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   Mount Clarence King, 25/09/2016
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Onicer  simon   
Regione  Altro
Partenza  Onion Valley, Independence, California (2750m)
Quota attacco  3530 m
Quota arrivo  3934 m
Dislivello  400 m
Difficoltà  AD+ / IV+ ( IV+ obbl. )
Esposizione  Sud
Rifugio di appoggio  In tenda. Bisogna percorrere 24 km e 2 passi (Kearsage e Glen).
Attrezzatura consigliata  15 metri di corda, un cordino che formi un anello del diametro di almeno 1 metro, un moschettone.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento La via normale di questa montagna, scalata da Bolton Brown nel 1896, fu a quel tempo considerata una grande impresa alpinistica, e rimase per anni la più difficile via di roccia del nordamerica. Bolton Brown stesso riuscì a raggiungere la sommità solo dopo diversi tentativi.
Ci siamo avvicinati con curiosità, per vedere come ci sembrassero quei passaggi in un'ottica attuale (ufficialmente e' data IV+).
Mentre si fa giorno siamo sullo scivolo di blocconi del versante sud, il quale a poco a poco si impenna e si assottiglia in una ripida rampa obbligata, a filo del bordo della verticale parete est, e culmina poi in un camino di 5-6 metri che bisogna percorrere in arrampicata esterna, abbastanza tecnica, anche se non particolarmente esposta. Lo affronto e supero con voracità, ridendo di quei simpatici nonnetti di 120 anni fa, e delle loro paure.
Convinti di aver superato il passaggio chiave, ci affrettiamo poi verso la vetta, ormai vicina, al sole del mattino. Sorpresa: per giungere sul blocco sommitale ci si presenta una fessura obliqua di 4 mt, leggermente strapiombante, da cui pendono dei vecchi cordini incastrati. Ma allora e' questo il passaggio che respingeva Bolton!
Lo si supera con incastro di piede e faticoso arrancare in uscita, guadagnando poi un esiguo terrazzo il cui pavimento, obliquo verso l'interno, forma un angolo acuto col blocco che costituisce la vera vetta, la cui parete vista da qui appare alta 3 metri, liscia e strapiombante. Gasp!
All'altra estremità del terrazzo la parete e' più bassa, tanto da essere rimontabile con un movimento in spaccata, assistito da una buona presa per la mano destra, proprio sul bordo. Ma la mano sinistra, cercando appiglio sulla placca sovrastante, inclinata e ripida verso ovest, trova solo granito liscio. Guardo verso il basso: la parete ovest sotto di me per centinaia di metri!
Intanto la montagna sembra essersi accorta della nostra presenza, e un teso e rumoroso vento da est e' iniziato insistente, in una giornata prima limpida e calma. E' chiaro che abbandonare il terrazzo anche col piede destro, per uscire poi in equilibrio in placca con tutti due i piedi, senza il benché minimo appiglio per la mano sinistra, esporrebbe ad una pericolosa sbandierata con conseguenze devastanti… Mi fermo a riflettere.
Ma il vento mi mette fretta, e la mano sinistra trova una irregolarità che riesco a tenere con le estremità dei polpastrelli. Ma che cavolo! e' quarto più, mica settimo!… mi faccio coraggio e vado.
Guadagno così la vetta, 4 metri sopra, e mi affretto a tirare fuori dallo zaino uno spezzone di corda di 15 metri e un cordino ad anello, entrambi trovati alcuni giorni fa su Norman Clyde Peak, che ho portato per precauzione ma non pensavo sarebbero serviti. Faccio passare l'anello attorno al vertice della montagna, butto giù' un capo della corda e urlo, al vento, a Lf di farne un laccio e stringerlo attorno alla vita. Aggiungo moschettone e mezzo barcaiolo, e anche lei e' pronta per salire. Dopo diverse titubanze, pressata dal freddo, lei afferra la corda con la mano sinistra e si tira su.
La corda ci assiste anche per scendere, e per recuperarla dal basso basta poi provocarne un'onda che disimpegni il cordino dalla sua sede.
Mentre ridiscendiamo la normale, penso che le grandi vie dell'800 non sono forse "difficili" come lo intendiamo noi, ma non sono certo facili. Sono piuttosto difficili a modo loro: una difficoltà' fatta di decisione e coraggio, di vento, di freddo e di abissi, non di puro e semplice movimento tecnico.
Mi sento orgoglioso di essere passato, di avere eguagliato (almeno in salita) il coraggio di Bolton Brown, e, diciamolo pure, a (più o meno) equivalenza di calzatura.



Epilogo:
Più tardi, leggendo della prima ascensione, scopro che Bolton Brown era salito lanciando attorno alla vetta un cappio di corda, e issandosi poi a braccia su questa.
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