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   Spigolo Verde - Serra di Biel (Valle di Champorcher), 29/05/2010
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Onicer  k2   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Fraz. Courtil (1237m)
Quota attacco  1400 m
Quota arrivo  1620 m
Dislivello  220 m
Difficoltà  D- / V ( V obbl. )
Esposizione  Sud
Rifugio di appoggio  nessuno
Attrezzatura consigliata  normale da alpinismo: 10 rinvii e cordini per attrezzare le soste.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Per essere stata una gita di ripiego, è stata una gran bella uscita. Verificata la chiusura dello Chabod (il gestore ci ha detto che, comunque, la nord del Gran Paradiso non è al massimo delle condizioni), scartata la nord del Ciarforon per il fatto che la quantità di neve potrebbe rendere difficile il reperimento degli anelli di calata per le doppie, abbiamo optato per una via di roccia .... già, ma quale? E qui che entra in gioco il vate, colui il quale mi fa da consulente ogni qualvolta non sappia dove sbattere le capoccia .... il mitico Fra! Da una telefonata ci consiglia di fare lo Spigolo verde ... e così sia.
Lo Spigolo verde è una via di sei tiri (max. 4c), presso il settore destro delle Placche di Oriana. A posteriori, in realtà, la gradazione ritrovata nelle relazioni, almeno per taluni tiri, ci è sembrata un pochino stretta. Partiti da Pessano con Bornago alle 6 e percorsa una A4 quasi umana da chi è abituato, come me, a svernarci tutti i santi giorni, decidiamo di riempirci lo stomaco col menù mattina in un piccolo dopo Novara (anche se di questa notizia non frega a nessuno, tenevo a condividerla con voi).
Superata la familiare uscita di Pont Saint Martin, usciamo dall'autostrada a Verres e, seguendo la direzione Torino, torniamo sui nostri passi fino a Hone, ove si gira a destra verso la valle di Champorcher. Qui comincia la salita che ci conduce fino al forzato parcheggio della frazione Courtil (da qui in poi la salita in auto è consentita solo al personale autorizzato).
Lasciata la macchina, si continua a salire a piedi per la strada asfaltata che porta dapprima a Plan Flo e, quindi, alle Placche di Oriana. Prima di giungere a Plan Flo, all'uscita di un tornante verso sinistra (si riconosce per il largo sentiero che parte proprio dal tornante) si notano, sul muretto di destra, le targhe indicanti la breve salita che, in due minuti, porta all'attacco della via.
L'impatto non è stato dei migliori ... il terreno è molto bagnato e il primo tiro, almeno nella sua prima parte, è scivoloso... i dubbi salgono come bile dallo stomaco... sarà tutta così? A guardare col naso in su, fuori dal bosco, la situazione sembra migliore.... proviamoci e vediamo cosa succede.
Mau parte e, pur di non bagnare più del necessario le scarpette, se le mette già lungo la via .... La prima parte è difficoltosa anche per lui, tanto che, io e Nello, decidiamo di assicurarci e di salire sul terrapieno accanto per evitare la prima parte del tiro, rientrando in via qualche metro più in su, dove il bosco si allarga e la roccia sembra più asciutta.
Mau arriva in sosta e, prima che qualcuno di noi si muova, riesce a darci la notizia più temuta ... "ragazzi, sta cominciando a piovere" .... per fortuna lo sconforto è veloce quanto la durata della pioggia e tutto rientra nei ranghi.
La via, come si può dedurre dal nome, si svolge tutta lungo lo spigolo (a volte di qua, altre di là). E' molto aerea e piacevole con tratti che, ripeto, fanno pensare che i gradi attribuiti siano appena un po' stretti.
A parer mio, che non so arrampicare, la via è omogenea e divertente... con punti in cui è necessario prestare attenzione e sfruttare gli appigli e gli appoggi che la roccia ci offre. Non me ne intendo molto, ma la roccia sembra diversa da quella di Bard .... ma lascio giudicare agli esperti.
Purtroppo, siamo stati risparmiati dalla pioggia ma non dalla nebbia così sia la voglia di fotografare che i panorami intorno sono rimasti latenti... giusto qualche immagine per documentare.
I punti più delicati, secondo me, sono costituiti da una lama che suona pericolosamente vuota (non ricordo in che tiro) ... dalla partenza del quarto tiro ... e dal traverso prima dell'ultima sosta. Tutto il resto è piacere puro.
L'arrivo in vetta, oltre alla rituale foto, è stato salutato dalla comparsa di una famiglia di gipeti (almeno così mi sembravano per la coda e le dimensioni) che, sfruttando le termiche, è stata con noi per qualche minuto... poi, loro sempre più in alto e noi giù lungo il breve sentiero che ci ha riportati al tornante famoso...
Altra bella uscita e altra splendida domenica .... opsss sabato.
Alla prossima
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