la via di salita e prendere la cengia erbosa discendente sul lato est (destra faccia a valle scendendo) seguendola fino all'intaglio con la cresta principale della Cornetta. Da qui per esile traccia di sentiero tornare alla cengia alla base del torrione, seguendola fino a sbucare nella valle dei Bruciati. Una volta entrati nel vallone non scendere verso Valtorta ma proseguire in direzione opposta fino ad aggirare le balze rocciose. Quindi piegare verso sud-ovest fino a incrociare il sentiero 101A da cui si torna al punto di partenza.

20.10.2018 Fabio Mazzoleni e Davide Noli a comando alternato.

Foto 1: la parte finale del torrione vista dalla zona dei Bruciati
Foto 2: la parete nord del torrione e la linea di salita (frontalmente è difficile distinguere la cresta.
Foto 3: il tratto delicato di L4
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