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   Monte Alben, 26/04/2015
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Monte Alben
Regione  Lombardia
Partenza  Valpiana, fraz. di Serina (BG)  (1070 m)
Quota arrivo  2019 m
Dislivello  1050 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo + caschetto
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Buono
Commento Oggi si sa cosa ci attende. Lo sappiamo da giorni. Si può tranquillamente lasciare a casa la crema solare e prendere al suo posto il copri zaino. Provo anche a guardare dove si potrebbe fare un giretto inedito, ma poi mi pongo la domanda se ne valga la pena di andare a vedere posti nuovi che... non si vedono. Ricorriamo dunque all'usato sicuro che è meglio, tentando pure un semi azzardo di qualcosa di leggermente più pepato. La coscienza ci imporrebbe di non andare per vette con questo tempaccio, ma alla fine buttiamo nello zaino casco e addirittura ramponi, con in mente l'idea di salire il Canale del Ripetitore e andare in vetta al Monte Alben. Partiamo da Valpiana risalendo il sentiero a tratti ripido e un po' monotono che ci porta al Passo Saplì. Fin qui il cielo ci grazia, ma d'ora in avanti attacca a precipitare una pioggerella continua che gradualmente ci inzuppa dalla testa ai piedi, passando per lo zaino. Alla faccia del GoreTex e del copri zaino. Strada facendo e in ammollo baleniamo l'idea di abbandonare le mire di vetta, ma la provvidenziale ospitalità offerta dai due occupanti della Baita Sura, posta sulla selvaggia spianata sotto le cime dell'Alben, ci dà l'essenziale ricarica di pile per provarci comunque. Sarà la vista della polenta sul fuoco, sarà il calore umano, fatto sta che ripartiamo più convinti che mai. Navighiamo non a vista, ma nel vero senso della parola, affidandoci al GPS per orientarci nella nebbia. Si inizia a pestare neve continua a circa 1700 metri di quota e da qui in su, sempre più ripidamente, l'orientamento tecnologico lascia spazio a quello delle tracce nella neve di un altro temerario che oggi ci ha preceduto nel nostro stesso itinerario. Seguiamo dunque le peste e via. Ma... Siamo sicuri che siano quelle giuste? Mica me lo ricordavo così il Canale del Ripetitore! Non è che andiamo a ficcarci nel Canale Ilaria? Del resto, nella nebbia i dubbi sono leciti perché l'ambiente è irriconoscibile. In realtà bastano pochi altri passi per rendersi conto di essere sulla strada giusta. Le pendenze non sono mai eccessive e, passo dopo passo, il canale assume un barlume di familiarità. Arriviamo al suo termine e svoltiamo nettamente a sinistra, prendendo la cresta di collegamento alla vetta che risulta essere quasi tutta pulita dalla neve. Alla fitta pioggerella si aggiunge in questo tratto un venticello fastidioso che acuisce il senso di disagio e dona all'ambiente un aspetto ancora più aspro e selvaggio. A passo spedito arriviamo in vetta, ma non sostiamo più di cinque secondi. Fradici e infreddoliti scendiamo subito, portando avanti il nostro progetto di giornata di percorrere il sentiero di collegamento al Passo della Forca per tornare. Anche in questo caso ci impieghiamo cinque secondi o poco più ad abortire l'idea però. Questo tratto lo conosciamo bene e sapendo di alcuni passaggi che richiedono attenzione ci rendiamo conto che in queste condizioni sarebbe a dir poco ostica la cosa e probabilmente senza senso. È già tanto ciò che abbiamo fatto e può bastare per oggi. La scelta è azzeccatissima, dal momento che peraltro la discesa per la via di salita si rivela veloce e quasi divertente nel canale, scivolando sulla neve marcia e semi portante. Non ci impieghiamo perciò molto a tornare alla Baita Sura, dove una seconda sosta è d'obbligo per cambiare gli indumenti fradici con quelli altrettanto inzuppati che sono dentro lo zaino. L'importante però è crederci e auto convincersi che siano asciutti. Il resto della discesa è in modalità pseudo trail (con le pedule) per tenerci caldi. Nel frattempo la fastidiosa pioggia, con un timing pressoché perfetto, cessa. Sembra che fosse lì solo per noi insomma, per non farci mancare nulla all'escursione di oggi. Ma in fondo, sia all'auto che dentro di noi, ciò che rimane è solo contentezza e soddisfazione. Abbiamo provato sensazioni intense che vale la pena di avere vissuto, dettate anche dal meteo ostile. Da fare e da rifare, equipaggiandoci magari ancora meglio e soprattutto cambiando copri zaino.

Foto 1: lungo il sentiero dopo il Passo Saplì
Foto 2: all'uscita del Canale del Ripetitore
Foto 3: istanti di vetta
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