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   Pizzo Gro, il morso dellu-ragno (nuova via???), 12/09/2010
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Onicer  paolo75   
Regione  Lombardia
Partenza  Agneda (1228m)
Quota attacco  2250 m
Quota arrivo  2653 m
Dislivello  400 m
Difficoltà  D+ / VI- ( VI- obbl. )
Esposizione  Nord
Rifugio di appoggio  
Attrezzatura consigliata  Dadi, Friends fino al 3, qualche chiodo per le soste
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Probabile linea nuova con Michele e Cristiano, le informazioni che ho potuto prendere sono solo bergamasche, non sono a conoscenza di eventuali salite su questa parete da parte di cordate valtellinesi, ma i detriti che abbiamo rimosso sui terrazzini di sosta e su alcune fessure ci fanno pensare che forse è proprio una prima.
Roccia incredibilmente ottima sotto e buona sopra, non sembra neanche di essere in orobia, dislivello di 400, e arrampicata spesso davvero entusiasmante su gneiss fessurato e con ottimo grip sia sulle lunghezze facili sia su quelle un po’ più impegnative.
Ambiante eccezionale solo in parte deturpato dalla presenza delle ex miniere di uranio

Avvicinamento: da Agneda (val Caronno) al lago di Scais tenendo la sinistra orografica si entra in val Vedello, seguendo la sterrata si raggiungono le ex miniere di uranio, da li in mezzora al nevaio alla base della parete (2 ore da Agneda).

1 Abbiamo tenuto la sinistra del nevaio, ma la neve ghiacciata ci ha costretto ad un lungo diagonale verso destra su roccia lisciata dal ghiaccio con un passo non facile, meglio partire alla base del anfiteatro dove parte anche la Diretta e puntare ad un muro nero (50 metri, prob. II e III)
2 fino alla base del muro da risalire alla sinistra per poi rientrare a destra (50m III e IV+)
3 in diagonale verso destra fino alla base del secondo diedro (40m II, cordino azzurro incastrato alla sosta)
4 salire la fessura a destra del diedro, poi la successiva bella placca (chiodo giallo lasciato) fino al muro nero strapiombante (40m V-, 1 ch di sosta lasciato)
5 a destra per fessura (2 ch lasciati) poi dritti fino a un comodo posto di sosta alla base di un diedro-camino (30m VI-)
6 prima sullo spigolo di destra per poi rientrare nel diedro, poi per fessure (50m IV e III)
7 Gradoni poi bella placca fino alla cresta (50m III+, ometto)
8 Per cresta fino ad un tozzo monolite da salire per poi scendere all’intaglio, poi a sinistra per qualche metro (80m I e III)
9 per placca puntando alla base della fessura che scende a destra di un tetto (25m III ch di sosta lasciato)
10 fessura con roccia a tratti delicata (comunque ripulita) fino alla cresta (40m V)
11 Per roccette e poi bella roccia sulla cuspide finale alla cima (150m max III)

Discesa, su cresta verso ovest andando appena possibile sul versante seriano fino ad arrivare in vista della bocchetta dei Geroi, dove una parete ci ha costretto ad una doppia di 15m (cordino su spuntone rimasto), aggirado a destra subito dopo un gendarme per poi scendere disarrampicando in un canale di sfasciumi (eventuale doppia), poi ancora sul versante seriano fino alla bocchetta dei Geroi (1 ora), da li verso nord per scomodo canale fino al fondo valle

Sulla foto da sinistra: 1 Claudio Carera (D. Rota, M. Arezio, G.P. Manenti 1986) 2 Diretta (R. Rota, N.e S. Calegari 1985) 3 a puntini la nostra linea
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