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   Punta Cusidore Spigolo Nord Ovest, 01/06/2010
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Onicer  gipeto   
Regione  Altro
Partenza  Oliena (NU) (200m)
Quota attacco  700 m
Quota arrivo  1150 m
Dislivello  450 m
Difficoltà  D / V+ ( V+ obbl. )
Esposizione  Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  nessuno
Attrezzatura consigliata  qualche friends medio e piccolo
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento dopo vent'anni che vado in Sardegna ad arrampicare, finalmente riesco a convincere il Matteo e il Paolino a fare una via sulla Cusidore. via da non sottovalutare, soprattutto per la lunghezza dell'itinerario, 17 tiri per 615m di sviluppo. La relazione trovata su sardinia climb è abbastanza precisa. allego le puntualizzazioni del Matteo.
Avvicinamento: La fonte iscandula è nascosta. Però lungo la strada, circa 500 metri più avanti, c'è un tubo che butta acqua. Qui c'è uno spiazzetto per il parcheggio (quota 200m).
Relazione (quota di attacco circa 700m)
Salire la crestina lungo una bella fessura e sostare sulle roccette soprastanti in centro al pilastro (50 m, un passo di IV+)S1. Salire per roccette facili sino a sostare su alberello leggermente sulla destra di un grosso blocco staccato (50 m, III) S2.
Salire il blocco appuntito (IV) uscendo sulle belle placche soprastanti. S3.
A questo punto l'itinerario originale è poco chiaro e vari sono i percorsi seguiti. Qui di seguito si descrive l'itinerario tracciato presumibilmente dai primi salitori, essendo stati rinvenuti dei cunei di legno (non visti). Tale percorso risulta talvolta evitato sulla destra, per un bel diedro fessura di V grado. Si salgono quindi le placche un po' verso sinistra sostando alla base di un diedrino su alberello (50 m, IV) S4. Si sale il diedrino uscendo a destra, quindi una bella fessura diagonale a sinistra (chiodi) sino ad alberi su cengia (50 m, IV e V) S5. Si procede ora senza via obbligata per roccette sino alla base di una netta fessura sostando su albero (50 m, III) S6. Con tutta probabilità i primi salitori evitarono le tre lunghezze seguenti più a destra, traversando per 45 m su rocce miste ad erba, ricollegandosi all'itinerario che si descrive nei pressi della vetta del pilastro. La paternità della variante che si descrive qui di seguito (che è anche il tratto chiave della via) è rivendicata da Corrado Pibiri e Bruno Poddesu durante la prima ripetizione del 1980.
La fessura larga di seguito descritta non è affatto banale e difficile da proteggere.
Si supera la fessura larga (V+), evitabile più a destra uscendo su una rampa che sale verso destra. Si sosta su chiodi alla base di un diedro-camino (30 m, V+, IV) S7. Vincere un risalto e poi continuare nel diedro uscendo a destra per uno strapiombo su placca inclinata (25 m, V e V+, vari chiodi). Su questa placca delicata hanno messo anche un bong. L’uscita non è proteggibile, questo è il passo chiave della via. Si riprende a sinistra la fessura che diventa in breve meno difficile e si sosta appena possibile su spuntoni (50 m, V, IV) S8. Continuare verso destra per superare la parte terminale del pilastro senza via obbligata per belle paretine di ottima roccia, sostando su placca inclinata in cima al primo risalto (50 m, IV) S9. Con un passaggio caratteristico spaccare su una stretta forcelletta (chiodo) destra e salire per fessure e risalti (tralasciando a sinistra la difficile e larga fessura con spit della via dell¹Amicizia) Questa indicazione è fondamentale, la fessura dell’amicizia è più dura. Si sosta su una stretta crestina (50 m, III, un passaggio di IV) S10. Per il filo sino alla base di una bella fessura con albero. Salire la fessura e la parete successiva sino in cima al risalto (50 m, IV+ e poi IV) S11.(Da qui sono possibili le doppie lungo la via Cuore di pietra, it. 54h, sul versante N: scritta su spuntone con cordino, necessarie 2 corde da 50 m). Facilmente per crestina si scende sino a forcelletta (50 m, II e III) S12. Si attacca ora l'ultimo risalto salendo per lo spigolo che diventa diedro, ma lo si lascia quasi subito per traversare a sinistra su cornice, lasciando invece la via dell¹Amicizia che prosegue diritto. Si sosta quindi sulla parete N (25 m, V-) S13. Questo tiro non è affatto banale e logico. Per cui bisogna essere un po’ guardinghi.La S13, se fatta come consigliata, è accanto a un blocco bianco con 1 chido e 1 spit. Da qui si traversa a sinistra (le prese ci sono…basta crederci!) La sosta S14 è nascosta nel terrazzino erboso tutto a sinistra (guardando la parete) sotto un camino. Noi eravamo in 3 e sostare sulla S13 sarebbe stato decisamente complicato. Per cui abbiamo unito i due tiri con il problema che la corda aveva un tiraggio mostruoso. Forse conviene avere qualche rinvio moolto lungo. Ancora per fessure diagonali un po' erbose sino nel canale terminale (50 m, IV e V ) S14. Noi qui abbiamo invece preso una fessura a destra e poi siamo saliti per rocce fratturate. Abbiamo abbandonato anche un friend. Il tiro non è duro ma forse non è quello giusto essendo un IV invece di III. Senza via obbligata alla vetta della montagna (50 m, III). I tempi dei percorrenza della via sono variabili: una cordata allenata e con dimestichezza su questo tipo di itinerario può impiegare dalle 5 alle 6 ore (in tre ci abbiamo messo 7 ore). Tuttavia, essendo questa via meta ambita di cordate sovente alle prime esperienze in arrampicata alpinistica, si sono verificati frequentemente casi di bivacco o addirittura di prelevamenti in elicottero. Costoro è bene che prevedano una giornata intera di arrampicata
Discesa banale per una valle che sembra il Burren irlandese. Dalla cima alla fonte iscandula, di buon passo, ci vuole 1h e 30’
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