Home Gallery
Reports
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Mountain Bike
Archivio
Itinerari
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Fenio...menali
Forum
Ricerca
   La calata della val Parina , 11/10/2015
Inserisci report
Onicer  Vezz   
Gita  La calata della val Parina
Regione  Lombardia
Partenza  Zorzone (ditta Serbaplast)  (950 m)
Quota arrivo  450 m
Dislivello  300 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  ---
Attrezzatura consigliata  Repellente per zecche
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Discreto
Commento Tra il parentado, erano anni che aleggiava nell'aria, misterioso, il toponimo val Parina. Finalmente, in un tiepido giorno di ottobre, un gruppetto di facinorosi si ritrova in quel di Zorzone con l'intento di discendere lo stretto solco del torrente Parina che, aspro e tumultuoso, scorre giù diritto fino al Brembo.
Messa in guardia dalle vipere fameliche che popolano la valle, la compagnia si protende, agile, per il sentiero nel bosco. Alcuni saliscendi proiettano ben presto il gruppo in vista della cappelletta della Petta, arroccata su di uno sperone roccioso a difesa della valle. Le foglie sugli alberi, pur accusando la stanchezza di fine stagione, non hanno ancora virato di tonalità: verdi, si frappongono tra i nostri occhi e i seppur ristretti panorami. Il sentiero è scorrevole e il buon fondo permette talvolta di distogliere lo sguardo, a favore di funghi, arbusti e degli ultimi spaesati fiori.
La scoscesa radura di Pra Parina, con i suoi forse ancora utilizzati casolari, è l'ultimo punto saldo sul percorso, ultimo riparo prima della più decisa discesa verso l'imbuto della valle. Calandosi giù verso il torrente, ci si imbatterebbe in costruzioni diroccate; noi preferiamo piuttosto proseguire sul percorso principale, addentrandoci nuovamente in un bosco di carpini e frassini. Prima di veder scomparire il sole dietro ai selvaggi fianchi della valle, sostiamo per il pranzo: la strada è ancora lunga e occorre gestire le forze, ma soprattutto la coda del gruppo reclama del cibo.
Superato un breve tratto franato, per mezzo di una scaletta metallica, giungiamo in una zona di anfratti e grottoni. Lasciando alla nostra destra la deviazione per l'altopiano dell'Ortighera, scivoliamo giù per dolci pendenze fin nei pressi del torrente. Affacciandosi oltre di esso, si possono osservare, sulla parte opposta della valle, ripidissimi umidi pendii interamente ricoperti da un'erba che pare sfidare la gravità: uno scenario magari non bello, ma sicuramente non comune e d'impatto, da scenario fantasy oserei dire.
La via si fa ora più impervia, attraversa rughe e avvallamenti, avvalendosi talvolta di tratti attrezzati in cui è d'obbligo prestare attenzione (niente di trascendentale per chi ha dimestichezza con questo tipo di terreno). Più avanti, dopo circa dieci chilometri dalla partenza, un ponte arrugginito è segno apprezzato di civiltà. Marciamo a fianco delle forre del torrente, spingendo i passi tra i vecchi binari delle rotaie a scartamento ridotto che un tempo servivano per il trasporto del legname. Tra piante cadute e tratti smangiati dall'umidità, proseguiamo alla volta del Brembo che raggiungiamo, più o meno stanchi, verso sera.
Non abbiamo incontrato nessuno, non uomini, ma nemmeno animali... ad eccezione di due minuscoli puntini neri appena sopra gli scarponi.

FOTO:
1- Pra Parina.
2- Tratto di sentiero.
3- Il comitato Parina incontra il torrente.
Report visto  2241 volte
Immagini             

[ Clicca sulla foto per ingrandire ]
Fotoreport  Clicca qui per andare al foto-report