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   Traversata Diavolo - Coca (quasi), 22/08/2015
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Onicer  Zeno   
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione (900m)
Quota attacco  2000 m
Quota arrivo  2900 m
Dislivello  1000 m
Difficoltà  AD / IV ( IV obbl. )
Esposizione  Varia
Rifugio di appoggio  Curò-Consoli
Attrezzatura consigliata  Corda, qualche dado
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Partenza serale da Valbondione per salire al lago della Malgina dove dormiamo in tenda. Al mattino saliamo per la via normale fino al Diavolo. Finisce il sentiero e inizia l’avventura: Il percorso è dettato dalla cresta principale di confine tra Bergamo e Sondrio. Scendiamo per il fianco occidentale costituito da facili detriti fino alla Bocchetta di Valmorta. Qui tre torrioni facilmente aggirabili sul versante Seriano (abbiamo scalato i primi due) ci separano dalla salita alla cima di Valmorta (2873). La salita è prato pressoché verticale farcito da scaglie friabili. Dalla cima Est si percorre un lungo crestone affilato fino alla cima Ovest. Un ultimo torrione delicato (qualche passo di III) e poi siamo alla Bocchetta di Cagamei. Da qui conviene abbandonare il filo per evitare tre arditi e difficili torrioni e scendere per ghiaione sul versante bergamasco; si risale poi per il pendio sud (facile ma ripido e faticoso) fino alla cima Est di Cagamei (2912). Ancora cresta fino alla cima Ovest (2913) ma ora per proseguire bisogna scalare il “Salto del camoscio”: 10 metri verticali con due passi di III/IV di roccia quasi buona. Si passa la Bocchetta del Vag e su fino al Pizzo del Druet (2868). Discesa facile al Passo omonimo e ultimo ostacolo costituito dal Pizzo Cantolongo (2826): breve ma interessante arrampicata fino alla vetta (unica con croce oltre al Diavolo). Scendiamo per sfasciumi al passo di Val Sena quindi del Diavolo e giù al lago alto di Valmorta dove ci accampiamo per la seconda notte. Al mattino il tempo è bigio ma decidiamo di attaccare comunque la cresta nord del Coca. Arrivati al quarto torrione ci caliamo per 30 metri (cordino in loco cambiato l’anno scorso ancora da noi) fino alla breccia. Qui con molto rammarico rinunciamo al nostro progetto (ancora due giorni in cresta) per la pioggia che si faceva via via più insistente e scendiamo nel canale verso la Valmorta (50 metri di nevaio a 30° da attraversare). Ritorno al Curò e a casa mogi mogi.
Tutto il nodo del Druet percorso il secondo giorno è davvero selvaggio e affascinante. Sarà ormai banale dirlo ma si meriterebbe una frequenza alquanto maggiore di quella che ha. Evviva le Orobie!!!

Luca, Asso, Rachele, Daniele ed io

Mola mia, leù!
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