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   Campanile di Val Montanaia, 04/08/2012
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Onicer  darioalpago   
Regione  Friuli Venezia Giulia
Partenza  rifugio Pordenone (1175m)
Quota attacco  1900 m
Quota arrivo  2173 m
Dislivello  260 m
Difficoltà  D / V ( V obbl. )
Esposizione  Varia
Rifugio di appoggio  Pordenone
Attrezzatura consigliata  NDA Friend dadi medio grandi,per la fessura Cozzi
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento IL Campanile..
Sono tanti anni che non torno da queste parti…
L’ultima volta era il 2004 poi altre cime,altri percorsi mi hanno portato a rimandare questa come altre cime importanti che tanto hanno dato alla mia crescita.
Antonio viene la sera a casa mia convinto di fare qualcosa di tranquillo ma quando gli dico che l’indomani alle 5 si va fare il Campanile cambia faccia…
Un misto tra stupore e timore,euforia e rispetto..
Alla fine della giornata imparerà forse di più quest’ultimo.
Le stelle stanno sbiadendo mentre pian piano ci avviciniamo nella selvaggia val Cimoliana un gioiello friulano custodito con cura dalle cime che la sovrastano.
Non troppe battute durante il viaggio..Il Campanile è sempre presente…
Nei silenzi e nei pensieri.
A tratti torno indietro nel tempo ringraziando ancora una volta mio cugino Luciano che per la prima volta mi portò lassù mentre questo si confonde ai ricordi delle mie salite successive in una magica attesa prima di toccare le ghiaie della Val Montanaia.
Per Antonio è la prima via con un discreto avvicinamento lo rassicuro con un passo regolare e con battute che poco servono perché l’attenzione è tutta rubata da Lui…
il Campanile.
Che "come una dama si mostra e si nasconde" mentre il sentiero sale ripido tra le ghiaie e gli scorci selvaggi della Valle dove i camosci sfidano spavaldamente la gravità.
Si Apre…
Dapprima piccolo,poi via via sempre più elegante e furbo.
Siamo al bivio per l’attacco e Anto dopo aver guardato l’orologio mi manda a…con lo sguardo.
Un’ora e venti…
Che dire il tempo vola in certi luoghi.
Il passo regolare fa miracoli o forse è la vista che qui contende priorità al tempo ordinario che cede il posto a quello che più conta quello del sole e delle stelle.
Attacco il primo tiro nel bel camino e dopo poco Anto prova il suo primo vero tiro in montagna…
Tanta roba come dice lui…
Lo strapiombino iniziale non è male poi c’è da mantenere la calma,proteggersi…
Ma lui va..
e arriva ad una sosta che non è corretta,poco male tutta esperienza.
Lo raggiungo e raddrizzo la via con il bel camino del terzo tiro con entrata decisa e poi un susseguirsi di movimenti eleganti in diedro ottimamente proteggibile fino ad un cementato dove si traversa a destra fino ad un terrazzino con cementato o più su con cordone su clessidra.
Mi raggiunge Anto e parte per il tiro che porta alla fessura Cozzi.
Neanche farlo apposta si fa forviare da una sostina intermedia e quindi arrivo io a raddrizzare il tiro.
Ecco ci qua sul bel pulpito Cozzi…
Anto mi guarda strano…
Io sorrido..
Pausa risoratrice e vestizione visto che un vento freddo prende allegramente in giro la mia maglietta e gli zeri termici.
Dopo aver guardato la conosciuta fessura(Veramente molto più unta rispetto a 8 anni fa..)decido di provare la variante di sinistra dove scorgo un vecchio chiodo in una fessurina.
Con un po’ di dispiacere saluto la fessura Cozzi e mi porto sulla sx dove ci si sporge subito sul vuoto con arrampicata emozionante su buone prese.
Arrivato al chiodo un movimento un po’ scomodo in laterale e si è già in prossimità del traverso che porta al camino Glanvel.
Arriva Antonio “un po’”provato dal traverso,che in realtà è abbastanza facile anche se in alcuni punti esposto.(Protezioni poco presenti ma integrabili).
Vista la situazione mi faccio anche il bel camino Glanvel che ha dei movimenti esposti davvero belli.
All’inizio un po’ strapiombante con vista panoramica sulla sottostante val Montanaia,poi verticale fino a prendere il ballatoio con la caratteristica cengia circolare che porta la fine delle difficoltà.
Arriva Anto con il materiale(tiro precedente da attrezzare)e si impone di fare un tiro,non so se per orgoglio o per voglia mentre il rispetto si fa un po’ più largo nei suoi gesti.
Arrivo in sosta e sorrido pensando alla mia ultima ripetizione del Campanile al limite del free solo.
Ora viaggio rallentando un po’ prima dell’ultima sosta mi assicuro e aspetto un attimo prima di dire ad Antonio di “mollare tutto” godendomi ancora una frazione di silenzio.
Faccio scoprire ad Antonio la cima negli ultimi metri che separano la sosta dalla campana che diffonde il suo suono pieno in tutta la valle.
Arrivo anche io per stringere la mano ad un Amico,e per perdere tutto in questo circo meraviglioso.
E tutto ricade su questa cima,come nuovo e fantastico battutte spezzano momenti profondi che ognuno ruba alla terra per tenerseli stretti.
Noi,Ladri di grandi spazi e piccole cose prendiamo quello che resta di questo viaggio bello e intenso.
Il bivacco Perugini piccolo piccolo ricorda notti passate a cullare i sogni mentre lentamente arriva il momento di andare..
La cima è forse il pizzicotto che lo distingue dal sogno..o forse lo è solo in parte perché per me è la sera guardare le montagne dal cortile di casa.
Scendiamo con tre veloci doppie di cui la seconda fa esclamare ad Antonio la sua espressione madre:”dai Cazzo!!!”
Di nuovo in “piano” il sole splende finalmente sul nostro Campanile quasi che ci sorrida della nostra insolente compagnia con complice aria di sfida.
Alla luce del pomeriggio scopriamo di nuovo i colori della valle e l’immancabile vipera…chissà se è sempre la stessa.
Scivoliamo a valle tra sorrisi e pensieri..
Ognuno i suoi,poi pian piano nel viaggio la consapevolezza scioglie le sue riserve e le chiacchere tornano fluenti insieme alle battute che hanno il valore aggiunto della giornata appena vissuta.
L’immancabile mezzo chilo di pasta fa sorridere ma soprattutto ci sazia a dovere,mentre fuori in cortile il sole arrossisce sbiadendo ancora nella luna piena.

Grazie ad Antonio..
e al Campanile..
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