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   Emilius da Aosta, bike & hike, 25/07/2015
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Onicer  LorenzOrobico   
Gita  Emilius da Aosta, bike & hike
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Aosta  (580 m)
Quota arrivo  3559 m
Dislivello  3500 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Arbolle
Attrezzatura consigliata  Da trail running, si trova acqua lungo il percorso.
Itinerari collegati  Monte Emilius (3559m), dal Refuge d' Arbole
Condizioni  Eccellenti
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Ad andare con certa gente malata di grandi ambienti alpini, grandi dislivelli e dotata realmente di un "fisico bestiale" si finisce per fare cose di questo genere.

Partenza da Bergamo alle 4, si inizia a pedalare ad Aosta poco dopo le 6:30, la strada per Pila scivola via bene, la notte ha fatto temporali, c'è un bel fresco e il percorso è bene in ombra, rari i passaggi di auto. Dopo circa due ore siamo a Pila a fare colazione in un bellissimo bar, le mie gambe poco abituate alla bici sono già imballate. Plumcake fatto in casa ancora caldo e due belle tazze di thè caldo.

Esco che mi sento un altro, le gambe riprendono a pedalare bene e allora su per la strada sterrata che attraversa le piste di Pila. Il percorso è inaspettatamente bello e immerso nel verde. Più pedalabile del previsto. La vista inizia a spaziare. Attraverso in bicicletta i luoghi della mia infanzia di piccolo sciatore.

Dopo qualche svolta siamo in cima al vecchio Gorraz e in breve alla Pila-Chamolé. Proseguiamo sulle due ruote fino allo splendido Lago di Chamolé, dove abbiamo previsto il cambio di assetto, il Dome preme per scendere dalla bici, perché dice che è troppo allenato a pedalare e vuole fare più fatica...

Partiamo per il colle Chamolé, le gambe ci mettono un po' a capire che è cambiata la solfa. Abbastanza veloci arriviamo al rifugio dove facciamo rifornimento di acqua, mangiamo frutta secca e cioccolato e rilassiamo le gambe.

E si riparte, ora decisi verso la meta finale, il sentiero è ben tracciato e si incunea nel vallone sotto l'Emilius, prendiamo un bel ritmo, a testa bassa riusciamo anche a sbagliare ad un incrocio. Per correggere il tiro dovremo attraversare un rock glacier.

Niente di grave siamo di nuovo sulla retta via che ora spara dritto verso la cresta finale, dove il Dome non accenna a mollare il ritmo, anzi. Lo lasciamo andare e procediamo con andatura comunque rapida, anche se si inizia a dover dosare minuziosamente ogni piccolo sforzo. A 300m dalla cima facciamo una breve sosta e mangiamo qualcosa, poi via sulla cresta finale con qualche facile passo di arrampicata, la quota e la fatica che si fanno sentire, qui la testa vorrebbe convincerti a fermarti, ma tu vai avanti perché sai che così, un passo dopo l'altro, arriverai in vetta.

Alle 14:30 troviamo il Dome sorridente su un sasso, mancano due minuti alla vetta. Marcello sale subito, io faccio due chiacchiere e mi metto l'antivento perché fa freschino. Il Dome scende perché non vuole raffreddarsi, io salgo, incrocio Marcello che sta scendendo e vado in cima. Mi godo da solo il bellissimo panorama, non salivo quassù da un bel po' di anni.

La vista abbraccia quasi tutta la Val d'Aosta, la giornata è magnifica, scatto qualche foto con il cellulare per ricordo e poi mi metto in marcia verso il basso, ho premura di verificare lo stato delle gambe in discesa e tutto sommato va subito bene, il cambio di direzione è graditissimo, i muscoli si sciolgono ed iniziano a recuperare. In breve raggiungo i soci e come riprende il sentiero ci fiondiamo giù veloci fino al rifugio e, dopo la risalita al colle Chamolé, alle bici. Ritornati alle piste di Pila prendiamo uno dei tanti sentieri MTB di discesa che con ben 1800m di dislivello ci riportano alla base a riattraversare le acque grigie di limo glaciale della Dora Baltea.

Con Domenico e Marcello.
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