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   coca - cresta WNW - via gino e cleopatra, 21/08/2015
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Onicer  fourfingers   
Regione  Lombardia
Partenza  Armisa (1041m)
Quota attacco  1800 m
Quota arrivo  2500 m
Dislivello  700 m
Difficoltà  D / V ( V obbl. )
Esposizione  Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  biv. resnati
Attrezzatura consigliata  friends, dadi, chiodi
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Via aperta nel 1993 da Mario Vannuccini e relazionata nel suo libro “guida al parco regionale delle orobie valtellinesi” del 2002.
Si lascia la macchina presso la centrale di Armisa in val d'Arigna e ci si incammina per il bivacco Rensati (segnaletica buona) che può essere utilizzato per spezzare la salita in due gioni. La via attacca presso alla sommità del nevaio che si trova poche centinaia di metri a sx del bivacco, si risale un primo gruppo di placche appoggiate (II grado) puntando all'angolo superiore sx. Da qui si traversa con un breve passaggio di III (chiodo) a un altro gruppo di placche più facili che si percorrono in leggera discesa fino a raggiungere una rampa che inizia poco prima di alcuni grandi strapiombi neri. Si percorre la rampa per un paio di tiri, poi in traverso verso sx per raggiungere un'altra rampa che permettere di raggiungere il filo di cresta (per la verità abbastanza ampio, III-IV grado). Si prosegue per placche di roccia un po' delicata (fino al V grado) dopodichè la roccia migliora, il grado si abbassa (max IV) e la cresta va via via restringendosi (5-6 tiri di corda circa dalla fine della rampa). Dopo un gendarme che richiede una delicata disarrampicata di 5-6 mt. per essere superato, si aggira l'elevazione successiva sfruttando una cengia che lo traversa verso sx. Ancora un paio di tiri di corda e si incontra uno spuntone con cordone che segnala la fine della via e il punto di calata.
Discesa: con una doppia di 45 mt. circa (lato dx salendo la cresta) su ripido pendio erboso e roccette si raggiunge sulla sx (faccia a valle, bisogna percorrere alcuni metri a piedi stando alti) l'imbocco di un ripido canale roccioso. Una decina di metri sotto l'imbocco (noi siamo scesi assicurati) abbiamo lasciato un cordone che permette, con una calata di 50mt.verticale, di raggiungere la base del canale, all'intersezione con una piccola diramazione laterale. Da qui altra doppia più facile nel canale (lasciato cordone) tenendo sempre la sx per arrivare su ripidi pendii erbosi che si attraversano in discesa verso sx per raggiungere l'ampio vallone sottostante. Da qui con facile discesa si arriva al nevaio da dove si è partiti.

E' una via per gli amanti del genere, 1 chiodo in tutta la via, l'ambiente isolato e l'avvicinamento relativamente lungo (dalla macchina 2-2,5ore) la rendono una via di un certo impegno. Attenzione alla discesa, la sosta con 2 chiodi indicata nella relazione del libro non l'abbiamo trovata, abbiamo lasciato due cordoni (da verificare) per indicare la ns. linea di discesa per eventuali ripetitori.

Foto 1: una che mi ha mandato Mario Vannuccini con in nero la via di salita (segnata da lui) ed in rosso la discesa (segnata da me molto sommariamente). Attenzione: la prospettiva da cui è stata fatta la foto tende molto a “schiacciare” l'immagine
Foto 2: attacco e prima parte della via
Foto 3: parte bassa della via prima della cresta
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